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Sabato, 20 Aprile 2024
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Un'iniezione può salvare i pini di Roma dalla Cocciniglia: risultati positivi nel 90% dei casi

Presentati i risultati delle sperimentazioni che Eur Spa e l'università Federico II stanno effettuando dal 2019 sui pini

Le iniezioni di abamectina funzionano. Decisamente meno efficaci sono i lavaggi con il sapone di potassio.Dopo quindici mesi di trattamenti, Eur Spa ha presentato i risultati della sperimentazione condotta sui pini colpiti dalla Cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis).

Eur Spa e l'Univeristà Federico II

Da giugno del 2019, all’Eur, si sta lavorando per sconfiggere il parassita che sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di un simbolo: il pino romano. Per farlo l’azienda, partecipata al 90% dal MEF ed al 10% dal Comune di Roma, ha stretto un accordo con l’Università Federico II di Napoli. I ricercatori dell’Ateneo campano hanno deciso di concentrare i propri sforzi su due aree. Una situata nel Giardino  delle cascate. L’altra nel Parco del Ninfeo.

La sperimentazione 

Sulle aree in cui è stata condotta la sperimentazione sono stati utilizzati tre tipi di trattamento. E li si è ripetuti nel tempo, per valutarne l’efficacia. I risultati più incoraggianti sono stati riscontrati con il ricorso all’endoterapia, in particolare somministrando l’abamectina. Si tratta di un insetticida che una volta iniettato nel tronco delle piante, viene ingerito dalla cocciniglia tartaruga, provocandone la morte. L’ 88,5% dei pini malati che sono stati trattati con questo prodotto, hanno manifestato netti segnali di miglioramento.Un dato incoraggiante che lascia ben sperare per il futuro do questi alberi.

Il trattamento endoterapico

I risultati dei 15 mesi di sperimentazione sui pini del quartiere romano, sono stati presentati nel corso di una conferenza telematica organizzata da Eur Spa e svoltasi il 15 dicembre. “ Sono stati valutati differenti approcci  dall’intervento in chioma con saponi molli di potassio alla tecnica endoterapica con abamectina–  ha premesso Antonio Pietro Garonna, Professore di entomologia dell’Università  Federico II di Napoli – I risultati finora ottenuti dimostrano che l’endoterapia è promettente nell’abbattere le popolazioni della cocciniglia a densità tali da permettere ai pini di recuperare capacità vegetative”. 

Le iniezioni di abamectina

Il ricorso all'abamectina aveva sortito buoni effetti anche nei giardini del Vaticano, dov'era stata somministrata ad oltre 120 pini. I dati che sono stati esposti nel corso del webinar, vanno nella stessa direzione. E confermano che bisogna puntare sul trattamento endoterapico. Che però va ripetuto nel tempo. “Abbiamo voluto divulgare un protocollo d’azione scientificamente provato in ambiente urbano, efficace e soprattutto economicamente sostenibile su vasta scala, proprio per allargare la platea degli attori che lottano contro questa malattia, che potrebbe cambiare irrimediabimente il volto di Roma” ha commentato il presidente di EUR SPA Alberto Sasso. Adesso si attendono solo le linee guida dell'istituto fitoterapico regionale che, dall'ente regionale, fanno sapere di essere pronti ad approvare.

La strada da prendere

Cosa auspicare quindi per il futuro? Intanto la ricerca scientifica, forte di una sperimentazione avviata all’Eur già nel giugno del 2019, suggerisce dei percorsi da seguire. Il lavoro condotto sul Giardino delle cascate, ad esempio, ha evidenziato la necessità di anticipare la data del trattamento endoterapico a marzo, cioè prima che arrivi la primavera. Per uccidere i parassiti prima che giunga la loro stagione riproduttiva. Poi ci sono le soluzioni che, dalle sperimentazioni sui pini di Circo Massimo a quelle dei Giardini Vaticani, lasciano ben sperare. Il destino dei pini non è dunque segnato. Ma non bisogna perdere tempo. 

Come individuare la Cocciniglia tartaruga

Come possono fare i non addetti ai lavori a comprendere se un pino è stato raggiunto dalla Toumeyella parvicornis? Durante la primavera e l'estate gli alberi che sono colpiti dalla cocciniglia sono riconoscibili perchè rilasciano una melassa che, cadendo a terra, rende le superfici raggiunte particolarmente appiccicose. A differenza della resina questa sostanza zuccherina si rimuove con facilità, anche solo con l’acqua. Banalmente, quindi, se sul parabrezza di un’auto parcheggiata sotto un pino si trovano queste goccioline allora si é in presenza del temuto insetto. Nel resto dell'anno, per comprendere se la cocciniglia ha raggiunto un albero, si può provare a guardarne la chioma. Se è diradata è probabile che, nei mesi più caldi, il parassita abbia già fatto la sua comparsa.

Pini romani e cocciniglia tartaruga

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