Mihajlovic e la Capitale: la famiglia, la Roma, la Lazio e i trofei
Per Sinisa Mihajlovic Roma è stata una seconda casa. Arrivato nella Capitale da giovanissimo, il serbo ha costruito la sua famiglia nella Città Eterna e ha militato sia nella Roma che nella Lazio
La figura di Sinisa Mihajlovic è fortemente intrecciata alla città di Roma. La Capitale è stata per l’allenatore serbo una seconda casa, la prima dopo dal suo arrivo in Italia. Nella Città Eterna, Mihajlovic ha conosciuto sua moglie Arianna con cui ha avuto cinque figli, dove ha abitato fino agli ultimi giorni e dove ha passato degli anni professionalmente intensi e fruttuosi.
Mihajlovic e la Roma
A portare Sinisa in Italia è stata la Roma. Era l’estate del 1992 quando il club giallorosso acquista dalla Stella Rossa per 8,5 miliardi di lire un ventitrenne Sinisa, fresco campione d’Europa con la formazione di Belgrado. Mihajlovic fu un elemento importante nei due anni in cui vestì la maglia giallorossa. Il serbo nel biennio romanista, prima sotto la guida Boskov (fu lui che volle Mihajlovic alla Roma) poi sotto quella di Mazzone, collezionò 69 presenze e 7 reti fra campionato e coppe.
Mihajlovic e la Lazio
Mihajlovic tornò a Roma nel 1998. L’ex difensore fu ceduto nel ’94 dalla Roma alla Sampdoria, e dai blucerchiati quattro anni passò (per circa 22 miliardi di lire) alla Lazio di Eriksson. In biancoceleste Mihajlovic si affermò a livelli importanti diventando un simbolo e un beniamino della Curva Nord. Il difensore con la Lazio scrive pagine di storia del club: nel ’98 mise a segno una tripletta tutta da calcio piazzato (Lazio-Sampdoria 5-2), nel ’99 siglò il primo gol della storia biancoceleste in Champions League contro il Bayer Leverkusen (1-1), vince lo storico scudetto del 2000 e tanti altri trofei fra cui 2 Supercoppe Italiane, una Supercoppa Uefa, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia. In totale le sue presenze in biancoceleste sono state 193 condite da 33 gol.
Negli anni alla Lazio, Mihajlovic fece sognare i suoi tifosi col suo mancino la cui fama gli fece guadagnare un coro rimasto iconico della tifoseria laziale: “E se tira Sinisa, e se tira Sinisa, e se tira Sinisa è gol”. Sinistro micidiale e uno spirito guerriero a volte fuori le righe per Sinisa (vedi la squalifica di 8 giornate dopo aver sputato e calpestato Mutu ai tempi del Chelsea), un condottiero amato dai tifosi della Lazio per il suo non mollare mai.
Da allenatore
Mihajlovic da allenatore non ha seduto né sulla panchina della Lazio né in quella della Roma. A quella giallorossa fu molto vicino nel 2019. Era ancora l’era Pallotta, prima dell’arrivo dei Friedkin e di Mourinho, e anche se i tifosi romanisti si mostrarono subito contrari visti i suoi trascorsi in biancoceleste, Sinisa come sua stessa ammissione fu ad un passo dal firmare per la Roma. Queste le sue parole: “Sembrava fatta ma hanno avuto (la Roma, ndr) un casino con l’addio di De Rossi. E Totti era sul punto di lasciare, come poi è successo. C’erano tante polemiche e non se la sono sentita di scegliere un allenatore con un passato nella Lazio come me. Problemi loro. Io ero pronto, loro no: dal punto di vista ambientale loro non erano pronti per certe cose”. Nonostante questo però i tifosi della Roma e lo stesso club capitolino hanno sostenuto con diversi messaggi sui social l'allenatore serbo alle prese con la malattia.
Il legame con la Lazio per Sinisa era viscerale. Col club biancoceleste il serbo aveva vissuto gli anni migliori della carriera ed ogni ritorno nell’Olimpico laziale era ricco di applausi e cori a suo supporto. La Lazio è sempre stata casa sua come dimostra lo striscione apparso in Curva Nord, che sosteneva il serbo contro la malattia: “Da sempre uomo coraggioso e spirito guerriero, nella tua battaglia più importante siamo al tuo fianco… Forza Sinisa” (Lazio-Bologna 2020, ndr) e nella sfida del 2022 contro il Sassuolo "Coraggio, Sinisa. Tira segna e lotta e vinci ancora una volta". Ma non solo all'Olimpico ma i tifosi laziali hanno fatto sentire il proprio sostegno anche sotto casa dell'allenatore, in zona Stadio Olimpico, con uno striscione che recitva: "Sinisa vinci la tua battaglia più importante". Era luglio 2019.