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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità San Lorenzo / Viale delle Provincie, 196

Viale delle Province, storia di un'occupazione durata 10 anni

I Blocchi precari metropolitani entrarono il 6 dicembre 2012. Dentro all'ex sede Inpdai hanno vissuto oltre 400 persone e oggi tutti hanno una nuova casa grazie all'accordo tra Ater, Regione e Roma Capitale

Otto piani, due plessi comunicanti, un cortile che gira tutto intorno protetto da una cancellata. Il palazzo di viale delle Province 196, lasciato definitivamente dai suoi occupanti il 31 agosto, si trova in una zona semi-centrale, a due passi dalla Sapienza e dal cimitero monumentale del Verano. Ci vivevano circa 400 persone, molte delle quali entrate il 6 dicembre 2012, giorno del primo "Tsunami Tour" delle occupazioni. Ora lo stabile, ex sede Inpdai, se lo è ripreso la proprietà. 

Una nuova casa per le famiglie occupanti

Sono 153 le famiglie che in totale hanno trovato un'altra collocazione, solo 5 di queste sono rimaste fuori dall'assegnazione di una casa popolare da parte di Ater o del comune, non avendo i requisiti, ma sono state comunque prese in carico dalla sala operativa sociale. Tutte le altre, anche in situazioni di co-housing, sono sparse tra San Basilio, Serpentara, Vigne Nuove, Acilia, Pietralata. Hanno lasciato il palazzone, originariamente destinato ad uffici, dopo che a metà febbraio si era svolto un censimento pacifico frutto di un accordo con il II municipio, la prefettura, la Regione Lazio e Roma Capitale. 

Le origini: lo "Tsunami Tour" del 6 dicembre 2012

Come detto, la storia dell'occupazione di viale delle Province, nel II municipio, inizia il 6 dicembre 2012. I Blocchi Precari Metropolitani, nati già da 5 anni, prendono parte a un'ondata di "prese di possesso" di palazzi vuoti sparsi in città. Nello stabile ex Inpdai entrano circa 500 persone, provenienti da ogi parte del mondo. Immigrati, senza dimora, disoccupati, lavoratori precari, ragazze madri, famiglie numerose reduci da sfratti. Paolo Di Vetta era lì quel giorno ed è rimasto uno dei principali referenti dell'esperienza fino a ieri: "Fu un giorno esaltate - racconta - perché in un solo giorno vennero occupati più spazi vuoti, fu un movimento largo e unitario". 

Un'occupazione centrale nel contesto romano

Quella di viale delle Province, poi, per ubicazione e numerosità ha fin da subito svolto un ruolo importante nel contesto urbano: "E' sempre stata legata soprattutto all'emergenza abitativa - prosegue - ma i suoi spazi comuni sono stati teatro di assemblee cittadine e nazionali, appuntamenti fissi per organizzazioni sindacali e associazioni. In quel palazzo è stata aperta una biblioteca (che verrà trasferita nell'occupazione di Metropoliz su via Prenestina, ndr), si è riunito per quasi tre anni il coordinamento regionale sulla salute e durante la pandemia la Asl ha aperto uno sportello al quale si rivolgevano da tutto il quartiere". 

I momenti di crisi: il tentato stupro e le accuse di spaccio

I problemi non sono mancati. Il 23 maggio 2014 un cittadino sudanese di 34 anni veniva arrestato dalla polizia con l'accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate. La notte precedente, secondo le ricostruzioni fatte all'epoca, l'uomo aveva tentato un approccio nei confronti di un'altra occupante e vedendosi respinto l'aveva picchiata per ore. "Noi abbiamo sempre detto che le occupazioni sono luoghi uguali agli altri - commenta Di Vetta - , ci possono essere situazioni difficili e anche brutte ma non vanno strumentalizzate. Perché accadono anche al di fuori. Quell’episodio lo abbiamo gestito non nascondendoci e affrontando le problematiche, cercando di capire cosa realmente fosse successo. Ancora oggi si naviga nel buio, non è chiara la vicenda e mai è stata chiarita. Ma è invece chiaro che quell’esperienza ha posto fine alla presenza di persone che non potevamo tollerare all'interno dell'occupazione. Tante volte si è tentato di far passare Province come una piazza di spaccio e di malaffare, ma abbiamo sempre respinto queste accuse". 

L'integrazione con il territorio e la funzione sociale 

Il rischio che finisse tutto poco dopo l'inizio dell'esperienza è stato concreto. Ma il percorso è continuato, pur con il rischio di sgombero sempre concreto. "Ma con il tempo la convivenza con il quartiere è cresciuta - ammette Di Vetta - anche grazie alla presenza di tante bambine e bambini che frequentavano le scuole del territorio. Le famiglie si sono conosciute, hanno fatto amicizia. Ed è da questo incontro che è nata poi l'esigenza di una piccola biblioteca, aperta anche all'esterno. Viale delle Province ha avuto una funzione abitativa e sociale. E' stato un condominio come gli altri, con delle difficoltà. Bisognava gestire la convivenza, gli spazi comuni, l'approvvigionamento di elettricità e la sistemazione degli spazi non pensati per essere abitazioni". 

La sentenza del Tar, l'elenco degli sgomberi e il censimento pacifico

Si arriva poi a febbraio 2022. Un mese prima il tribunale amministrativo del Lazio ha dato ragione alla InvestiRe Immobiliare Sgr Spa, società proprietaria dello stabile: il palazzo va sgomberato entro sei mesi e riconsegnato ai legittimi proprietari. Stessa richiesta per "Spin Time" a via Santa Croce in Gerusalemme e all'ex sede delle dogane in via Tiburtina 1250. Cresce l'agitazione, soprattutto perché il 9 febbraio fuori dai cancelli di viale delle Province 196 si presentano le forze dell'ordine per un censimento a sorpresa. Il municipio non ne sa nulla. Molti attivisti per il diritto all'abitare e sindacati di base si presentano per impedire l'accesso, che non avviene. Da quel momento parte una trattativa che si conclude con l'ok a un censimento "in borghese", per non creare tensioni. Va tutto liscio, il Prefetto Matteo Piantedosi riesce a prendere tempo con la proprietà e nasce una cabina di regia con comune e Regione. Nel frattempo, il 4 aprile, viene pubblicato l'elenco aggiornato degli sgomberi in ordine di priorità: ci sono Province e Valle Fiorita, oltre che Spin Time. 

La soluzione è una sola: il metodo Caravaggio

Come aveva già annunciato l'assessore alla casa di Roma Capitale Tobia Zevi, il metodo scelto per risolvere la questione sarebbe stato quello giò sperimentato con successo a via del Caravaggio in VIII municipio: da casa a casa. Ater e comune reperiscono alloggi vuoti e in base ai requisiti delle famiglie occupanti vengono assegnati, anche in co-housing se le condizioni lo permettono. Così accade anche per Province, sfruttando inevitabilmente anche la quota di riserva, normata dalla Regione, che permette di andare oltre la graduatoria di assegnazione delle case popolari quando si verifichino situazioni emergenziali. L'obiettivo era ed è quello di non ripetere quanto accaduto il 15 luglio 2019, con il blitz delle forze dell'ordine che sgomberò con la forza l'occupazione di via Cardinal Capranica a Primavalle. 

"Rimaniamo in contatto con le famiglie"

Trovate le case, quindi, si iniziano i trasferimenti. "Le famiglie sono contente - conclude Di Vetta - qualcuno magari si aspettava dimensioni diverse dei nuovi alloggi, quindi stiamo seguendo le loro situazioni. Abbiamo allestito uno sportello d'ascolto e assistenza a viale del Policlinico 137 (dove insiste un'altra storica occupazione, ndr) tramite il quale rimarremo vicini alle famiglie che ormai sono sparse in tutta Roma". Anche perché, come già annunciato dai Blocchi anche il 31 agosto alla fine dello sgombero "la lotta continua". 

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