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Lavoro femminile e parità retributiva, approvata proposta di legge in regione Lazio

Il Lazio è tra le prime Regioni a chiedere migliori condizioni lavorative per le donne. Approvata in IX Commissione lavoro e pari opportunità la proposta di legge regionale sulla parità retributiva.

Parità e lavoro femminile, il Lazio è tra le prime Regioni a chiedere migliori condizioni lavorative per le donne. Approvata in IX Commissione lavoro e pari opportunità la proposta di legge regionale sulla parità retributiva, il sostegno all’occupazione stabile e di qualità, l’imprenditoria femminile e la valorizzazione delle competenze delle donne.

Si è svolta questa mattina, in diretta streaming, nella sede della Regione Lazio a Roma, la Conferenza stampa sulla Parità salariale in cui è stata presentata la proposta di Legge regionale per la parità retributiva tra i sessi e il sostegno dell’occupazione femminile.

Sono intervenuti, tra gli altri, Daniele Leodori, Vice Presidente Regione Lazio con deleghe alla Programmazione economica, Bilancio,  Demanio e Patrimonio, Rapporti istituzionali, Rapporti con il Consiglio regionale, Accordi di programma e Conferenza di servizi, Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione  Lavoro, Formazione, Politiche giovanili, Pari opportunità,  Istruzione, Diritto allo studio, prima firmataria della proposta di legge 182/2019.

“Ciò che presentiamo oggi ha tutto fuorché un valore solo simbolico. Presentiamo infatti una proposta di legge più che mai necessaria, dovuta. Anzi: siamo in ritardo e dobbiamo fare il più presto possibile – dichiara il vice presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori Abbiamo cominciato il lavoro su questa proposta di legge consapevoli che il problema ha radici profonde, anche culturali, su cui dobbiamo lavorare molto nei prossimi anni, in primis noi uomini. Ma abbiamo deciso di agire anche con un’altra consapevolezza, e cioè che per operare un cambiamento sostanziale nella vita delle persone è necessario che la politica e le istituzioni si muovano. La proposta di legge che presentiamo oggi è rotonda e ricca, completa di diversi aspetti che non sempre si prendono in considerazione quando si agisce sul tema della parità. Ringrazio tutte e tutti quelli che ci hanno aiutati a scriverla, in primis la prima firmataria Eleonora Mattia" - ha aggiunto Leodori.

"Questa proposta di legge è frutto di un lavoro condiviso e trasversale tra le varie forze politiche. Personalmente sono fiera di aver contribuito come consigliera con misure concrete come gli incentivi per le PMI che vogliono accedere agli appalti pubblici di competenza della Regione - o degli enti dipendenti o controllati da quest’ultima - e per la quali costituirà titolo preferenziale l’essere iscritte nel registro regionale delle aziende virtuose che attuano politiche di parità di genere. Una procedura attualmente obbligatoria per le imprese che hanno almeno 100 dipendenti e che con questa proposta di legge viene estesa sotto forma di incentivo anche a tutte le PMI che vorranno accedere ai fondi pubblici regionali. Un incentivo economico volto a creare un cambiamento culturale e sociale", aggiunge Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale.

"La legge approvata oggi in Commissione regionale pone le basi per un cambiamento importante. Interviene sulla precarietà, sul gender pay gap che oggi sfiora il 18%, sul sovraccarico del lavoro di cura che pesa sulle donne e sulla loro fuoriuscita dal mondo del lavoro retribuito. Tutti elementi che si intrecciano e che riportano le donne nel passato, privandole dell’autonomia economica e di una piena partecipazione. La legge ha il grande pregio di affrontare il tema del lavoro delle donne in maniera organica senza dimenticare alcuni grandi nodi: le discriminazioni sul lavoro, una più equa distribuzione dei carichi di cura fra uomini e donne fornendo incentivi concreti, accesso al microcredito e misure specifiche per le donne con maggiori difficoltà come le vittime di violenza maschile. Non ultimo, chiama in causa le imprese perché contribuiscano a ridisegnare una nuova prospettiva. È una legge che saluto con plauso e per cui ringrazio Giovanna Pugliese, la presidente di Commissione Eleonora Mattia e la Commissione tutta, Alessandra Sartore, le presenti e il Consiglio tutto perché porta questa regione una volta di più dalla parte delle donne" lo dichiara l'Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della filiera e della cultura del cibo, Pari opportunità, Enrica Onorati.

Commenta così Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione in Consiglio Regionale e prima firmataria della proposta di legge 182/2019: “Siamo la prima Regione in Italia a mettere nero su bianco che c’è un problema con il lavoro delle donne e a mettere in campo soluzioni concrete e diversificate per risolverlo. Lo facciamo, tutte e tutti insieme, con una legge riconosce la parità di genere come presupposto per un sistema equo di cittadinanza oltre che per lo sviluppo socioeconomico e che con 7,6 milioni di euro nel prossimo triennio attua una rivoluzione e risponde ad esigenze quanto mai urgenti dopo la pandemia che ha colpito duramente l’occupazione femminile. Lo facciamo, oggi, tutte e tutti insieme per costruire una Regione Lazio più forte, più giusta, che sappia in primo luogo recuperare ogni posto di lavoro perduto, tutelare quelli in bilico e creare nuova occupazione di qualità. Siamo chiamati tutti a un salto di qualità in un mondo già cambiato, che va veloce e ci richiede il meglio di ciò che possiamo”.

Il testo approvato in Commissione si presenta come una legge quadro sul lavoro femminile e mette in campo strumenti per l’attuazione della parità retributiva, per l’inserimento e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Politiche attive del lavoro e formazione per le nuove competenze, educazione finanziaria e materie STEM, e incentivi alle imprese che assumono donne a tempo indeterminato. Impegno contro le molestie nei luoghi di lavoro come previsto dalla convenzione ILO. Ancora, sostengo all’imprenditoria femminile e alle donne in condizioni di disagio con il microcredito, ma anche strumenti di conciliazione dei tempi di vita, per la diffusione di una cultura paritaria nelle imprese e per la rappresentanza equa dei generi nelle posizioni apicali.

Nel Lazio  ancora 1 donna su 2 non lavora (52,1%) e solo nell’ultimo anno, secondo i dati Eures e Istat, l’occupazione femminile è scesa del 3,1% contro l’1,1% degli uomini, 33 mila unità perse su un totale di 44 mila posti in meno. Le donne soffrono di più la crisi perché vivono una situazione di disparità strutturale data da un’occupazione più precaria, flessibile, un sovraccarico di lavoro di cura e l’annoso tema del divario retributivo, dai salari alle pensioni. Se la contrattazione collettiva e i minimi retributivi contengono, almeno formalmente, il gap nel lavoro subordinato, la situazione è allarmante per le libere professioniste che guadagnano fino al 45% in meno dei colleghi uomini. Secondo l’ultimo rapporto Adepp, per esempio, se un medico nel Lazio dichiara un reddito di 52 mila euro annui per le colleghe il dato si ferma a 35 mila invece un’avvocata guadagna circa 27 mila euro l’anno di fronte i 65 mila dei colleghi uomini, il 41% in meno.

“Con questa legge continuiamo a costruire un Lazio più giusto, innovativo, coraggioso. Lo dobbiamo – conclude Mattia- a tutte le donne che lavorano il doppio, fuori e dentro casa. A quelle che vorrebbero un figlio e sanno che questo potrebbe compromettere il loro posto di lavoro. A quelle che il lavoro l’hanno perso. Alle lavoratrici precarie, costrette a scegliere il part-time, che rinunciano alle ore di straordinario e alle trasferte e quindi agli scatti di carriera. Lo facciamo per tutte le donne che hanno dovuto fare un passo indietro, nel silenzio, per secoli. Per non disturbare. Perché ora invece è il momento di prenderci il nostro spazio e fare rumore. E per questo ringrazio il Presidente Zingaretti, la sua giunta, le già Assessore Giovanna Pugliese e Alessandra Sartore per averci creduto da subito, il capogruppo PD Marco Vincenzi,  tutte le colleghe e i colleghi della commissione e coloro che l’hanno voluta sottoscrivere. Ora avanti con la conclusione dell'iter in aula. ”

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