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Teatro Valle, la fondazione si scioglie: i soldi raccolti andranno ad altre realtà sociali e culturali

Dopo 8 anni il comitato decide di porre fine all'esperienza nata dopo l'occupazione del teatro, ancora non ufficialmente riaperto

La Fondazione Teatro Valle si scioglie. Costituita in seguito alla storica occupazione del 14 giugno 2011, finita tre anni dopo con la consegna nelle mani del comune, nel corso del tempo ha cercato di sensibilizzare la comunità cittadina sull'importanza della natura pubblica dei teatri a Roma e in Italia, senza però riuscire mai a ottenere la gestione della struttura, la più antica di quelle moderne costruite nel Paese, datata 1727. 

La fine, dopo 8 anni, dell'esperienza della Fondazione, idea che ha visto gravitare decine di personaggi noti della cultura, del cinema e della letteratura, oltre che associazioni impegnate nel sociale e nella cultura, è stata comunicata sul sito e sui canali social e oggi, domenic 5 giugno, vedrà la sua ufficializzazione durante un'assemblea pubblica all'Angelo Mai, in via delle Terme di Caracalla. 

La Fondazione definisce lo scioglimento come una "esplosione": "per liberare il maggior numero possibile di molecole artistiche, per sostenere realtà creative, sociali, culturali e indipendenti". Grazie allo statuto dell'associazione, infatti, in caso di scioglimento il patrimonio non potrà essere diviso tra i soci, ma interamente devoluto ad altre realtà operanti in identico o analogo settore o comunque a fini di pubblica utilità. 

Questo significa che i 150.000 euro raccolti dal 2014 a oggi andranno a sostegno di Mediterranea Saving Humans, Spin Time Labs, Angelo Mai, Progetto Diritti, Festival Italy Undercovered, Radio Onda Rossa e all'associazione archivio Teatro Valle occupato, come deciso da tutti i soci alla fine di un processo decisionale collettivo. L’archivio Teatro Valle occupato "si occuperà di promuovere la conoscenza della storia del Teatro Valle Occupato  - scrivono - attraverso la salvaguardia e la valorizzazione della documentazione e delle narrazioni, nonché dei movimenti nati attorno alle lotte dei Beni Comuni".

"Gli anni dell’occupazione del Valle sono stati una vita in più che abbiamo vissuto - le parole dei soci - , sono state tante vite, le vite di tutte moltiplicate con la nostra. Questa eccedenza di vita ha richiesto un vuoto e un ascolto che hanno fatto scivolare otto anni di altra vita, di altre lotte, di altra arte e sindaci e amministratori e lavori improcrastinabili tuttavia procrastinati e palcoscenici ammuffiti e miserie da politicanti e sogni da rivoluzionari".

L'accusa mossa dalla Fondazione alle istituzioni, ribadita dopo anni prima di occupazione e poi di attività sia fuori sia dentro il teatro di Sant'Eustachio, è quella di non aver mai veramente riaperto al pubblico il Valle. Lasciato pacificamente nel 2014 dopo tre anni di occupazione, all'alba della giunta Raggi la struttura è stata presa in carico dal comune, parzialmente riaperto nel 2018 e intitolato all'attrice Franca Valeri lo scorso anno. Ma mai al suo interno sono state riproposte programmazioni teatrali, se non eventi culturali sporadici. La sua completa riapertura è prevista per il 2024. 

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