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Coronavirus: scoppia la rivolta nelle carceri romane di Rebibbia e Regina Coeli

Necessario l'intervento dei vigili del fuoco per l'accensione di alcuni focolai nel penitenziario della via Tiburtina

E' arrivata anche nelle carceri romane di Rebibbia e Regina Coeli la rivolta carceraria scoppiata in seguito alla stretta nei colloqui decisa dalle nuove norme sul Coronavirus. Numerosi mezzi della Polizia penitenziaria hanno ulteriormente aumentato la loro presenza soprattutto nel penitenziario della via Tiburtina dove i detenuti hanno iniziato a battere i ferri al Reparto G11 Nuovo Complesso.

Le maggiori criticità, come detto, nel Nuovo Complesso Penitenziario di Rebibbia dove, dalle 13: 55 del 9 marzo, diverse squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenute a seguito dell'accensione di alcuni focolai nei diversi bracci del penitenziario. Presenti sul posto le squadre di Nomentano, La Rustica, il Funzionario di Guardia ed il Capo Turno provinciale con l’ausilio di una autoscala, un’autobotte, il carro teli ed il carro autoprotettori. 

Sia a Rebibbia che a Regina Coeli schierati i reparti blindati della polizia di Stato. 

Rivolta carcere di Rebibbia 09.03.2020

A complicare la situazione i parenti dei detenuti, soprattutto donne con bambini al seguito, che hanno bloccato la via Tiburtina solidali alla protesta all'interno del reparto G11. Una cinquantina le persone che, megafoni alla mano, si sono trovate davanti i cancelli del carcere del quadrante nord est, chiedendo di aver informazioni su amici e parenti. 

Una rivolta che si è scatenata a pioggia con quelle degli altri istituti penitenziari d'Italia, da Milano a Modena fino a Foggia e a Palermo dopo le disposizioni sui colloqui via Skype o da remoto con i familiari per contenere il rischio di contagio del coronavirus.

La rivolta ha trovato il commento del Segretario Generale Aggiunto CISL FNS Massimo Costantino: "Apprendiamo dì criticità che si stanno svolgendo all'interno dell'istituto penitenziario del NC Rebibbia- Roma. Sull’istituto vi è un elicottero per controllare la situazione. Si vede dall’esterno uscire del fumo all’interno del muro di cinta. Altre criticità ci vengono segnalate a Regina Coeli ed a Viterbo". 

 Per la Fns cisl Lazio "occorre che le autorità tutte, in primo modo anche il Ministro della Giustizia, mettano in campo ogni utile misura per garantire la salute e l’incolumità dei Poliziotti penitenziari e delle persone ristrette. Apprendiamo - conclude il sindacalista di Polizia Penitenziaria - di rinforzi provenienti anche dal personale in servizio presso tale sede ma fatti rientrare dalle ferie o riposi". 

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