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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Occupato il liceo Virgilio: "Vogliamo una scuola diversa"

Lunedì nel tardo pomeriggio circa 350 studenti hanno preso possesso dell'istituto di via Giulia. "Occupiamo per mostrare a tutti le contraddizioni in cui viviamo"

Erano le 19 di ieri, lunedì 1 novembre, quando un folto gruppo di studentesse e studenti ha occupato il liceo classico e scientifico Virgilio. Da giorni la decisione era nell'aria, con molte assemblee svolte nei dintorni della scuola. 

Finché l'ultima assemblea, quella decisiva, ha deliberato a maggioranza di occupare, come hanno già fatto nelle scorse settimane l'Albertelli, il Rossellini, il Ripetta e il Manara. L'ultima volta per il Virgilio fu nell'ottobre di tre anni fa, un'occupazione che lasciò parecchi strascichi: 74 tra minorenni e maggiorenni a rischio processo

Ma stavolta il collettivo autorganizzato che ha dato il via alla protesta vuole prendere le distanze dal recente passato: "Per prima cosa vogliamo smentire alcuni dei luoghi comuni che hanno sempre caratterizzato le opinioni sulle nostre occupazioni - scrivono in un comunicato - quest’anno non intraprendiamo il nostro percorso di mobilitazioni per conquistare qualcosa di predefinito, ne tantomeno per continuare una tradizione. L’occupazione del Virgilio si prefigge di mostrare agli studenti, ai cittadini e all’opinione pubblica quali sono le evidenti contraddizioni del sistema scolastico e i disagi che esse causano".

"Attraverso la costruzione autorganizzata di un modello di scuola diverso - continuano gli studenti - , un’alternativa alla scuola che tutti e tutte conosciamo, parliamo invece di solidarietà, inclusione e che sia fondata sugli studenti e le studentesse. Pensiamo che l’unico luogo dove costruire questo sia la nostra scuola, il luogo che è simbolo dei nostri disagi e delle nostre difficoltà quotidiane. Inoltre, il Virgilio è il luogo che amiamo e viviamo tutti i giorni e necessitiamo di mostrare il modo in cui ci piacerebbe vivere la nostra quotidianità scolastica all’interno degli stessi luoghi che sono il simbolo delle giornate didattiche che scorrono così distanti e che non ci coinvolgono in maniera attiva".

"Siamo stanchi di una scuola basata sulla valutazione numerica e non su un rapporto umano tra studenti e docenti - si legge ancora nella nota - . Siamo stanchi di una scuola che non ci stimoli ma, anzi, ci annichilisce, in cui non si parla di politica, attualità, educazione sessuale e ambiente.  Vogliamo una scuola diversa, che ci arricchisca e che diffonda cultura senza pregiudizi, ma, è purtroppo evidente che il dialogo con le autorità e con le istituzioni scolastiche non sia lo strumento adatto per raggiungere il nostro obiettivo". 

"Non vogliamo compromessi, non vogliamo vie di mezzo - la richiesta degli occupanti - , ma vogliamo essere ascoltati, vogliamo un dialogo costruttivo con chi è disposto ad ascoltarci e non con gli stessi che contribuiscono ad un malessere e un disagio quotidiano che pervade le nostre vite, nel periodo più complicato della nostra crescita come individui". 

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