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Venerdì, 19 Aprile 2024

Filippo Guardascione

Collaboratore e opinionista - RomaToday

Le barriere architettoniche e il bonus dimenticato

Tutti si concentrano sul 110% per il risparmio energetico e nessuno parla di rinnovare il 75% volto a superare scale e assenza degli ascensori negli edifici privati. L’appello di 13 associazioni

Non passa giorno in cui parte della politica e dell’imprenditoria non lanci appelli al governo per riproporre il cosiddetto “superbonus” sull’efficientamento energetico che verrà rinnovato per il 2023, portandolo dal 110 al 90% dell’importo dei lavori. Nessuno, però, ricorda un altro importante vantaggio fiscale che interessa potenzialmente quattro milioni di italiani, dei quali solo a Roma 130.000 disabili motori.  L’agevolazione del 75% su tutti gli interventi necessari a superare le barriere architettoniche negli edifici privati è finita in un angolo. Non si sa se verrà rinnovata, né se verrà rimodulata. Tredici associazioni per i diritti di persone con disabilità hanno firmato un appello per il mantenimento della norma rivolto alla presidente del Consiglio Meloni. “Senza questa possibilità – scrivono  – sempre più persone si troveranno di fronte alla dolorosa alternativa di abbandonare la propria casa a causa di una scala che con l’età o per una malattia è diventata insormontabile”.

Si è molto discusso delle implicazioni etiche del superbonus 110%: i soldi della collettività finiscono col migliorare le case di proprietà, quindi di qualcuno che potenzialmente ha già una posizione privilegiata nella società. Dal lato opposto non si tiene nella dovuta considerazione chi ha uno svantaggio dovuto alla disabilità ed è costretto a rivolgersi a parenti o amici solo per uscire dalla propria abitazione. Ascensori troppo stretti, rampe di scale, pendenze eccessive sono per alcuni un disagio insormontabile tanto più in una città come Roma che nelle sue strade, nelle stazioni, negli uffici pubblici sembra voler lanciare uno schiaffo a chi quotidianamente chiede solo di potersi muovere. Almeno all’interno del proprio condominio, del caseggiato, dell’appartamento sarebbe indispensabile garantire quel diritto che fuori viene troppo spesso negato.

“Corpi differenti e stessi desideri”, era lo slogan dell’ultima edizione del Disability Pride di Roma durante il quale è stata ribadita l’esigenza di approvare il PEBA, il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche che si è arenato nelle stanze del Campidoglio. Sarebbe importante che almeno dal governo nazionale arrivasse un segnale forte col rinnovo del bonus 75%. Tutti si riempiono la bocca della parola inclusione ma senza un vero impegno economico resta solo un richiamo stucchevole.

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