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Liceo a Roma, mission impossible: le classi non ci sono e i presidi respingono gli studenti

Nessun investimento su nuove strutture, l'edilizia scolastica è ferma e ci vorrebbero 800 milioni di euro per progettazioni concrete, con gli scientifici che risultano i più in sofferenza

La notizia delle 210 iscrizioni respinte dal liceo scientifico Nomentano alla Bufalotta, nel III Municipio, ha inevitabilmente acceso un faro sulla situazione degli istituti superiori della Capitale che, ormai da diversi anni, si trovano a fare i conti con una carenza di spazi ulteriormente aggravata dalle norme anti-Covid. 

Un trend in piena crescita

Secondo quanto fa sapere Città Metropolitana, l'ex Provincia a cui compete la manutenzione dei plessi superiori e la realizzazione di nuovi, solo a Roma sono quasi una decina i licei che in vista dell'anno scolastico 2022/2023 si sono trovati a chiudere le porte alle famiglie dei ragazzi che stanno per concludere le medie. Un trend iniziato da almeno cinque anni e che andrà avanti, secondo l'ufficio scolastico regionale, almeno per altri quattro. 

Lo spostamento in periferia

I motivi di questa difficoltà ricettiva sono diversi, ma uno su tutti fornisce una spiegazione chiara, avvalorato dai numeri: Roma si espande di anno in anno, nascono nuovi quartieri popolati da famiglie che non potrebbero permettersi affitti o acquisti nelle zone più centrali. Nel 2016 Mapparoma indagava il fenomeno dello spopolamento del centro e l'incremento delle periferie, verificando che la crescita della popolazione residente nei primi dieci anni del 2000 è maggiore dove sorgono nuovi insediamenti residenziali prossimi o esterni al Raccordo, con casi in cui la popolazione è addirittura raddoppiata in dieci anni. A Lunghezza, che comprende Ponte di Nona, c'è stato un incremento del 111%, a San Vittorino del 94%. all'Infernetto del 126%, a Santa Palomba del 121% e a Vallerano Castel di Leva del 78%, ma anche Magliana con il 141%. 

Bufalotta e Mezzocammino, due facce della stessa medaglia

Interessante, consultando i dati specifici quartiere per quartiere, notare come dal 2001 al 2018 il quartiere della Bufalotta (dove il liceo Nomentano ha una delle due sedi ed è l'unico totalmente a indirizzo scientifico) ha visto aumentare i residenti di oltre 3.000 unità, una variazione del 66%. Un boom che inevitabilmente si ripercuote sulla frequenza nelle scuole, che a lungo andare accusano il non avere più classi per ospitare gli aspiranti studenti che abitano anche a Casal Boccone e nei nuovi comprensori di Parco Talenti. A sud il quartiere di Mezzocammino, seppur di origini ormai "antiche" (1961), ha visto più che raddoppiare i suoi abitanti a causa delle numerose realizzazioni urbanistiche limitrofe: +123% passando da 6.000 a 14.000 in diciassette anni. Va da sè che sia molto di più alta rispetto al passato la domanda che arriva a licei come il Plauto (che si trova a Spinaceto, molto vicino quindi) o al Cannizzaro, a dieci minuti di distanza in auto da Mezzocammino, un quartiere in cui si arriva ad avere fino alle scuole medie e poi ci si ferma. 

Il Cannizzaro all'Eur: 103 domande respinte

Giuseppa Tomao è la dirigente scolastica dello scientifico Stanislao Cannizzaro, con due sedi in zona Eur e oltre 1.200 alunni allo stato attuale. Per il 2022/2023 ha dovuto respingere 103 domande: "Non riusciamo ad accogliere tutti - fa sapere a RomaToday - e ci siamo pure un po' allargati quest'anno, con classi più numerose seppur nei limiti ammessi. Abbiamo chiesto a Città Metropolitana e anche ad Eur Spa di darci una mano, ad oggi nessun riscontro". A farcela sono stati in 270, provenienti dalle scuole medie del territorio: "Essendo uscite alcune quinte numerose - spiega la dirigente - ho potuto creare 10 classi in alcuni casi anche con 30 alunni, perché la metratura dell'aula lo permette. Di più non posso fare. Per fortuna all'open day con le famiglie eravamo stati chiari, spiegando le problematiche a cui saremmo andati incontro. La mia priorità è che i ragazzi siano sicuri, vivano la scuola senza problemi, in spazi adeguati, ancor più in tempo di Covid. Per questo nella sede di via dell'Oceano Indiano ho dovuto usare la biblioteca e il laboratorio di informatica per ospitare due classi". Nella ricerca di nuovi spazi, tra l'altro, conta molto il mantenimento dell'identità territoriale: "Non possono mandarci a 3 o 4 chilometri dalle due sedi - conclude Tomao - perché tra le altre cose diventerebbe un pellegrinaggio per i miei docenti". 

Il caso-limite del Nomentano

La dirigente del Nomentano, Giulia Orsini, è ormai in balia degli eventi e attende mosse dalle istituzioni: "I genitori hanno messo in piedi una petizione (che ha superato le 1.000 firme) per il reperimento di nuovi spazi - ci racconta - io al momento posso solo respingere le iscrizioni in eccesso. Tra l'altro quest'anno, su indicazione del consiglio d'istituto, non avevamo nemmeno fatto l'open day, per evitare di promuovere troppo il liceo, consci della quantità di iscrizioni che sarebbero arrivate e che già lo scorso anno avevamo dovuto respingere". L'istituto di via della Bufalotta "subisce" la scarsità di offerta nei dintorni: "Siamo gli unici totalmente a indirizzo scientifico - continua Orsini - perché l'Archimede non ha molte classi (ed è già pieno, ndr), il Giordano Bruno anche ne ha qualcuna, quindi vengono tutti da noi. Sa qual è la conseguenza di tutto ciò? - conclude la dirigente - . L'autonomia scolastica viene del tutto azzerata, come azzerato il diritto di scelta da parte dei genitori. Le famiglie che si affacciano e vedono il Nomentano, devono acquistare l'abbonamento dell'autobus ai figli per mandarli dall'altra parte della città, a meno che non decidano di cambiare completamente indirizzo". Quindi ragazzi che vorrebbero studiare al liceo scientifico che, per forza di cose, si trovano a scegliere un professionale, un tecnico, un linguistico per poter rimanere in zona. 

Il Newton e le tensostrutture che non si faranno

Spostandoci più al centro, un altro liceo che si trova in difficoltà è il Newton di viale Manzoni, non a caso un altro a indirizzo scientifico. Latino e greco non "tirano" più da tempo, i quattordicenni di oggi evidentemente puntano a formarsi su matematica, fisica, chimica e biologia per aprirsi strade diverse, che forse percepiscono come più sicure: "Quest'anno ho respinto 130 domande - ammette la preside del Newton - perché posso formare solo 8 prime classi, corrispondenti alle 8 quinte in uscita. Avrei avuto bisogno di cinque aule in più. L'anno scorso chiesi all'ufficio scolastico e alla Città Metropolitana nuovi spazi, proponendo la realizzazione di due tensostrutture leggere nei cortili dei due plessi, ma c'è stato silenzio totale. La linea, da quanto ho capito, è quella di investire in aree più periferiche dove ci sono più spazi per costruire". 

Al Cavour basta "sorteggi" e criteri più stringenti

Non distante c'è il Cavour, zona Colosseo. Lì lo scorso anno si è dovuto procedere con il sorteggio per accogliere nuovi studenti, stavolta la situazione è meno grave ma persistente: "Anche per il 2022 abbiamo esuberi - risponde la dirigente Claudia Sabatano - nonostante sia riuscita a formare una classe in più. La difficoltà c'è, quasi 50 iscrizioni respinte. Avendo cinque indirizzi abbiamo dovuto impostare dei criteri dettagliati per ognuno, tra questi anche il curriculum di studi. Come la risolviamo? Ci vorrebbe ua sede succursale, ma nei dintorni non c'è possibilità e spostarci troppo lontano non avrebbe senso". 

Città Metropolitana: "Ci vorrebbero 800 milioni di euro"

Per capire la situazione e come l'amministrazione provinciale sta pianificando il futuro, abbiamo interpellato Daniele Parrucci, consigliere Pd in Città Metropolitana con delega all'edilizia scolastica. "Dall'analisi che abbiamo fatto appena insediati - spiega - è emerso che per uscire dall'emergenza ci vorrebbero 800 milioni di euro di interventi in straordinaria amministrazione. Per il 2022 abbiamo ricevuto tra i 130 e i 140 milioni grazie ai fondi del Pnrr, non sappiamo quanto arriverà per il prossimo anno. Ad aggravare la situazione attuale, comunque, è che lavoriamo con una dotazione economica esigue, sono 7 milioni di euro da dividere ogni mese (quindi circa 700.000 euro al mese) in ordinaria, 1 milione l'anno in straordinaria". 

"Negli anni passati è mancata programmazione"

"In questi due mesi abbiamo dovuto fare delle scelte - ammette Parrucci - perché le segnalazioni di situazioni gravi erano molte, tra tetti pericolanti e bagni non funzionanti o non accessibili ai disabili. Alcune scuole, come l'Olivieri di Tivoli o la Mercuri di Marino, le ho dovute chiudere per intero o parzialmente spostando i ragazzi in moduli temporanei, che hanno un costo". Rispetto al boom di iscrizioni, il consigliere dem delinea l'orizzonte temporale: "Parlando con Rocco Pinneri, il direttore dell'ufficio scolastico regionale - continua - è emerso che questa impennata andrà avanti almeno per quattro anni. E' la conseguenza di un'assenza totale di programmazione negli anni precedenti e zero investimenti in edilizia scolastica. Non sono state individuate nuove scuole nei quartieri in crescita, dove si raccolgono bacini di utenza anche dai comuni della cinta intorno alla Capitale. Abbiamo chiesto una ricognizione di tutte le iscrizioni per capire se in qualche istituto si possono prendere aule per chi è in surplus. Quello che chiediamo ai presidi è di collaborare e aiutarci". Sul caso del liceo Nomentano: "Nelle prossime ore partirà un tavolo tecnico - annuncia Parrucci - per mappare le soluzioni sul territorio, il sindaco Gualtieri è informato". 


 

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