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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Mancano i medici, ambulatori in tilt. L'ordine si appella alla Regione

Antonio Magi: "Speriamo si firmi presto un nuovo accordo con i sindacati"

L'emergenza Covid che fagocita le energie, turni settimanali più corti e malati con patologie croniche che vengono abbandonati, oltre ai tanti pensionamenti non rimpiazzati. La situazione negli ambulatori romani è critica, se non tragica: a denunciarlo è Antonio Magi, presidente dell'ordine dei medici della Capitale, intervistato dall'agenzia Dire. 

"Il problema in questo momento è legato più che altro a interventi che hanno a che fare con l'attività ospedaliera - spiega Magi - , quindi operazioni chirurgiche o altro. Purtroppo l'attività ambulatoriale di consulenze specialistiche è bloccata ovunque, sia a livello ospedaliero che a livello ambulatoriale. Negli ospedali i reparti sono pieni e i medici sono impegnati nella gestione dei malati Covid, e quindi è chiaro che non possono fare anche attività ambulatoriale e nemmeno attività di terapia". 

Il numero uno dell'Ordine capitolino aggiunge che "in questi anni, purtroppo, per motivi probabilmente di natura economica o altro si è andata sempre più a depauperare la presenza di specialisti nelle Asl a livello territoriale. Per cui le persone che hanno necessità di una visita diabetologica - spiega Magi - , di controllo per uno scompenso cardiaco, oncologico o altro, devono essere ricoverate quando invece potrebbero essere gestite sul territorio, dove però non trovano soddisfazione perché i medici andati in pensione non sono stati sostituiti".

C'è poi anche un cortocircuito rispetto ai turni settimanali: gli specialisti all'interno dei poliambulatori hanno contratti a orario, non a tempo pieno. "Non hanno le 38 ore - conferma il numero uno dell'ordine - e in questo periodo lavorano con una media di 20 ore settimanali. È chiaro che avendo già gli specialisti, senza andarli a cercare da altre parti, in questa fase basterebbe portare tutti quanti a 38 ore. Così facendo si raddoppierebbe il numero di specialisti su territorio e già si dimezzerebbe l'attesa delle persone. Queste sono le soluzioni".

Difficoltà dovute al sottodimensionamento e alla carenza di posti letto anche nei nosocomi: "Per quanto riguarda l'ospedale - continua Magi - bisogna potenziare sia il numero di posti letto sia gli organici: medici, tecnici e infermieri. Altrimenti in una capitale come Roma, che ha un'utenza enorme perché ci sono persone che vengono a curarsi anche da altre parti d'Italia, nei momenti di crisi ma anche per eventi di altra natura, come ad esempio il Giubileo o le manifestazioni sportive, si corre il rischio di generare una situazione di posti letto insufficiente per quelle che sono le necessità della cittadinanza".

Magi spiega infine che "in questi giorni si sta lavorando per un accordo regionale, spero che la fine di questa situazione giunga in tempi brevi. So che le organizzazioni sindacali si stanno incontrando in Regione proprio per portare a termine alcune cose. L'assessore Alessio D'Amato è molto sensibile a questo problema, conosce perfettamente la situazione". 

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