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Una raccolta di assorbenti per le donne detenute nelle carceri romane

Lucha Y Siesta si occupa di ricevere le donazioni fino al 28 maggio: "Molte detenute non possono permettersi di avere prodotti in qualità e quantità sufficienti"

Dal 14 aprile al 28 maggio Lucha Y Siesta, Pid e Aidos lanciano una raccolta di assorbenti per donne e ragazze detenute nelle carceri romane. L'iniziativa vuole superare la discriminazione che si verifica tra chi ha accesso al sopravvitto - il supplemento al vitto previsto nei penitenziari - perché in possesso di un conto corrente interno e chi invece non può, dovendosi accontentare di prodotti scelti dall'istituto, nella qualità e nella quantità. 

 "Non avere accesso o avere limitate possibilità di scelta ai prodotti per l'igiene mestruale - scrivono le associazioni in una nota - vuol dire violare il diritto umano alla dignità. Serve abbattere gli stereotipi e fare in modo che si abbia una gestione autonoma e sana del ciclo mestruale. La campagna viene lanciata il 14 aprile, alle ore 18.30 da Lucha y Siesta con l'occasione della presentazione del libro 'Corpi reclusi in attesa di espulsione. La detenzione amministrativa ai tempi della sindemia' di Francesca Esposito, Giacomo Mattiello ed Emilio Caja. E' possibile donare assorbenti classici di qualsiasi marca e modello, non assorbenti interni, portandoli presso la Casa delle Donne Lucha y Siesta, in Via Lucio Sestio 10, che rimarrà aperta per la raccolta tutti i mercoledì, la mattina dalle 9 alle 13 e il pomeriggio dalle 15 alle 19".

Gli assorbenti raccolti verranno consegnati all'istituto penitenziario Rebibbia Femminile di Roma. A livello globale, si legge nella nota, "sono ben 2,3 miliardi le persone che non hanno accesso a servizi igienico-sanitari di base, in molte aree povere solo il 27% della popolazione ha modo di lavarsi le mani con acqua e sapone nella propria abitazione e in diversi paesi non c'è disponibilità o facilità di accesso agli assorbenti - i dati forniti - . Per chi vive in queste condizioni l'igiene mestruale rappresenta un problema che comporta rischi per la salute e che può causare esclusione sociale, assenza da scuola e dal posto di lavoro, fino allo stigma". 

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