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Attualità Prati / Viale delle Milizie

Mamiani: dopo l'occupazione la preside sospende 250 studenti

Chiesto anche un risarcimento alle famiglie di circa 10mila euro per ritinteggiare la palestra e riparare alcune porte. Un rappresentante: "Inseriti anche danni già esistenti"

Dieci giorni di occupazione, tra le più lunghe a Roma, sono costati alla dirigenza scolastica del Terenzio Mamiani 10.000 euro. E per studentesse e studenti, circa 250 in totale, da due a quattro giorni di sospensione. Ma nello storico classico di viale delle Milizie a Prati la rottura tra alunni e corpo docente è ormai netta: in nemmeno due anni, quella andata in scena a novembre è stata la terza protesta. 

L'occupazione "record" del Mamiani

Iniziata nel pomeriggio dell'8 novembre, l'occupazione del Mamiani è stata tra le prime a Roma di questo autunno 2022. Il Mamiani, infatti, è stato il terzo istituto superiore di Roma a muoversi in maniera drastica, dopo il Pilo Albertelli (26 ottobre) ed Enzo Rossi, il 7 novembre. Durante il periodo di autogestione della scuola, tra i vari ospiti, il collettivo studentesco aveva invitato anche Christian Raimo, scrittore e insegnante, ex assessore alla cultura in III municipio. 

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In 250 si autodenunciano davanti alla preside

L'occupazione, durata fino alla manifestazione nazionale studentesca del 18 novembre, è stata duramente attaccata dalla preside Tiziana Sallusti che già in una prima circolare pubblicata il 9 novembre sul sito della scuola annunciava la denuncia e sanzioni per gli occupanti, come da regolamento d'istituto. "Ed effettivamente quando è ricominciata la didattica - racconta a RomaToday uno dei rappresentanti degli studenti - la stessa dirigente è venuta classe per classe a chiedere agli occupanti di autodenunciarsi. Si sono fatti avanti in 250, me compreso". 

Da 2 a 4 giorni di sospensione decisi dal consiglio d'istituto

Un numero che, forse, la preside non si aspettava: "Perché poi ha fatto un secondo giro di colloqui - continua lo studente - nel quale ha distinto tra occupanti attivi e passivi, quindi tra chi ha organizzato e partecipato volontariamente alla protesta e chi invece, secondo lei, l'aveva subita. In questo modo le sanzioni sono state molto differenti: quasi tutti gli iscritti del biennio hanno avuto solo due giorni di sospensione, uno dei quali senza obbligo di frequenza. Mentre in moltissimi del triennio hanno ricevuto quattro giorni, con un ristrettissimo gruppo di studenti ai quali la sospensione è di due giorni senza obbligo di frequenza. E' il livello più grave". 

La richiesta dei danni: 10mila euro per danni alle porte e un murale da cancellare

E' poi arrivata anche una richiesta di danni: "Circa 10.000 euro complessivi - prosegue il rappresentante - quindi una quarantina di euro a famiglia. Niente di che, però contestiamo la valutazione che è stata fatta dalla dirigenza, che ha scelto di inserire tra i danni causati dall'occupazione anche alcune porte già rotte in precedenza o la scalfittura di una lastra di marmo nell'atrio della scuola che si trova a oltre 3 metri d'altezza, irraggiungibile per qualsiasi studente. Il costo più alto, circa 2.500 euro, è stato per far ridipingere il muro della palestra sul quale avevamo fatto un murale con scritto 'Mamiani in lotta'. Non era una scritta vandalica, abbiamo abbellito un muro grigio".  Ma la scuola la pensa diversamente e ha ricoperto il murale ormai da tempo. 

Stop ai viaggi d'istruzione: "Una ripicca"

La preside, inoltre, avrebbe deciso di eliminare tutti i viaggi d'istruzione previsti: "Una ripicca dal nostro punto di vista - prosegue il rappresentante d'istituto - . Capiamo e accettiamo le sospensioni, perché previste dal regolamento. Ma perché non farci fare queste gite, che rappresentano anche un'occasione culturale oltre che di svago per noi studenti. Anche molti genitori sono rimasti contrariati". 

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