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Attualità Appio Tuscolano / Via Appia Nuova, 359

Il condominio misto dove Ater non si presenta alle assemblee e impedisce l'acquisto di un ascensore

Succede in via Appia Nuova 359 al Tuscolano, in uno stabile misto dove l'azienda di edilizia residenziale sta mettendo all'asta il suo patrimonio

C'è un palazzo di cinque piani in via Appia Nuova 359, zona Furio Camillo, dove alcuni inquilini sono letteralmente tumulati in casa perché non possono scendere le scale e l'ascensore non c'è. Lo stabile, composto da affittuari e da proprietari che hanno riscattato o acquistato l'immobile, è di proprietà di Ater. 

Una soluzione alcuni condomini l'avrebbero anche trovata, ovvero mettere mano alle risorse personali e fare installare un ascensore, sfruttando la detrazione del 75% prevista per il 2022 su tutti gli interventi che hanno come scopo l'abbattimento delle barriere architettoniche in edifici già esistenti. Ma c'è un problema: la decisione dev'essere presa a maggioranza e l'inquilino più "pesante" è proprio Ater, che al 359 di via Appia Nuova ha ancora 10 appartamenti, anche se li sta man mano mettendo all'asta come è possibile verificare su un popolare sito di annunci immobiliari. 

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"Il punto è che quando abbiamo fatto l'assemblea decisiva - racconta a RomaToday Egidio, 59 anni, da tutta la vita inquilino di una delle undici scale che compongono il complesso - Ater non si è presentata. E così l'amministratore ha dovuto annullare la seduta, perché mancava il numero legale". A nulla sono valse le richieste inviate all'azienda territoriale di edilizia residenziale, come spiega ancora Egidio, con una invalidità al 35% per un incidente sul lavoro: "L'amministratore ha mandato una Pec - sottolinea - spiegando la situazione e specificando che la spesa non sarebbe a carico di Ater. Ma non hanno risposto". 

Anche perché di inquilini che avrebbero necessità dell'ascensore ce ne sono almeno tre: una ultraottantenne ridotta quasi all'immobilità dopo un'operazione all'anca (al 4° piano), una malata di cuore di sessant'anni e infine un ultrasettantenne al quinto, anch'egli con gravi impedimenti motori. "Alla più anziana, che per me è come una madre - racconta Egidio - una volta l'abbiamo dovuta portare a braccia fino a giù, perché doveva andare a firmare un documento all'ufficio postale. E' stato difficile, figuriamoci riportarla a casa. La figlia, che abita a Pomezia, le porta la spesa e i medicinali, stessa cosa facciamo noialtri vicini quando c'è bisogno".  

Eppure nell'ultimo anno Ater ha ricevuto diversi milioni di euro dalla Regione Lazio per riqualificare o realizzare ascensori e montacarichi nei suoi stabili, allo scopo di abbattere le barriere architettoniche: 15 milioni a giugno, altri 5 a novembre. Non solo: dal Pnrr, quindi dall'Unione Europea, sempre a novembre è arrivata notizia di un bando da 140 milioni complessivi per case Ater e del Comune nel territorio capitolino. 

Il 59enne non si capacita del disinteresse di Ater: "Stanno vendendo tutto - conclude - quindi gli farebbe comodo aumentare l'appetibilità degli alloggi. Noi chiediamo semplicemente un ascensore, siamo circa 11 condomini disposti a dividerci il 25% che rimane scoperto". Circa 22.500 euro, secondo i preventivi già ricevuti dal condominio. Non una cifra insormontabile, che vale la libertà di uscire di casa.

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