rotate-mobile
Attualità

Sanità, al San Giovanni scatta lo stato di agitazione: "Negata la produttività ai lavoratori"

La mobilitazione è stata indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Roma e del Lazio: "L’Azienda ha comunicato l’impossibilità di erogare la quota di anticipo del premio di produttività agli operatori"

Stato d'agitazione per il personale sanitario del S. Giovanni Addolorata. La mobilitazione è stata proclamata oggi dalle organizzazioni sindacali territoriali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Roma e del Lazio. Motivo: "L’Azienda ha comunicato l’impossibilità di erogare la quota di anticipo del premio di produttività agli operatori (pari al 50%, circa 200 euro a lavoratore), a seguito delle valutazioni espresse dal Collegio dei Sindaci”, fa sapere in una nota la Fp Cgil di Roma e del Lazio.

“La scelta di erogare l’anticipo era stata condivisa tra azienda e organizzazioni sindacali a fine ottobre, e la copertura economica del fondo c’è, dal momento che è stato incrementato, come da disposizioni della Regione Lazio", continua la nota. "In un momento in cui i lavoratori continuano a essere sottoposti a ritmi di lavoro elevati e a grandi rischi per la propria salute, come dimostrano i contagi tra il personale, e i 4 decessi per Covid avvenuti nella struttura, il mancato riconoscimento economico non è un buon segnale”, prosegue la Fp Cgil.

“È fondamentale il riconoscimento anche economico per lo straordinario impegno cui nessun operatore si è sottratto, continuando a dare il massimo, ogni giorno. Non solo ci sono le coperture – spiega il sindacato - ma la scelta va in contrasto con i principi che sottostanno alla numerosa normativa emanata in questo periodo". All’esito delle procedure di raffreddamento, concludono "siamo pronti a ogni azione di mobilitazione e lotta a difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”.

Per Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio si tratta di un "inverosimile schiaffo ai lavoratori in trincea, nel pieno della seconda ondata pandemica. Invece di fare di tutto per dare riconoscimento e garantire sicurezza agli operatori del San Giovanni Addolorata, ci si inabissa nelle pastoie burocratiche". Continuano: "La situazione è drammatica e non è pensabile che si perda tempo, con cavilli e rinvii, invece di riconoscere in ogni modo ai lavoratori l’impegno e il sacrificio che stanno offrendo all’intera comunità”, attaccano Chierchia e Bernardini. “Tanto più che le risorse, stanziate dalla Regione Lazio, ci sono. Nella struttura siamo arrivati a contare 70 operatori contagiati da Covid. Ieri purtroppo abbiamo dovuto assistere all’ennesima morte bianca, la quarta al San Giovanni Addolorata: un operatore socio sanitario, alla cui famiglia va tutto il nostro cordoglio e la nostra solidarietà". 

“Il tempo è preziosissimo e non si può sprecare in beghe oziose. Serve sicurezza, sorveglianza sanitaria, dpi, prevenzione. Servono assunzioni per sopperire a carenze che in questo momento non possiamo permetterci. E bisogna mettere il personale nelle condizioni di dare il meglio. Anche attraverso segni tangibili come il premio di produttività e il rinnovo dei contratti di lavoro, fermi da 3 anni. Non possiamo permettere che questo sia il trattamento per chi è ogni giorno in prima linea con la propria professionalità e mette a repentaglio la propria salute per gli altri”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sanità, al San Giovanni scatta lo stato di agitazione: "Negata la produttività ai lavoratori"

RomaToday è in caricamento