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Il flop della manifestazione contro il Green Pass alla stazione Tiburtina

Una manciata di manifestanti si è presentata nel piazzale dove era stato convocato il presidio contro la certificazione verde, necessaria da oggi anche per viaggiare su treni a lunga percorrenza, aerei e navi. Presente in zona anche un ristretto numero di esponenti di Forza Nuova con il leader Giuliano Castellino

Controlli potenziati e attenzione massima, ma alla fine la manifestazione dei No Green Pass a Tiburtina è stata di fatto un flop. Pochissime le persone che si sono presentate davanti all’ingresso della stazione per protestare e impedire - come annunciato nel diffondere l’evento - alle persone di entrare, nel primo giorno in cui la certificazione verde è richiesta anche per salire su treni a lunga percorrenza, aerei e navi. E infatti nessun treno ha subito ritardi, e né il personale di Trenitalia predisposto ai controlli né le forze dell'ordine hanno registrato problemi.

L’appuntamento a Tiburtina era - come in molte altre città italiane - tra le 14 e le 14.30, ma alle 15, orario in cui avrebbe dovuto iniziare la manifestazione vera e propria, nel piazzale davanti all’ingresso della stazione c’era più giornalisti e membri delle forze dell’ordine che manifestanti. Timidamente qualcuno si è fatto avanti per dichiarare davanti alle telecamere la contrarietà al Green Pass e l’opposizione a quella che viene definita da molti aderenti al “movimento” una “dittatura”, ma non si è superata la decina di persone presenti appositamente, che si sono mescolate all’andirivieni di viaggiatori. 

Potenziato comunque, come promesso, il presidio delle forze dell’ordine, anche alla luce della presenza di un gruppo di militanti di Forza Nuova e del leader, Giuliano Castellino. Che non ha però preso parte alla manifestazione, ma è rimasto seduto ai tavolini di un bar nei pressi della stazione, dove è stato affisso anche uno striscione con lo slogan “Italiani contro il Green Pass”: “Quella di oggi è un’assemblea per una lotta che non può essere dettata nè da anonimi canali Telegram né dal mainstream, che vuole tensioni e provocazioni, nè tantomeno, dal Viminale e dalle sue strutture struttura", ha detto Castellino. Seduta ai tavolini anche Maura Granelli, nota anche come "Nonna Maura", volto noto di manifestazioni contro il Green Pass e fondatrice di un omonimo comitato. 

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Giuliano Castellino davanti allo striscione affisso nei pressi della stazione Tiburtina

Il riferimento è alla nota con cui la ministra Luciana Lamorgese ha condannato “gli attacchi mossi con toni inaccettabili sulla rete contro esponenti di Governo, politici, medici e giornalisti in relazione al green pass e alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19”, annunciando che “tutti questi episodi sono oggetto di indagini da parte della polizia giudiziaria” e aggiungendo che “non verranno tollerati minacce e inviti a commettere reati utilizzando il web e non saranno ammesse illegalità in occasione delle iniziative di protesta nei pressi delle stazioni ferroviarie pubblicizzate sulla rete per la giornata di mercoledì”.

La manifestazione di mercoledì contro il Green Pass è stata ancora una volta convocata tramite Telegram, attraverso un “tam tam” di chat in chat e la diffusione di un volantino con l’elenco delle stazioni in cui si sarebbe tenuto il blocco. A Tiburtina sono arrivate anche alcune donne che per partecipare hanno chiesto un giorno di ferie, rimaste deluse per l’assenza di manifestanti: “Come mai non c’è nessuno? Ditecelo voi che siete sicuramente meglio informati”, hanno replicato piccate ad alcuni cronisti, dalla borsa una bandiera dell’Italia e un maschera bianca a fare capolino.

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Il piazzale davanti all'ingresso della stazione intorno alle 15

Nelle ultime ore sempre sui gruppi Telegram è ripartito il tam-tam, convocando nuove manifestazioni per i prossimi giorni, ma filtra anche la delusione per il bilancio delle manifestazioni di oggi: non solo a Roma, ma in gran parte delle città italiane in cui si sono tenute i manifestanti erano manciate, superati di gran lunga dai giornalisti presenti per documentare il (mancato) presidio e le forze dell’ordine.

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