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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il post sessista del docente di un liceo, scoppia nuova polemica. La reazione degli studenti

L'autore è un supplente dell'Orazio: "Una preghiera per quei genitori che mandano le figlie a scuola vestite come tr...e". Rusconi: "Andrebbe licenziato"

Prima la frase infelice rivolta da una insegnante del Righi a una studentessa "sorpresa" a ballare in classe a pancia scoperta ("Ma che stai sulla Salaria?"), poi il post di un supplente dell'Orazio - il caso vuole che provenga proprio dal Righi - nel quale si lascia andare a un insulto ("vestite come t...e") nei confronti delle studentesse che non rispettano il dress code. In nemmeno una settimana due episodi differenti, ma con lo stesso comun denominatore: il sessismo. 

Gli alunni di entrambi i licei, geograficamente lontani ma uniti dalla protesta, hanno annunciato mobilitazioni - in parte già messe in campo, come successo nello scientifico di via Boncompagni - e anche dal mondo della scuola si sono levate autorevoli voci di ferma condanna, soprattutto all'indomani della volgare esternazione del prof del classico di Talenti: "Se è vero quanto postato dal docente - ha detto all'Ansa Mario Rusconi, presidente dell'associazione nazionale presidi di Roma - non solo ha commesso una grave scorrettezza, ma dovrebbe essere sospeso dall'insegnamento. Il preside dovrebbe avviare un procedimento disciplinare e a quel punto l'ufficio scolastico regionale metterebbe sotto accusa il prof ed è prevista la rimozione dall'incarico, fino al licenziamento".

Addirittura, secondo Rusconi "se si ravvisassero profili penali andrebbe inviato tutto alla Procura della Repubblica per avviare un procedimento". "Fatti di questo tipo infatti - ragiona Rusconi - hanno una rilevanza forte. Un insegnante, uscendo da scuola, non si spoglia del suo ruolo. Le vicende che stanno emergendo in questi giorni dimostrano come avremmo necessità di un serio sistema di reclutamento e di valutazione dei docenti, quest'ultimo non esiste e siamo gli unici un Europa. Inoltre non basta superare un concorso per diventare buoni insegnanti e imparare come si insegna, serve una preparazione specifica che al momento non c'è". 

Anche Cristina Costarelli, dirigente del Newton e preside dell'Anp Lazio sottolinea il collegamento tra le due vicende e aggiunge: "Se è pur vero che a scuola esiste un dress code non scritto  - spiega - che rientra nella sfera dell'opportunità, del buon senso e del buon gusto, questo non significa che un docente debba esprimersi in quella maniera rispetto al genere femminile, è una cosa intollerabile e grave". Per Maddalena Gissi, segretaria Cisl Scuola "la nostra professione non ci consente queste indecenze - dichiara sempre all'Ansa - noi dobbiamo essere un modello per i nostri studenti nei modi e nei comportamenti. Questo dell'Orazio è uno dei casi indifendibili. Se confermato da circostanze reali non avrà mai un sindacato serio al suo fianco". 

Claudia Pratelli, assessora alla Scuola di Roma Capitale, è sconcertata: "Ogni volta che un insegnante alimenta il sessismo la scuola si fa male, molto male - scrive su Facebook -. Un professore di un liceo romano esercita un giudizio inaccettabile, retrogrado e offensivo nei confronti di ogni studentessa. I luoghi della formazione sono quelli in cui si costruiscono menti libere, lontane da stereotipi, capaci di esercitare un pensiero critico. È solo così che si pongono le basi di una società libera e egualitaria. Il resto è medioevo".

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