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Roma e il Lazio puntano alla zona bianca, ecco i parametri e quando può accadere

Se il trend continua, la previsione dei tecnici è che l'Italia possa essere tutta bianca entro fine giugno

Roma e il Lazio puntano alla zona bianca. La data chiave potrebbe essere il 14 giugno. Da quel giorno le restrizioni potrebbero essere molto più morbide con tutte le attività aperte ed il coprifuoco che potrebbe essere eliminato. Resterebbero solo l'obbligo di mascherina e distanziamento.

Gli indicatori del Ministero della Salute, a livello nazionale, mostrano una diminuzione costante dell'incidenza dei nuovi casi su 100 mila abitanti. Non è un segreto che la zona bianca, particolarmente ambita dai presidenti delle regioni in vista della stagione estiva, potrebbe essere un toccasana anche per il rilancio del turismo. 

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I criteri del "nuovo" monitoraggio

Una premessa. Il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità, Governo e Cts ora cambia rispetto al solito. Sarà data importanza maggiore all'incidenza dei contagi e ai ricoveri ospedalieri, tenendo sempre conto anche l'indice di trasmissione Rt ed il rischio complessivo basato su 21 parametri. Stando a questi paramenti, le regioni sono - ad oggi - tutte in fascia gialla. 

Ce ne ne sono sei, però, che in base ai nuovi criteri (tra 50 e 150 nuovi casi), l'indice Rt sotto 1 e il rischio considerato "basso o moderato" hanno attualmente numeri da zona bianca: si tratta di Molise, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Liguria e Veneto. Di queste però solo le prime tre possono ambire alla tanto agognata promozione dal 31 maggio, questo perché bisogna rispettare il parametro da zona bianca per tre settimane consecutive. Le altre tre, se non ci saranno intoppi, dal 7 giugno.

I dati del Lazio, perché è possibile la zona bianca

E il Lazio? Negli ultimi sette giorni (tra mercoledì 12 e martedì 18 maggio), sono stati registrati circa 4000 nuovi positivi, ossia una media che oscilla tra i 550 e i 570 al giorno con Roma che, negli ultimi tre giorni, ha di fatto fatto registrare anche picchi più bassi, intorno ai 200 nuovi contagi in 24 ore. Il tasso di incidenza regionale dei casi ogni 100mila abitanti è quindi attualmente intorno quota 70. Per scendere al di sotto dei 50 casi servirebbe un costante calo dei nuovi contagi, con una media indicativa di circa 400 posiviti al giorno nel Lazio.

Tenendo questo passo, l'eventuale passaggio in zona bianca potrebbe essere previsto per lunedì 14 giugno. Ecco perché l'assessore alla sanità Alessio D'Amato - come sottolineato anche in una intervista a RomaToday - punta a immunizzare il numero più alto di cittadini entro maggio, anche con la prima dose, rilanciando pure la due giorni di Open Day per gli over 40

D'Amato: "Tutti gli indicatori sono in calo"

Che i dati degli ultimi giorni siano positivi, lo conferma oggi proprio D'Amato: "Tutti gli indicatori sono in calo, questo è un segnale importante, significa che la campagna vaccinale sta dando risultati ed è necessario che tutti coloro che rientrano nelle fasce d'età si prenotino per vaccinarsi, o che approfittino degli Open Day. L'indice Rt è in calo e si stima che si attesti a 0.8, l'incidenza per 100.000 abitanti è in calo intorno a 70 e in calo sono anche i tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica, entrambi sottosoglia. Calano il numero dei focolai che passano da 236 a 165".

L'Assessore alla sanità del Lazio traccia quindi la via: "Ora abbiamo necessità di avere certezza delle consegne dei vaccini a giugno e di ampliare la rete con i medici di medicina generale e le farmacie. Su queste ultime è necessario che venga emanata un'ordinanza dal Ministro della Salute per agevolare le modalità di arrivo dei vaccini nelle farmacie". 

Le regole della zona bianca: cosa si può fare e cosa no

La zona bianca è quella più ambita. La Sardegna l'ha vissuta e testata, ma - come direbbe proprio l'Assessore D'Amato - "non è un tana libera tutti". Anche le restrizioni, va detto, sono pressoché nulle. Le regole di quella fascia prevedono soltanto l'obbligo di indossare le mascherine, il distanziamento interpersonale, il divieto di assembramento e i protocolli anti Covid all'interno delle attività, che siano negozi o locali di ristorazione. Con questa fascia di rischio il coprifuoco può essere eliminato.

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