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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il caso della "linea Fuxia dedicata alle donne"

Mistero sulla genesi di quella che è stata ribattezzata "Linea Fuxia", una linea bus pubblicizzata su social e sito con loghi della municipalizzata che dovrebbe "far conoscere i luoghi che nella Capitale lavorano sulla cultura di genere e contro la violenza"

Una pagina Facebook e un sito dedicato, paline e fermate modificate con il nuovo percorso. Eppure, a dare retta ad Atac, la fantomatica “linea fuxia”, creata per le donne - come si sostiene nella campagna che sfoggia sia il tema sia i loghi della municipalizzata - non esiste.

Un passo indietro: il 27 luglio compare su Facebook una pagina ribattezzata “LineaFuxia Atac”, collegata a un sito omonimo, in cui si spiega la nascita di una “linea dedicata ai luoghi simbolo della lotta alla violenza di genere. Perché il futuro è donna”. Il comunicato stampa, rilanciato un po’ ovunque (media compresi) parla di “un biglietto gratuito per le donne e un percorso destinato a far conoscere i luoghi che nella Capitale lavorano sulla cultura di genere e contro la violenza”.

Obiettivo della linea fuxia, garantire un servizio sicuro alle donne, soprattutto di notte, riconoscere il lavoro fatto dai centri anti violenza “per veicolare un messaggio forte che va ben oltre la strategia commerciale dell’azienda nelle giornate dell’8 marzo o del 25 novembre” e “riconoscere il valore di spazi fondamentali per Roma, luoghi uniti da una stessa visione e oggi collegati da una nuova linea”.

Il "giallo" della Linea Fuxia

Sulla carta un’iniziativa lodevole. Che ha però scatenato un pandemonio, e per due motivi differenti. Il primo è che Atac ha smentito categoricamente di avere istituito una “linea fuxia”, chiarendo che “non esiste, la notizia è destituita di ogni fondamento, le paline sono state modificate col sedicente nuovo percorso: tutto è stato falsificato, compresa una nota stampa e alcuni post su Facebook".

sito linea fuxia-2

Il secondo è che, a prescindere dalla fondatezza dell’iniziativa e da chi vi stia dietro, la notizia della linea fuxia arriva a pochi giorni dalla terza asta con cui Atac vuole vendere il deposito di via Lucio Sestio, sull’Appio Tuscolano, storica sede della Casa delle donne Lucha y Siesta, già sgomberata nel 2019.

Lucha y Siesta e la Casa Internazionale delle Donne contro la Linea Fuxia

Le associazioni che si battono per la tutela delle donne, nel venire a conoscenza della linea fuxia (e senza sapere ancora che Atac ne aveva preso le distanze), hanno risposto con durezza, ricordando che “l’Atac che oggi parla di linea fuxia è la stessa società di proprietà del Comune di Roma che ha inserito l’immobile in cui, da 13 anni, vive la complessa esperienza di Lucha y Siesta nel piano di concordato preventivo come fosse un oggetto vuoto,  immobile che il 5 agosto sarà battuto all’asta per la terza volta”.

Lucia y Siesta è stata fondata nel 2008 per accogliere donne e bambini che fuggono dalla violenza. Le operatrici del centro da tempo combattono contro la volontà di Atac di vendere lo stabile, e nella bagarre è intervenuta anche la Regione Lazio, che si è impegnata pubblicamente a partecipare all’asta facendo un’offerta in modo da garantire che la casa rifugio continui a vivere.

linea fucsia 2-2-2

“In questi lunghi anni di battaglie, Atac e Comune di Roma hanno saputo solo ingaggiare una guerra violenta contro Lucha y Siesta in nome di principi come legalità e decoro, svuotati di significato e mal posizionati nell’ordine delle priorità collettive - è l’accusa di Lucha y Siesta - E noi da anni lo ribadiamo: la criminalizzazione di spazi come LyS, imprescindibili per assumere collettivamente la consapevolezza che la violenza di genere è un problema strutturale e sistemico che ci riguarda tuttз, è la risposta intimidatoria e autoritaria di istituzioni carenti e spaventate dall’enorme produzione di pensiero e di battaglie politiche che lì dentro prende vita. Per questo non abbiamo bisogno di operazioni di pinkwashing ma di politiche attive e strutturali, abbiamo bisogno della vitalità e della longevità di esperienze come Lucha y Siesta”.

Anche la Casa Internazionale delle Donne ha preso posizione contro la fantomatica linea fuxia, chiedendo sarcasticamente “quali saranno le fermate? Passerà anche dalla casa delle Donne di Lucha y Siesta ? Atac ci porta in giro!”.

Il mistero sulla genesi della Linea Fuxia, comunque, resta, così come la pagina Facebook che la pubblicizza e il sito, che in effetti rispecchia la grafica di quello ufficiale Atac e rimanda a quello, mentre sul sito di Atac non vi sono collegamenti alla "linea per le donne".  

Che si tratti di un particolarissimo flash-mob, di una provocazione o di un "corto-circuito" interno ad Atac, la municipalizzata dal canto suo ha già comunicato di stare "valutando azioni legali”. Nei confronti di chi, però, ancora non è chiaro.

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