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Il Comune condannato per discriminazione nei confronti delle persone con disabilità

Il tribunale civile di Roma ordina a Pomezia - oggi commissariata, ex M5S - di stilare un piano per la rimozione delle barriere architettoniche entro giugno 2023

Il piano di eliminazione delle barriere architettoniche adottato in ritardo e una scarsa attenzione nei confronti dei diritti delle persone con disabilità. Per questi motivi l'associazione Luca Coscioni ha presentato ricorso nei confronti del comune di Pomezia, che è stato recentemente condannato a presentare un piano entro il primo semestre 2023 e a procedere alla rimozione delle barriere entro fine anno. 

L'ordinanza del tribunale contro il comune di Pomezia

L'ordinanza è stata pubblicata il 5 gennaio dalla diciottesima sezione civile del tribunale di Roma, firmata dalla giudice Damiana Colla, dopo il ricorso presentato dagli avvocati Alessandro Gerardi e Giuseppe Di Bella, entrambi consiglieri dell'associazione no profit fondata nel 2002 dall'economista e politico Luca Coscioni, affetto da sclerosi laterale amiotrofica scomparso nel 2006. Secondo quanto fa sapere la stessa associazione, la condotta del comune a sud di Roma è stata considerata "discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità". 

Piano di eliminazione delle barriere architettoniche: una legge che non viene applicata

Il PEBA, piano di eliminazione delle barriere architettoniche, è stato introdotto con una legge del 1986 modificata nel 1992 e nel corso degli anni alcune amministrazioni locali (ancora poche) hanno adottato il piano. Ma non Pomezia: "Il Comune, anche secondo il tribunale - scrive l'associazione 'Luca Coscioni' - lo ha fatto con notevole ritardo, a maggio 2022, non consentendogli di procedere alla ricognizione degli interventi volti alla rimozione delle barriere. Tale ritardo - scrive la giudice, citata dalla no profit - incide sui diritti dei disabili, con realizzazione di una condotta da parte dell'amministrazione comunale in concreto svantaggiosa e discriminatoria per gli stessi". 

"Pomezia adotti un piano entro giugno 2023"

Il Comune di Pomezia - che ricordiamo, a guida Cinquestelle fino ad agosto, è stato commissariato a settembre 2022 in seguito allo scioglimento del consiglio, decaduto per le contemporanee dimissioni di 13 eletti - è stato dunque condannato a cessare il comportamento discriminatorio "mediante la rimozione entro il 30.12.2023 delle barriere architettoniche indicate nel ricorso - dicono dall'associazione - previa adozione, entro il 30.06.2023, di un piano di rimozione delle stesse da adottare". 

E' la prima condanna in Italia: "Da oggi la giustizia potrà intervenire"

"E' la prima condanna per condotta discriminatoria emessa in Italia nei confronti di un comune a causa della mancata adozione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche - fanno sapere ancora gli avvocati ricorrenti -. Nonostante la legge n. 41/1986 e la successiva legge n. 104/1992 impongano a tutte le amministrazioni comunali di dotarsi di un PEBA, ad oggi sono pochissimi gli enti locali che lo hanno fatto. Grazie a questa ordinanza, da oggi sarà dunque possibile rivolgersi alla giustizia civile per costringere i comuni a monitorare e a censire tutte le barriere architettoniche e sensoriali presenti sui loro territori e a programmare nel tempo gli interventi necessari alla loro rimozione".

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