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Monetine della fontana di Trevi dalla Caritas al Comune: monta la polemica e Raggi studia il dietrofront

La sindaca pensa a un passo indietro dopo l'ondata di proteste e appelli a sostegno della Caritas

Togliere le monetine alla Caritas e gestirle direttamente in Comune, dedicandole al restauro dei monumenti e in parte a servizi sociali, e facendole raccogliere da Acea. Un tesoretto, nel 2018 da 1,5 milioni di euro, da mettere a bando sottraendolo ai progetti per i più poveri organizzati dall'organo pastorale della Cei. L'idea del Campidoglio, scritta in una memoria di giunta del 28 dicembre, ha montato un caos dal quale la sindaca Raggi ora cerca di smarcarsi, studiando un possibile dietrofront. 

In queste ore incontrerà gli assessori Laura Baldassarre e Luca Bergamo per capire come uscire dall'empasse e salvare i rapporti con l'ente religioso. C'è tempo fino a marzo, perché il nuovo assetto dovrebbe partire dal 1 aprile. 

A raccontare dell'ondata di polemiche e appelli rivolti al Campidoglio per invitare la sindaca a un passo indietro è la Caritas stessa: "La decisione del Comune di modificare la procedura di affidamento per le monetine di Fontana di Trevi - finora utilizzate in progetti di solidarietà promossi dalla Diocesi - con un iter amministrativo ancora non definito, ha destato numerose prese di posizione che invitano la sindaca a modificare tale decisione. Giornalisti, politici, sacerdoti e tanti cittadini sono intervenuti sui social network" .

Il post su Facebook si chiude con il ringraziamento a chi "ha espresso tale fiducia alla Caritas, agli oltre 5mila volontari e ai 300 operatori impegnati ogni giorno in 51 opere ( mense, ostelli, comunità alloggio, case famiglia, ambulatori medici, servizi domiciliari, centri di ascolto nelle carceri) e 145 centri di ascolto parrocchiali".

 
 

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