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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Rsa pubbliche nel Lazio, accordo tra la Regione e i sindacati: "Più investimenti e tutele per i lavoratori"

Dalla realizzazione di nuove Rsa pubbliche con nuovi 1000 posti residenziali e semiresidenziali alla sospensione degli accreditamenti fino a fine anno. Tutti i punti dell'accordo

Dalla realizzazione di nuove Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) per anziani riqualificazione delle esistenti con mille nuovi posti. E ancora. Maggiori controlli e vincoli sulle tariffe, investimenti nell'assistenza domiciliare e nel co-housing. L'assunzione di mille infermieri di famiglia entro giugno del 2021. Sono solo alcuni dei punti al centro dell'accordo che è stato siglato oggi tra i sindacati Cgil, Cisl, Uil e la Regione Lazio per un nuovo modello di assistenza pubblica nelle RSA e il rafforzamento del sistema dei servizi socio sanitari ad anziani, non autosufficienti e disabili. 

"Con l’accordo di oggi si stabiliscono le tappe fondamentali che riporteranno al centro l’assistenza socio sanitaria pubblica, una gamba importante del sistema sanitario regionale, riequilibrando il peso del pubblico rispetto alle gestioni private in accreditamento e mettendo al centro qualità del lavoro e universalità dei servizi”, dichiara la Cgil di Roma e Lazio insieme alle categorie di pensionati e lavoro pubblico.

"L’emergenza Covid 19 e le criticità emerse specialmente nelle Residenze sanitarie per anziani, dove anche nel Lazio si è registrato un notevole numero di decessi, hanno fatto luce su un sistema in cui alla precarietà e alle condizioni lavoro del personale si sommano l’assenza di regolari controlli e adeguati livelli di cura e sicurezza per gli ospiti. Si è così condiviso con la Regione Lazio un percorso che ridisegni il modello di assistenza residenziale e domiciliare, a piena regia pubblica e con un costante monitoraggio condiviso con le parti sociali", proseguono Cgil, Fp e Spi Cgil Roma Lazio.

Diversi i punti toccati nell'accordo: "Dalla realizzazione di nuove Rsa pubbliche attraverso la riqualificazione di strutture esistenti, con nuovi 1000 posti residenziali e semiresidenziali, alla sospensione degli accreditamenti fino a fine anno, a maggiori controlli e vincoli sulle tariffe, in primis legandole alla tipologia del Ccnl applicato (quindi disincentivando il ricorso a contratti pirata), si definiscono gli step per riprogettare il sistema, investendo anche nell’assistenza domiciliare, nel co-housing e nella ridefinizione delle norme per le case di riposo, in un’ottica di maggiore controllo, integrazione dei servizi e partecipazione delle famiglie".

Non manca il nodo della questione contrattuale di quanti sono impiegati in queste strutture: "L’obiettivo è superare il dumping esistente, le carenze e la precarietà, aumentando il personale sanitario alle dirette dipendenze del pubblico". Entro giugno 2021, questo l'accordo, è stata stabilita l'assunzione di "1000 infermieri di famiglia o di comunità da destinare all’assistenza infermieristica e ai servizi territoriali per la gestione dell’assistenza domiciliare integrata, oltre a nuove assunzioni da destinare ai servizi territoriali".

Ad accogliere con favore l'accordo è la consigliera del Lazio Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti e componente della Commissione Sanità: "Oggi come Regione ci impegniamo e guardiamo ad un nuovo sistema sanitario, lo facciamo attraverso l’accordo firmato con i sindacati, volto a realizzare un nuovo modello di assistenza pubblica, rafforzando e riportando al centro il sistema di assistenza sanitaria ai disabili e agli anziani. Un’interlocuzione importante che, nella convinzione che il rilancio della salute pubblica non possa che passare innanzitutto per il diritto a un lavoro dignitoso e di qualità, porterà a nuovi passi in avanti nel sistema sanitario: dalla realizzazione di nuove strutture alla riqualificazione di quelle esistenti, dalla previsione di nuovi posti di lavoro, alla sospensione degli accreditamenti fino alla fine del 2020, ad un’attività di monitoraggio costante e meticolosa".

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