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Il giardino del San Filippo Neri dedicato a Lucianone: “Lo cureremo come lui faceva con i pazienti”

Nel giardino esterno dell'ospedale in cui lavorava Luciano Quaglieri, l'infermiere portato via dal Covid, ogni anno una pianta in sua memoria: "E' dedicato al suo sorriso e al suo impegno"

“Ciao big Luciano” e due cuori di accompagno. E’ questo lo striscione affisso nel giardino del San Filippo Neri dove si sono tenuti i funerali di Luciano Quaglieri: l’infermiere scomparso a 47 anni dopo aver contratto il Covid-19

Morto Luciano, l’infermere del pronto soccorso: buio sul San Filippo Neri

Lì per tutti era ‘Lucianone’, il gigante buono del pronto soccorso. La sua morte, così prematura e inaspettata, ha scosso un’intera comunità: medici, colleghi, personale sanitario e amministrativo, compresi tutti quei pazienti che lo hanno conosciuto. 

Tutti ne hanno sottolineato la grande professionalità, l’umanità e la dedizione in corsia. Palpabile la sua mancanza: sul San Filippo Neri è calato il buio. Lacrime e rabbia, la disperazione della famiglia: Luciano Quaglieri lascia due figlie e moglie, anche lei infermiera. 

Nel giardino dell’ospedale l’omaggio a Luciano Quaglieri

Ma ‘Lucianone’ nell’ospedale della Trionfale ha lasciato il segno. Ed è proprio li che sarà onorata la sua memoria. “Anche interpretando un desiderio della comunità aziendale, la ASL Roma 1 ha deciso di dedicare al suo impegno e al suo sorriso proprio il giardino esterno dove ci siamo riuniti. Ogni anno il giardino si arricchirà di una nuova pianta di cui tutti insieme ci prenderemo cura, così come Luciano si prendeva cura dei propri pazienti” - ha annunciato il Direttore Generale della Asl Roma 1, Angelo Tanese

Un’ala del San Filippo Neri dedicata a Lucianone

Nei giorni scorsi l’appello dei colleghi e degli amici affinchè un’ala del San Filippo Neri venga dedicata al ‘gigante buono’ del pronto soccorso: “Luciano rimarrà nel cuore di tutti i suoi colleghi. Era un eroe come e più di tanti di loro, ma è necessario che il suo sacrificio sia reso noto a tutte le persone che entrano al San Filippo Neri”,  per “non dimenticare chi, quotidianamente, si sacrifica in silenzio per noi” e per “rompere quel silenzio e dimostrare la propria riconoscenza, trasformando il luogo del sacrificio in un monumento”. 
 

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