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Attualità Don Bosco / Via Filomusi Guelfi

Le case vendute dal fondo e gli anziani sfrattati a cui nessuno accorda un mutuo

InvestiRE Sgr ha acquisito lo stabile 11 anni fa, proponendo l'acquisto agli inquilini. Molti ci sono riusciti, ma 30 famiglie sono rimaste in affitto e adesso devono cercarsi un'altra sistemazione

Ci sono 30 famiglie in un palazzo di via Filomusi Guelfi a Cinecittà, periferia est di Roma, che durante l'estate rischiano di finire in strada perché sotto sfratto. Lo stabile è di proprietà di un fondo privato che da ormai undici anni ha iniziato a dismettere gli alloggi. Non tutti, però, sono riusciti a ottenere un mutuo. Per loro, dopo oltre quarant'anni nella stessa casa, la prospettiva non è la più rosea. 

Il passaggio di proprietà e l'inizio della dismissione

Nel 2011 Sara Assicurazioni ha ceduto lo stabile ad un fondo privato che fa capo alla InvestiRE Sgr. Da quel momento, 420 appartamenti che a inizio anni '70 erano stati assegnati a famiglie con redditi sicuri ma non abbastanza alti da poter acquistare sul libero mercato, sono entrati nel piano di dismissioni del fondo, che ha proposto agli inquilini il riscatto. Quasi tutti riuscirono ad accendere un mutuo (390 nuclei), ma in 30 sono rimasti fuori. 

VIDEO | Anziani sfrattati dopo più di 40 anni di regolare locazione

Impossibile ottenere il finanziamento

Troppo alta la richiesta per le loro tasche - i prezzi si aggirano sui 230/240.000 euro - e troppo difficile, se non impossibile, accedere ad un finanziamento, soprattutto data l'età avanzata degli inquilini, quasi tutti ultrasettantenni. Nonostante, come è possibile ricostruire da parte di RomaToday, al momento dell'insediamento del fondo privato sia stato siglato un accordo con i sindacati per scontare il prezzo. 

Affitti scaduti e 15 famiglie sono morose

Nell'accordo era prevista anche la stipula di un nuovo contratto di locazione per le fasce più deboli. Il fondo ha dunque concesso 8 anni di tempo agli ultimi inquilini rimasti, per lo più persone anziane, in alcuni casi aggravate da condizioni di salute precarie o disabilità. Sopraggiunto il Covid e il lockdown del 2020, quindi la sospensiva degli sfratti per ragioni socio-sanitarie, il fondo privato ha atteso fino al 2022 per tornare a bussare alle porte delle 30 famiglie: 15 di loro sono in causa per morosità, 10 hanno il contratto scaduto da due anni. 

Il sindacato: "Le istituzioni intervengano"

"In questa città già sofferente, all’emergenza cronica e strutturale si va ad aggiungere altra emergenza - denuncia Angelo Fascetti, segretario romano di Asia-Usb - , senza che nessuno muova un dito per contrastarla a monte, mettendo un freno agli appetiti smisurati della rendita parassitaria, o che si occupi di dare una mano ai cittadini nel momento del bisogno. Chiediamo l’intervento delle istituzioni preposte perché si metta fine a questi processi speculativi, per far sì che gli alloggi vengano acquisiti ed integrati al Patrimonio Pubblico o in alternativa che vengano attivati i fondi di rotazione sotto forma di mutui agevolati da concedere alle famiglie che da sole non riescono ad accendere un mutuo.  Non lasceremo solo nessun abitante di via Palmiro Togliatti e non permetteremo che finiscano in mezzo a una strada nell’indifferenza generale".

La storia di Anna e del marito, inquilini da 48 anni

Tra loro c'è Anna, 74 anni, con il marito di 77. Entrambi malati (alle prese con un tumore), vivono ai bordi della Palmiro Togliatti dal 1974. "Quando siamo entrati c'erano gli ex baraccati del Dopoguerra - racconta Anna, reduce da una bruttissima broncopolmonite a causa della quale è stata ricoverata in terapia intensiva - ma il comune cercava inquilini con buste paga affidabili. Pensavamo non ce ne saremmo mai andati, abbiamo costruito la nostra vita in questa casa, cresciuto due figli. E abbiamo sempre pagato l'affitto, che attualmente è arrivato a 625 euro al mese e ce la facciamo a malapena con le nostre risorse: io prendo 500 euro di pensione, mio marito 650. Chi ci affitta una casa adesso con poco più di 1.000 euro di reddito?". Per loro due la data limite è il 31 luglio, quando l'ufficiale giudiziario dovrebbe chiedergli di andarsene. "Sa quanto ci è stato chiesto di mutuo quando siamo andati a chiedere una simulazione di finanziamento? - prosegue Anna - Beh, 1.450 euro al mese per 10 anni". L'alternativa per loro, come presumibilmente anche per gli altri rimasti nello stabile ex Sara, è chiedere un contributo d'affitto al comune ("ma chi ce lo fa un contratto" ripete Anna) oppure trasferirsi fuori Roma: "Ma abbiamo le terapie qui - spiega la donna - tra l'Isola Tiberina e il Casilino, come facciamo? Quando firmammo il contratto nel 2012 ci dissero che non saremmo mai stati sfrattati, ma poi hanno messo in vendita le case a prezzo di mercato e parliamo di appartamenti da ristrutturare completamente". 

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