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Lupi a Roma: nel parco regionale dei Castelli partito il primo monitoraggio

Il parco ha aderito al monitoraggio nazionale sul lupo. Serve a stabilire la distribuzione ed il numero di esemplari presenti nel territorio

Quanti sono i lupi?  Rappresentano davvero una minaccia per il bestiame? E sono più numerosi gli esemplari puri o gli ibridi? Sono tante le domande che, il ritorno dei lupi, spinge a porsi.

Il necessario monitoraggio

La specie è protetta tuttavia non è mai stato avviato un monitoraggio, su basi scientifiche, della sua popolazione. Non ci sono informazioni precise neppure sulla sua effettiva distribuzione. Per questo è stata avviata una campagna che prevede di colmare lacune accumulatesi nei decenni. Vuoti che finiscono per alimentare leggende, antichi timori, allarmi ingiustificati

Il parco regionale dei Castelli Romani ha deciso di aderire al monitoraggio che, con la collaborazione dell’ISPRA, è stato avviato in tutto il territorio nazionale. Si punta a raccogliere sul campo dei dati, basandosi su protocolli operativi omogenei che sono stati appositamente predisposti dall’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale.

Cosa si cerca

Il campionamento si effettua solo su alcune aree specifiche precedentemente individuate, cioè delle celle quadrate di lato 10 km. Lungo queste superfici avviene la ricerca dei campioni, “principalmente escrementi ma anche resti di predazione ed altri segni di passaggio, che permetteranno di capire la presenza del Lupo” ha spiegato il Parco regionale dei Castelli Romani.

Come funziona l'indagine

I controlli vengono effettuati con cadenza bimestrale ed i campioni sono prelevati con un’apposita strumentazione. I dati raccolti insieme al materiale fotografico, vengono poi acquisiti attraverso un’App che è opportunamente creata. Poi sono mandati all’ISPRA che effettua le analisi genetiche per stabilire se i campioni siano effettivamente dei lupi o di ibridi.

Nè cani nè lupi: la proliferazione degli ibridi

Le prime valutazioni del parco

Il 30 dicembre si è concluso il primo ciclo di indagini. L’ente parco, che ha già predisposto l’acquisto di nuove fototrappole di alta qualità, ha dichiarato che “i dati raccolti finora hanno confermato la presenza del Lupo sul territorio, ma è ancora lunga la strada che ci consentirà di arrivare a comprendere di più sulle sue abitudini, il numero effettivo di presenze e la distribuzione di questa specie nella nostra area naturale protetta”. Cinquant’anni dopo l’approvazione della legge che ne stabiliva il divieto di caccia, si cominciano a compiere passi importanti per comprendere meglio le abitudini e soprattutto il numero di lupi presenti in Italia ed a Roma. 

Un lupo in pieno giorno: il video

Il ritorno dei lupi nella Capitale è un fatto assodato. Quelli presenti nel quadrante meridionale ed in particolare nella Riserva di Decima Malafede, ha recentemente spiegato il presidente di RomaNatura, arrivano dai Castelli Romani. Al parco regionale che partecipa al monitoraggio nazionale ora spetta l’onere, ed anche il merito, di contribuire a fornire informazioni più dettagliate sulla presenza del predatore, un simbolo della città eterna.
 

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