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Il rientro a scuola fa paura: "Entro pochi giorni metà delle classi in quarantena"

A lanciare l'allarme è Cristina Costarelli presidente dell'associazione nazionale presidi per il Lazio

Il ritorno a scuola fa paura e così, ora dopo ora, si ingrossa il fronte di chi chiede al Governo di ripensarci e di prevedere un periodo di didattica a distanza per limitare il contagio. L'appello firmato in tutta Italia, Roma e Lazio comprese, da migliaia di presidi chiede in particolare 15 giorni di dad. A far paura è da un lato l'alto numero dei contagi che rischia di aumentare, dall'altro anche le difficoltà a garantire il servizio, stante l'alto numero di docenti contagiati o no vax e quindi sospesi dal servizio. 

L'ultimo allarme è di oggi ed è della presidente dell'associazione nazionale presidi per il Lazio Cristina Costarelli che, intervistata dall'Adnkronos, non usa mezzi termini: "Siamo preoccupati dai dati. Lunedì prossimo nel Lazio avremo circa 17.500 studenti assenti perché positivi al covid. Il trend di contagi che abbiamo riscontrato è tale che entro pochi giorni dal rientro metà delle classi saranno in quarantena". 

Preoccupano anche le assenze dei docenti: "E' un quadro aggravato dall'assenza di almeno 10mila docenti. Tra chi non ha adempiuto agli obblighi vaccinali, chi è stato sospeso, chi è in quarantena e le assenze consuete prevediamo almeno 15 insegnanti assenti per scuola, su un totale di circa 700 istituti scolastici nella Regione"-

Costarelli interviene anche sulla nuova circolare del Ministero dell'Istruzione per la gestione dei positivi: "Faremo ciò che ci viene detto di fare. Ma sia chiaro: per la scuola è un onere aggiuntivo dovere trattare questa tipologia di dati, finora gestiti dalle Asl. Inoltre il trattamento crea disparità, introdurre una differenziazione fra alunni comunque non ci vede d'accordo. La richiesta di autodichiarazione ai ragazzi di scelte che volevano restare personali è pesante e sul fronte scuole sono grandi le ricadute amministrative e le altre incombenze che dovranno essere attivate. Metteremo in atto la norma, ma a malincuore".

In una nota, l'Anp spiega che "il numero di studenti positivi - che in alcune scuole, già in queste ore, ammonta a decine o centinaia - rende quasi impossibile la gestione delle procedure previste dal decreto. Infatti, nonostante il supporto delle farmacie nell'esecuzione dei tamponi per gli studenti della scuola secondaria, è molto improbabile che il sistema sanitario possa sopportare l'ingente carico di lavoro necessario a fronteggiare la quarta ondata. Abbiamo anche evidenziato - prosegue la nota - come le previsioni della circolare sull'utilizzo diffuso delle mascherine Ffp2 creino problemi applicativi, non avendo le scuole ancora ricevuto dalla struttura commissariale le relative forniture. Con riguardo alle situazioni di singoli alunni positivi, abbiamo chiesto di chiarire se questi hanno diritto di accesso alla didattica a distanza e se vi abbiano diritto anche quegli studenti che risultino positivi o che abbiano famigliari positivi ma non dispongano ancora di provvedimenti formali dell'autorita' sanitaria". 

Inoltre "al di fuori delle previsioni del decreto oggetto dell'incontro, l'Anp ha chiesto chiarimenti sulla durata dei contratti dei supplenti chiamati in sostituzione del personale sospeso per mancanza di vaccinazione. Allo stato attuale, infatti, il supplente puo' essere licenziato al momento del rientro del titolare.  Abbiamo chiesto, dunque, che in sede di conversione del decreto legge 172/2021 sia inserita una previsione che porti a 15 giorni la durata minima del contratto di supplenza.
Abbiamo pure sollevato il problema della mancata previsione di risorse per la sostituzione del personale esente dalla vaccinazione che non puo' essere mantenuto in classe perché adibito a diversa mansione. Infine, abbiamo fatto presente che la verifica tramite Sidi non permette di distinguere tra le varie possibili situazioni del percorso vaccinale".

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