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Sabato, 20 Aprile 2024
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Da Cerenova al confine con l'Ucraina: la storia di Aurelio, tappezziere di Trastevere

L'uomo, 70 anni, ha portato in Italia la figlia della moglie ucraina e il nipote 14enne

Aurelio Cioccolini ha settant'anni, ha un pacemaker, lavora ancora come tappezziere a Trastevere ma abita a Cerenova, sul litorale romano. Il 26 febbraio, due giorni dopo l'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, si è messo in macchina insieme al cognato per andare a prendere Alona e Maxim, 23 e 14 anni. 

Lei è la figlia di sua moglie Olga, il padre è morto anni fa. Il ragazzo è il nipote. L'appuntamento è a Siret, cittadina romena a un soffio dal confine con l'Ucraina, dove il governo di Bucarest ha organizzato un campo profughi con tende e bagni chimici. Aurelio inizia il viaggio alle quattro di mattina di sabato scorso, macinando 1.600 chilometri senza pausa. 

Il primo stop è a Situ Mare per riposarsi qualche ora, poi gli ultimi 375 chilometri (un tragitto di addirittura 6 ore e 30) è tutto d'un fiato. All'appuntamento c'è anche la madre di Maxim, poliziotta ucraina, che resterà in patria a difendere la popolazione e resistere all'invasione dell'armata di Putin. Abitano nell'oblast di Cernivci, in campagna: "Hanno una bella casa - racconta Aurelio alla Dire - ci sono stato nell'estate del 2021. Ora lì ci è rimasta mia suocera, la nonna di Alona". La famiglia di sua moglie Olga è del Donbass, dove nel 2014 è scoppiata la guerra tra nazionalisti ucraini e filorussi, terra contesa e già martoriata dagli scontri e dai bombardamenti negli ultimi 8 anni. "Sono andati via quando è scoppiata la guerra - prosegue Aurelio - lì vivevano in un palazzone sovietico, in un appartamento concesso dal governo alla mamma di Olga dopo 45 anni a spalare carbone. Ci sono ancora dei parenti, ma non riusciamo a sentirli, le comunicazioni si sono interrotte". 

Dopo aver caricato in auto Alona e Maxim e aver regalato due giacconi ad un gruppo di profughi nel gelo del campo romeno, Aurelio e il cognato ripartono sotto una bufera di neve. Per fortuna lì sono organizzati, le strade sono tutte libere grazie agli spargisale. Dopo aver dormito in Romania, il gruppo riparte lunedì mattina e arrivato in Ungheria c'è il rischio che la fatica dei tre giorni precedenti venga vanificata: "Il passaporto di Maxim era scaduto il giorno prima - spiega Aurelio - una vera beffa. Volevano andassimo a Bucarest, a 600 chilometri di distanza, per rifarlo. Impossibile, piuttosto sarei scappato senza documenti. Per fortuna dopo 15 minuti di consultazioni, i soldati ci hanno fatto andare via". 

All'alba di martedì 1 marzo varcano il confine italiano, dopo essersi riposati qualche ora a Lubiana ("perché a Maribor i prezzi degli alberghi erano altissimi") e alle 14.30 arrivano sani e salvi a Cerenova. "Magari un giorno Alona e Maxim torneranno a casa - conclude Aurelio, tappezziere di Trastevere - ma la vedo brutta". 

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