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Salvamamme in soccorso dei più fragili: ecco i numeri del progetto finanziato dalla Regione

Da marzo a oggi oltre 260 famiglie assistite tramite una rete di "sensali", quasi tutte donne e a loro volta fruitrici dei servizi dell'associazione

Individuare le situazioni di fragilità, anticipando i bisogni delle persone più fragili. E' lo scopo che si era prefissata l'associazione "Salvamamme" quando ha lanciato il progetto "Mamme e Mondi" per intercettare le criticità mettendo in campo non solo i professionisti ma anche assistite e assistiti.

Il progetto finanziato dalla Regione

Un percorso iniziato nel 2019 con la vincita del bando regionale Comunità Solidali promosso dall'assessora alle politiche sociali Alessandra Troncarelli. Al progetto hanno collaborato 44 persone, quasi tutte donne, già abituate a vivere e interagire in ambienti difficili. Il loro ruolo è stato quello di "sensali", ovvero mediatrici tra situazioni estreme e l'associazione, con 10 professionisti che si sono di volta in volta attivati su richiesta ricucendo i punti di rottura e risolvendo le fragilità. Grazie a loro sono arrivate "alle orecchie" di Salvamamme il 60% delle situazioni di rischio affrontate. 

I numeri: oltre 260 famiglie aiutate

Da marzo 2021 a oggi, l'associazione fa sapere di aver aiutato oltre 260 famiglie, quasi tutte su Roma: nel 78,4% dei casi neonati all'interno di nuclei in condizioni di gravissima povertà, il 5.3% sono stati casi di violenza di vario genere, il 12.8% per malattia grave e infine il 3.5% per assistere famiglie che hanno contratto il Covid. L'81% delle famiglie coinvolte è di origini straniere. Oltre 600 gli interventi mirati, tra questi anche pareri per via telefonica ai quali sono seguite azioni da parte delle istituzioni specifiche.

Tra le "sensali" anche la mamma di Pamela Mastropiero

Ha preso parte al progetto come "sensale" anche Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropiero, la giovane che il 30 gennaio 2018 venne ritrovata morta nelle campagne di Pollenza, in provincia di Macerata, dove era ospite di una comunità di recupero. “Mai più deve accadere la tragedia occorsa a mia figlia ad un’altra persona delicata e fragile - le parole di Alessandra -. Fare emergere fatti drammatici non vuol dire delazione, ma non chiudere gli occhi di fronte a possibili tragedie che avvengono lontano da tutti. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità”. “Salvamamme è da sempre in prima linea per sostenere le persone che chiedono aiuto - dichiara Maria Grazia Passeri, presidente dell'associazione -. Con questo progetto si accorciano ancora di più le distanze e ci si muove in tempo reale, in momenti concitati e impegnativi, ma anche spesso risolutivi”. 

                                    

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