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Lazio tra arancione e rosso, resta alto il numero di ricoveri e terapie intensive

Secondo l'ultimo rapporto dell'Iss i casi da variante brasiliana sono in aumento nel Lazio

Roma e il Lazio sono nuovamente in bilico tra la zona arancione, quella attuale, e la zona rossa, quella che ci ha accompagnato dal 15 marzo per due settimane. Stando all'ultimo report dell'Iss di venerdì scorso, nella regione l'indice Rt è ancora sotto 1 ma è prevista "alta probabilità di progressione" del rischio Covid "nelle prossime settimane".

Va ricordato che, dopo l'ultimo Decreto, non ci saranno zone gialle fino a fine aprile anche se le regioni stanno spingendo affinché, dal 20 aprile, bar e ristoranti possano riaprire almeno a colazione o pranzo. Una opinione, questa, manifestata anche ieri a Montecitorio da diversi imprenditori.

Venerdì 9 aprile ci sarà il nuovo check da parte dell'Iss. Il Lazio, dati alla mano, dovrebbe rimanere in zona arancione ma i numeri degli ospedali fanno preoccupare.

L'indice Rt nel Lazio

L'indice di contagio Rt, stando agli ultimi dati, si mantiene a 0.98, ossia appena sotto la soglia di guardia a quota 1, con la soglia per passare automaticamente in zona rossa fissata a 1.25.

Nella settimana 24-30 marzo, secondo lo studio della fondazione Gimbe, la Regione Lazio ha registrato un incremento percentuale dei casi totali di contagio da SARS-CoV-2 del 4,6%; negli ultimi 14 giorni ( 17-30 marzo) si rileva un'incidenza di 431 casi positivi per 100.000 abitanti.

Terapie intensive ancora sotto pressione

Un parametro per cui il Lazio è considerata invece una Regione ad alto impatto è quello relativo al tasso di occupazione delle terapie intensive. Il valore del Lazio è sopra la soglia critica fissata dal governo al 30 per cento e si attesta, infatti, al 41 per cento con 396 ricoverati.

Sopra la soglia critica anche il tasso dei ricoveri nei reparti ordinari di malattie infettive, con la percentuale al 44%. Secondo le proiezioni dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali del 6 aprile, il picco dei ricoveri nelle terapie intensive potrebbe non essere stato raggiunto.

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Per tutto gennaio i pazienti ricoverati negli ospedali del Lazio sono diminuiti lentamente, ma costantemente, poi a metà di febbraio la curva ha ricominciato a risalire fino ai picchi di marzo e della prima parte di aprile. Questa crescita dei ricoveri, è dovuta al periodo in cui l'indice Rt del Lazio è stato calcolato a 1.31 e che ha provocato l'entrata del Lazio in zona rossa dal 15 al 28 marzo. In un mese (marzo-aprile), i dati sono in netto aumento: il 5 marzo c'erano 1872 ricoverati e 248 pazienti gravi, il 5 aprile invece 3095 ricoverati e 396 pazienti gravi.

Attenzione alle varianti 

Secondo l'ultima indagine rapida condotta dall'Iss e dal ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, inoltre, la variante brasiliana ha mantenuto, in Italia, "una prevalenza pari al 4%. Era infatti pari al 4,3% nella precedente indagine del 18 febbraio". Ma se il mese scorso "era stata segnalata in Umbria, Toscana e Lazio", nell'indagine del 18 marzo si trova "anche in Emilia-Romagna". I casi da variante brasiliana sono in diminuzione in Umbria e in aumento, invece, nel Lazio.  

La battaglia per i vaccini

Chiave per le riaperture, sono i vaccini. Questa notte è stata aperta la fase di prenotazione per gli anni 65 e 64 (ovvero i nati nel 1956 e 1957). Nella regione sono state fatte oltre un milione e centomila inoculazioni, e sono 341mila le persone vaccinate con la doppia dose. 

Il problema sta nel ritardo della consegna dei vaccini. L'assessore Alessio D'Amato ha fatto sapere che "c'è una forte preoccupazione per i tagli del 50% comunicati per le consegne del 14 aprile", mentre il carico del 20 aprile di vaccini Johnson & Johnson sarà molto meno ricco (appena 500mila dosi) e Pfizer non riesce a colmare il gap, così le iniezioni dei farmaci anti Covid nelle farmacie potrebbero slittare e anche i richiami per chi ha già ricevuto una dose possono subire variazioni.

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