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Otto multe per otto manifesti, la storia della casa editrice Momo arriva in commissione Cultura: "Riconosciamo il suo lavoro"

Guadagno: "La commissione chiede al dipartimento Risorse economiche che la pratica inerente la vicenda in esame sia definita con carattere di urgenza"

Sulle otto multe alla casa editrice Momo interviene la commissione Cultura del Comuna di Roma. Il caso è stato affrontato ieri mattina, con una seduta richiesta dal consigliere M5S Roberto Di Palma: "La commissione chiede al dipartimento Risorse economiche che la pratica inerente la vicenda in esame sia definita con carattere di urgenza, in nome della meritevolezza che la stessa riveste", si legge in una comunicazione scritta al termine dell'incontro dalla presidente Eleonora Guadagno.  

La vicenda risale al gennaio del 2021 quando la piccola casa editrice indipendente romana, Momo, avviata pochi mesi prima della pandemia, ha ricevuto otto multe perché otto manifesti con il suo logo, grandi come un foglio di carta A3, sono stati trovati attaccati sopra un muro del quartiere di San Lorenzo. Pubblicizzavano eventi gratuiti per bambini all’interno di un evento culturale in un centro sociale della città. Il conto è salato: 3300 euro. Così la casa editrice, che pubblica soprattutto libri per bambini e ragazzi, “è a rischio”, aveva denunciato uno dei fondatori, Mattia Tombolini. 

Ieri mattina la commissione Cultura ha affrontato il caso. Da un lato, scrive Guadagno, “evidenziamo che la polizia locale ha agito in modo ineccepibile nella gestione della vicenda”. Dall'altro la presidente di commissione riconosce “l'importanza dell'attività culturale svolta dalla casa editrice e la meritevolezza della suddetta vicenda”. Per Di Palma, che ha richiesto la seduta, “l’argomento è delicato ed è giusto poterlo affrontare in una seduta pubblica”. 

Otto multe per otto manifesti: la storia

L’iter che ha di fronte la casa editrice resta quindi quello avviato con il ricorso con il quale la casa editrice chiede l’archiviazione delle multe in quanto non è responsabile e in quanto pubblicizzare una festa per bambini non equivale ad una pubblicità commerciale. Come ribadisce l'avvocato di Momo, Leonardo Pompili, "se non verrà riconosciuta l’archiviazione, la casa editrice chiede comunque l’applicazione di una soluzione più equa: il riconoscimento di una sola sanzione, dal momento che i manifesti sono stati attaccati su uno stesso muro, questa soluzione sembra infatti quella recentemente applicata dai Giudici romani in un caso del tutto analogo (17 manifesti una sola sanzione), o in ulteriore subordine che si riconosca quantomeno la continuazione fra le sanzioni prevista dalla legge".

“Siamo contenti che la commissione Cultura abbia riconosciuto il nostro lavoro”, ha commentato a Romatoday Mattia Tombolini. “Ci auguriamo che non sia ancora una volta solo la burocrazia a decidere rispetto alle valutazioni politiche che sono state avanzate. Dal momento che quanto ci è accaduto deriva dal regolamento comunale (in merito alle norme in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni, ndr), speriamo che questa storia serva a ripensarlo”.

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