Coronavirus Roma, la pressione sugli ospedali non cala: la settimana che può portare alla zona arancione
La riapertura delle scuole superiori è stata rinviata al 18 gennaio e nei prossimi giorni Roma e il resto del Lazio si giocano molto in vista di prossime, possibili, restrizioni
Il presidente della Regione Nicola Zingaratti e l'assessore alla sanità regionale Alessio D'Amato lo avevano detto, la zona gialla in cui attualmente è inserito il Lazio "non è un premio". Anzi, le restrizioni meno stringenti in questo frangente potrebbero rivelarsi in un boomerang.
Nella settimana appena conclusa D'Amato aveva previsto un "peggioramento della curva" perché "abbiamo un'onda che si alza come era prevedibile ed occorre massimo rigore e cautela". Tradotto: aumenteranno i casi e aumenterà anche l'indice Rt.
Nelle ultime 48 ore, tuttavia, l'impennata di nuovi positivi non c'è stata ma l'allarme è arrivato dagli ospedali con le terapie intensive ancora più oberate, con tredici nuovi pazienti registrati in un solo giorno e 26 nuovi ricoverati negli altri reparti. Venerdì prossimo il Ministero della Salute stilerà i nuovi provvedimenti ed il Lazio rischia davvero la zona arancione.
L'indice Rt nel Lazio
"Dobbiamo correre nelle vaccinazioni più della variante e occorre mantenere un estremo rigore anche aldilà dei colori. - aveva sottolineato l'Assessore - Questo significa che anche se siamo in zona gialla non bisogna assolutamente abbassare la guardia, anzi devono aumentare i livelli di attenzione poiché le minori restrizioni rischiano di far impennare improvvisamente la curva. Il tema dei colori non è una classifica".
Insomma, il messaggio è chiaro: serve più velocità nel distribuire i vaccini (sono state superate le 66mila dosi somministrate) e misure comunque rigide.
Il Lazio, proprio lo scorso 8 gennaio, si è "salvato" della nuova stretta perché ha un indice Rt a 0.98, quindi al limite. Negli ultimi due bollettini del week end la curva dei contagi ha risposto bene, si è abbassata tanto che Roma è tornata intorno a quota 600 contagi giornalieri.
46 anni l'età media dei positivi
Dei casi finora confermati nel Lazio l'età mediana è di 46 anni, equamente ripartiti tra maschi (51,4%) e femmine (48,6%). I casi confermati da inizio epidemia sono così distribuiti: il 18,3% nella Asl Roma 1, il 20,9% nella Asl Roma 2, l'11% nella Asl Roma 3, il 4,8% nella Asl Roma 4, il 9,3 nella Asl Roma 5, il 10,6% nella Asl Roma 6, l'8,1% nella Asl di Frosinone, l'8,8% nella Asl di Latina, il 3% nella Asl di Rieti e il 5,4% nella Asl di Viterbo.
La pressione sugli ospedali resta alta
Detto dell'indice Rt, quello che preoccupa è l'aumento (ancora) della pressione negli ospedali. Nel Lazio sono 78.785 i casi attualmente positivi a Covid-19, di cui 2.850 ricoverati, 323 in terapia intensiva (+13 rispetto a ieri) e 75.612 in isolamento domiciliare.
Stando ai dati forniti dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, i posti letto delle terapie intensive occupati sono (di poco) oltre la soglia minima del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche individuate dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020.
Solamente giovedì scorso, per limitare questo tipo di problema, la Regione ha annunciato l'ampliamento di 85 posti a disposizione nelle terapie intensive "attraverso moduli aggiuntivi opportunamente provvisti di tutte le tecnologie e, di questi, 20 posti aggiuntivi sono già pronti e disponibili presso l'Istituto Spallanzani. Il completamento dei restanti posti di terapia intensiva è previsto come termine ultimo entro la metà di febbraio", spiegano dalla Regione. Il messaggio è chiaro: il Lazio ora resta in zona gialla, ma la situazione è al limite.
Lazio in zona arancione: cosa succede
Con una eventuale zona arancione non saranno consentiti gli spostamenti al di fuori del proprio comune di residenza e rimarranno chiusi bar, ristoranti e pasticcerie. Sarà consentito soltanto il servizio da asporto e saranno invece aperti i negozi fino alle 21.
Gli spostamenti all'interno del proprio comune sono liberi dalle 5 alle 22, mentre dalle 22 alle 5 di mattina sono consentiti soltanto spostamenti per lavoro o motivi di salute. Nel weekend del 9 e 10 gennaio, lo ricordiamo, saranno in vigore per tutta Italia le regole della zona arancione.
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Gli assembramenti a Roma nel week end
A generare preoccupazione sono anche i tanti assembramenti a cui abbiamo assistito nel week end a Roma: strade dello shopping ancora affollate, piazze della movida sgomberate, fan in delirio per l'attore turco Can Yaman e i laziali in piazza per festeggiare il compleanno della loro squadra del cuore.
"A Roma, come purtroppo in altre zone d'Italia, stanno tornando ad aumentare le testimonianze di situazioni di assembramento. Non possiamo permettercelo. Non ora che manca poco al traguardo", ha affermato in una nota il segretario del Pd Roma, Andrea Casu.
"Capiamo le difficoltà di tutte e di tutti e siamo consapevoli degli enormi sforzi degli ultimi mesi, ma è proprio per questo che non dobbiamo disperdere tutti i sacrifici fatti per contenere il virus - continua Casu - Ogni giorno, sono ancora centinaia e centinaia le vittime causate dal Covid. Per questo, dopo il miracolo compiuto dalla scienza in così poco tempo, ci appelliamo ancora una volta alla vostra responsabilità. La salute delle persone a cui più teniamo dipende anche da noi".