rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità

Raccomandate "pazze", Ater si giustifica e tira dritto

Quello dell'azienda è l'ultimo step di un piano triennale di rientro delle morosità iniziato nel 2020. Rimane il dubbio sull'utilità di chiedere debiti risalenti a trent'anni fa, caduti in prescrizione

L'invio di raccomandate a migliaia di famiglie in tutta Roma da parte di Ater, nelle quali si chiedono a inquilini ed ex inquilini (oggi proprietari) le cifre più svariate riferite a canoni o oneri accessori non corrisposti (in alcuni casi con destinatari defunti da decenni), ha gettato nel panico interi quartieri, da Villaggio Olimpico a Torre Spaccata. Contattata da RomaToday, l'azienda territoriale di edilizia residenziale di Roma ha fornito la sua versione, nel tentativo anche di rassicurare l'utenza. 

"Nei giorni scorsi abbiamo inviato 18.000 diffide - fa sapere Ater - che fanno parte di un piano triennale, iniziato nel 2020, per il recupero delle morosità. Siamo nell'ultima fase del piano che riguarda le posizioni debitorie di utenti che ad oggi non hanno più alcun rapporto contrattuale con noi. Parliamo di rapporti cessati". 

Ma come mai Ater chiede ancora soldi a chi oggi è proprietario di un appartamento non più "popolare"? La risposta dell'azienda è questa: "Anche successivamente alll'acquisto - specificano - possono essersi verificate situazioni debitorie. Perché Ater potrebbe essere rimasta per un periodo titolare di servizi poi passati in capo a un'amministrazione condominiale". In sostanza l'azienda si è fatta carico di pulizie, sfalcio e cura del verde - che alcuni abitanti di Villaggio Olimpico hanno dichiarato non siano mai stati fatti, se non molto raramente - ed eventuali rate da pagare per godere di questi servizi potrebbero non essere state onorate. Da qui le diffide. 

"Per l'azienda è un atto dovuto recuperare questi debiti - continuano - per questo motivo chiediamo agli utenti destinatari delle raccomandate di darci riscontro, molti già lo hanno fatto prendendo appuntamento. Insieme a loro verificheremo la correttezza della situazione. Teniamo a sottolineare che mettersi in contatto con noi tramite pec, raccomandata o telefonicamente comporta la sospensione dei tempi di pagamento indicati nella raccomandata, ovvero 60 giorni". Anche perché in alcuni casi l'ufficio relazioni con il pubblico ha dato appuntamenti a 5 mesi di distanza. 

A destare ancora qualche dubbio è l'utilità (non la legittimità, quella c'è) di chiedere indietro debiti risalenti a oltre dieci anni fa. Infatti, secondo quanto spiegato da Ater, le rate condominiali non corrisposte da inquilini ed ex inquilini potrebbero risalire al periodo di "interregno" tra la gestione dell'azienda e quella della nuova amministrazione condominiale che, secondo il racconto di una abitante di via Danimarca al Villaggio Olimpico, si è costituita nel 1992. Da quel momento, quindi, a chiedere eventuali rate omesse dovrebbe essere chi oggi amministra quegli stabili, non Ater.

Per debiti precedenti, all'interno di una fascia temporale di pochi anni, subentra la prescrizione prevista dal codice civile: "Un'istanza di parte" rispondono da Ater. Di parte perché è l'ipotetico debitore a chiedere la prescrizione al momento della contestazione, dopodiché è un tribunale a stabilire se è legittimo applicarla o meno. Sta di fatto che per debiti condominiali - come per le utenze o il bollo auto, quindi pagamenti periodici - la prescrizione scatta solitamente dopo 5 anni. 

In ogni caso Ater vuole andare incontro alla sua utenza (o ex tale) e nei prossimi giorni potrebbe organizzare incontri con i vari comitati di inquilini e abitanti per spiegare una volta per tutte il motivo di queste raccomandate e le modalità per verificare le situazioni di ognuno. "Inoltre apriremo anche nuovi canali di comunicazione dedicati all'utenza". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Raccomandate "pazze", Ater si giustifica e tira dritto

RomaToday è in caricamento