Vaccino Pfizer, sindacalista in sciopero della fame per richiami a 35 giorni: depositato l'esposto al Tar
Francesco Iacovone, sindacalista del Cobas nazionale, ha annunciato che smetterà di mangiare a oltranza sino a quando il richiamo non tornerà a 21 giorni almeno per i fragili
Sciopero della fame a oltranza contro l’allungamento dei tempi di richiamo per i vaccini anti covid Pfizer nel Lazio. A proclamarlo è Francesco Iacovone, del Cobas nazionale, nella giornata in cui è stato depositato il ricorso al Tar proprio per protestare contro lo spostamento dei richiami dai 21 ai 35 giorni.
“Quanto accade in queste ore è a dir poco kafkiano, l’assessore D'amato apre le prenotazioni per i 40enni e lascia scoperti fragili e anziani che non potranno accedere alla seconda dose nei tempi previsti dalla Pfizer, e dalle approvazioni degli enti regolatori Ema e Aifa - tuona Iacovone - Se qualcuno vuole minare la mia salute è giusto che quel qualcuno sia io. Perché se qualcuno vuole togliermi questo diritto costituzionale io rispondo con una protesta nonviolenta e determinata. Perché quanto sta perpetrando la Regione Lazio è una violenza inaccettabile sul bene più prezioso che ho”.
Iacovone ha citato il caso della madre, morta per covid lo scorso 21 marzo: “Avrebbe compiuto 80anni ieri. Una malata oncologica con un tumore aggressivo ai polmoni che non ha avuto il vaccino in tempo - spiega il rappresentante sindacale - mentre era costretta ad affrontare le radio e le chemio terapie in ospedale con i rischi di contagio connessi, tutto per i ritardi sui vaccini. E mentre i furbetti di tutta Italia saltavano la fila. È stata buttata dentro un container per 2 mesi al cimitero, come una cassetta di frutta. Perché questo non è un paese civile neanche nella morte”.
“Attenderò con serenità l'esito del ricorso, ma proseguirò questo sciopero della fame fino a che i cittadini non vedranno riconosciuta l'inviolabilità del diritto costituzionale alla salute”, conclude Iacovone.
L’obiettivo dei promotori del ricorso è quello di ottenere un’immediata sospensiva della decisione della Regione Lazio, che il 10 maggio scorso ha annunciato il posticipo della seconda somministrazione, su raccomandazione del Cts, per ampliare la platea dei vaccinati e consentire l’utilizzo di Pfizer, le cui dosi sono esaurite negli hub per le troppe richieste.
L’azione legale è stata lanciata e coordinata inizialmente su Facebook tramite la pagina “Il richiamo Pfizer (Comirnaty) lo facciamo dopo 21 giorni”, che conta su oltre 2.600 membri. L’assessore alla Sanità D’Amato ha annunciato che le dosi saranno anticipate solo per gli appartenenti alla Tabella 1 - i cosiddetti estremamente vulnerabili, circa mille persone - ma se i giudici del Tribunale amministrativo regionale dovessero accogliere subito il ricorso la sospensiva della disposizione della Pisana scatterebbe immediatamente, e potrebbe valere già da lunedì 17 maggio, data dalla quale partirebbe la proroga dei primi richiami, spostati appunto di quindici giorni.