Roghi tossici, il grido d'aiuto dei vigili del fuoco: "Lavoriamo al limite della decenza. Servono risorse straordinarie"
L'appello-denuncia dei sindacati. Dopo la notizia dell'arrivo dell'esercito a Salviati e Castel romano, a chiedere attenzioni sono i pompieri della Capitale
Non solo Esercito e vigili urbani. Per fermare i roghi tossici negli insediamenti abusivi e baraccopoli delle periferie serve anche un corpo di vigili del fuoco attrezzato come si deve.
"Chiediamo all'amministrazione capitolina risorse economiche straordinarie per il potenziamento del dispositivo di soccorso" denuncia Riccardo Ciofi, segretario generale FNS Cisl Roma Capitale. "Lavoriamo in condizioni al limite della decenza, riuscendo a stento a garantire il soccorso tecnico urgente alla cittadinanza" scrive ancora Ciofi.
Bene quindi i militari in arrivo, in via sperimentale, nei campi di Salviati e Castel Romano, 39 in totale come annunciato dal Campidoglio, ma senza dimenticare le difficoltà operative di chi è chiamato a spegnere i roghi. "Indubbiamente, i Vigili del Fuoco di Roma sono stati impegnati, quotidianamente, nello spegnimento dei roghi tossici all'interno dei campi, impiegando risorse e uomini, distolte ad altre attività di soccorso tecnico urgente" continua Ciofi.
Criticità pesanti già portate all'attenzione anche dal sindacato autonomo dei vigili del fuoco. Carenza di mezzi e di autopompe il problema principale denunciato. "Siamo al collasso, un non addetto ai lavori non se ne accorge ma i vigili del fuoco dei tre importanti distaccamenti EUR, Tuscolano I e Palestrina non hanno autopompe, tutte fuori uso e non ve ne sono altre per sostituirle - ha tuonato Angelo Mogavero, sindacalista Conapo dei Vigili del Fuoco di Roma - stiamo pagando il conto di anni di tagli lineari".