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Lo storico liceo del centro vuole indietro i suoi spazi e lancia una petizione online

Il Vittoria Colonna, primo istituto superiore del Regno d'Italia, rivendica l'utilizzo di aule oggi cedute ad un istituto comprensivo sottodimensionato

Un piano interamente ceduto alla scuola d'infanzia "Trento e Trieste" e all'istituto comprensivo "Virgilio", ma utilizzato meno di quanto ci si aspettava. Per questo la comunità scolastica del più antico istituto magistrale di Roma, fondato nel 1872, ha scritto all'ufficio scolastico e alle istituzioni competenti chiedendo di riavere indietro aule e servizi igienici, lanciando una petizione online che ha già superato le 600 firme in una settimana. 

Il primo liceo del Regno d'Italia chiede indietro gli spazi ceduti

Primo magistrale del Regno d'Italia, ospitato dall'edificio Casa Grande Barberini, tra via dei Giubbonari e il Monte della Pietà, il "Vittoria Colonna" vanta una storia di 151 anni ed è sotto la tutela della Soprintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio. Da tempo, però, ha dovuto cedere l'intero secondo piano in favore di una scuola d'infanzia e di un istituto comprensivo, creando delle conseguenze che dirigente scolastica, corpo docenti e studenti stanno subendo e denunciano con una raccolta firme che ha raggiunto i 650 aderenti e si rivolge all'ufficio scolastico regionale del Lazio. 

La petizione su Change.org lanciata dalla dirigente scolastica e dai prof

"Abbiamo chiesto più volte di riavere gli spazi - si legge nel testo della petizione, sostenuta anche dalla preside Franca Ida Rossi - ma senza alcun esito. Riteniamo fondamentale l'ottenimento degli spazi, non per aumentare il numero di classi, sempre lo stesso da sei anni, ma per garantire un numero congruo di aule che negli anni sono via via diminuite per la frequente e/o prolungata interdizione di alcune di esse e al contempo garantire il diritto allo studio di studenti che chiedono di iscriversi in corso d'anno, diritto spesso negato per la capienza e per il numero delle aule insufficienti". A causa della cessione degli spazi, che non vengono completamente utilizzati dall'istituto comprensivo per carenza di iscritti, studentesse e studenti del liceo al centro di Roma devono anche fare a meno della biblioteca "attualmente non fruibile perché ospita gli uffici di segreteria".  

"L'edificio meriterebbe un'attenzione congiunta per la sua ristrutturazione"

Dalla scuola chiedono anche interventi di ristrutturazione importanti, che consentano "l’inserimento e l’attivazione di impianti digitali destinati a consentire una didattica multidisciplinare, laboratoriale e orientativa al passo con i tempi - chiede la scuola - . A tutto ciò si aggiunge che la bellezza e la vetustà del Palazzo Casa Grande Barberini meriterebbe una attenzione congiunta da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, della Città Metropolitana e del Municipio I anche per la completa messa in sicurezza dell’edificio (piano antincendio e scale di emergenza)". 

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La soluzione c'è: un edificio chiuso nel cuore del Ghetto

Città Metropolitana, l'ente responsabile della manutenzione degli edifici scolastici di indirizzo superiore, sta cercando di trovare una soluzione: "Siamo consapevoli del problema - fa sapere a RomaToday Daniele Parrucci - e siamo in contatto diretto e costante con l'assessora competente del I municipio, Sermoneta. Purtroppo l'edificio è vincolatissimo, quindi è molto più difficile intervenire, anche per quello che c'è dentro: alcuni piani sono riservati all'istituto magistrale, in uno ci sono appartamenti privati. La vera soluzione, che coinvolgerebbe non solo il 'Vittoria Colonna' ma tutto il centro storico, sarebbe acquisire un immobile che si trova al Gjetto, in via di Sant'Ambrogio, molto grande e capiente. Parliamo di una ex elementare, che venne occupata e poi sgomberata e chiusa moltissimi anni fa". Il costo, però, è proibitivo: "Dai 6 agli 8 milioni di euro - specifica Parrucci - che speriamo di avere con l'integrazione di fondi che insieme al sindaco Roberto Gualtieri abbiamo chiesto al ministro Fitto, due mesi fa. Siamo uno dei pochi enti in Italia ad aver messo a gara tutti i soldi presi dal Pnrr entro il 31 dicembre 2022. Con altri 300 milioni di euro possiamo portare a termine ulteriori interventi, anche di acquisizione e ristrutturazione di edifici chiusi". 

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