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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Riforma della magistratura onoraria, i vpo romani guidano la protesta: "Basta sfruttamento"

Proclamata l'astensione dal servizio dal 23 al 27 novembre, manifestazione il 24 novembre: la richiesta è di regolarizzare una volta per tutte la posizione lavorativa di centinaia tra giudici e vice procuratori ordinari

I magistrati onorari tornano a protestare contro una situazione che si trascina ormai da anni e che riguarda centinaia di vice procuratori e giudici onorari, di fatto diventati i “soldati” della complessa e mastodontica macchina della giustizia senza per questo avere in cambio le tutele e i compensi richiesti e promessi.

Le ragioni della protesta

A un anno dalla manifestazione davanti alla Corte di Cassazione del dicembre 2020, vice procuratori e giudici onorari della Federmot (Federazione Magistrati Onorari di Tribunale) hanno proclamato l’astensione dalle udienze e dagli altri servizi dal 23 al 27 novembre, puntando il dito contro “la persistente inerzia del Governo e del Parlamento riguardo al varo della riforma della magistratura onoraria”.

I vpo (vice procuratori onorari) romani guidano una protesta che si allarga a macchia d’olio in tutta Italia e da tempo ormai. A loro sono di fatto assegnate oltre la metà delle udienze penali e civili, ma il pagamento lordo per ogni udienza è di meno di 100 euro e non è garantita la loro presenza in aula ogni giorno. La richiesta è sempre stata quella di un adeguamento di salario e diritti, con compensi più equi, tutele previdenziali e ferie retribuite, ufficializzato tramite una riforma di cui ancora non vi è traccia nonostante le ingiunzioni. 

A oggi infatti i magistrati onorari non ricevono una retribuzione, ma un'indennità per l'attività svolta per un tempo determinato, occupazione che impedisce loro di esercitare la professione di avvocati in concomitanza. Sul tema è intervenuta anche la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che durante il Question Time dello scorso 4 novembre al Senato ha parlato di "tutele improcrastinabili", invitando a intervenire subito per assicurarle, prevedendo le risorse necessarie nella prossima legge di bilancio. Affermazioni che, per Federmot, sono insufficienti e restano senza seguito.

Il caso della Polonia

A infiammare gli animi anche il fatto che la Commissione Europea abbia condannato la Polonia per avere approvato una riforma della giustizia “che minerebbe l'autonomia e l'indipendenza della magistratura polacca, mentre dopo anni non riesce a obbligare il Governo italiano a rispettare gli stessi vincoli sovranazionali - è l’attacco della Federmot - Le violazioni polacche sono minime rispetto a quelle italiane, giacché i magistrati onorari italiani non hanno alcuna tutela previdenziale e assistenziale effettiva, percepiscono retribuzioni cinque volte più basse della media europea e possono essere espulsi con un procedimento sommario dall'ordine giudiziario”.

Nel 2020 l’Italia è già stata condannata dalla Corte di Giustizia, che aveva imposto di adeguare le norme nazionali ai trattati UE, ma “la procedura di infrazione è ferma. I magistrati onorari italiani svolgono oltre il 50% delle attività civili e penali, in materie sovrapponibili a quelle attribuite ai loro colleghi ordinari e non possono votare i componenti del  Consiglio Superiore della Magistratura né esservi eletti - sottolinea Raimondo Orrù, presidente di Federmot - L'ammontare degli scarsi emolumenti dipende dal potere discrezionale dei capi degli uffici di stabilire se e quanto farli lavorare, a prescindere dall'enorme arretrato che continua ad accumularsi. L'Italia consente anche che i magistrati ordinari si approprino della paternità dei loro provvedimenti, firmando le minute predisposte dai magistrati onorari o che interferiscano sulla decisione dei processi imponendo direttive incompatibili con il principio del libero convincimento del giudice naturale. Il trattamento diverso riservato  all'Italia e alla Polonia sull'autonomia e l'indipendenza dei loro magistrati mostra un'Europa che discrimina le Nazioni che la costituiscono: ad alcune è concesso tutto, ad altre molto meno”.

Manifestazione il 24 novembre

Un “intollerabile sfruttamento”, sottolineano i magistrati onorari, che si protrae ormai da tempo e che non sembra tenere conto né delle sentenze della Corte di Giustizia né del rischio procedura di infrazione. Di fondi per regolarizzare la posizione di centinaia di vpo non vi è traccia, lo scenario resta nebuloso e la frustrazione sale, tanto da spingerli a scendere nuovamente in piazza il 24 novembre per una nuova manifestazione per manifestare “il profondo sdegno, ancora maggiore rispetto al passato perché preceduto da un affidamento autentico in quella che appariva una stagione nuova e diversa, fatta finalmente di rispetto e considerazione per le nostre legittime richieste. Ancora una volta siamo stati traditi".

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