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La storia di "mister Daspo" (e dei 55mila euro di multe non pagate)

Il quarantenne è il più colpito in Italia dai provvedimenti di allontanamento previsti dal nuovo regolamento di polizia urbana. Nonna Roma denuncia "l'abuso del dispositivo contro gli emarginati"

Il Daspo urbano come strumento repressivo nei confronti di indigenti e senza dimora, in nome del decoro. E' l'accusa che Nonna Roma, la onlus di mutuo soccorso che si occupa di povertà e migranti, muove contro le istituzioni nazionali e locali nel suo rapporto "Dalla strada alla casa". E per farlo porta ad esempio un caso clamoroso: quello di "mister Daspo", suo malgrado, con 187 provvedimenti in tre anni. 

Un Daspo ogni 5 giorni

Si tratta di un quarantenne cittadino del Bangladesh, senza dimora e nullatenente, che vive di commercio ambulante abusivo in zona Stazione Termini. Tra il 24 settembre 2017 e il 29 settembre 2020 l'uomo è stato ripetutamente "pizzicato" dalle forze dell'ordine - per lo più il nucleo Scalo Stazione Termini dei carabinieri, come specifica Nonna Roma - e ogni volta raggiunto dal cosiddetto "mini-Daspo", ovvero una multa dai 100 ai 300 euro e l'allontamento per 48 ore. 

Il "podio" dei daspati

Dopo di lui, si legge nel report, c'è una donna romena di 30 anni, raggiunta da 173 provvedimenti, mentre sul gradino più basso del "podio" c'è una 35enne, sempre romena, con 111 allontanamenti. Solo a Roma, da quando è entrato in vigore il nuovo regolamento di polizia urbana, in seguito al decreto legge Minniti del 2017, sono stati emessi 5.836 daspo urbani nei confronti di 2.536 soggetti. 

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Cosa diceva Raggi sul nuovo regolamento

"Anzitutto bisogna evidenziare come il regolamento - scrive Nonna Roma - sia stato completamente riscritto alla luce dei nuovi strumenti messi a disposizione dal decreto legge sulla sicurezza di Minniti". Virginia Raggi, al tempo sindaca della Capitale, esultò per la novità: “Dopo 70 anni di attesa, abbiamo approvato un nuovo regolamento  che rappresenta uno strumento completo ed efficace per la tutela e il decoro della città e per la sicurezza dei cittadini. Abbiamo superato la fase delle ordinanze, con misure innovative e moderne. Con quest’ultimo tassello l’intero apparato sanzionatorio diventa immediatamente applicabile". 

"Vero e proprio abuso del mini-Daspo"

"Appare evidente, insomma - prosegue il report della onlus - come nella città di Roma si sia registrato un vero e proprio abuso nell’utilizzo di uno strumento come quello del mini-Daspo che risulta peraltro inutilmente vessatorio rivolgendosi a condotte che manifestano un mero disagio sociale e che non possono, dunque, essere affrontate con strumenti punitivi". E che spostano semplicemente il problema (allontanando per 48 ore il senza dimora o l'ambulante) applicando inoltre una sanzione amministrativa che non verrà mai pagata. Secondo i calcoli fatti dall'associazione, "mister Daspo" dovrebbe alle casse del Campidoglio oltre 55.000 euro, che non possiede. 

La proposta di Nonna Roma

"Alla luce di tale quadro - chiede Nonna Roma -, risulta essenziale che il consiglio comunale provveda immediatamente a superare l’attuale regolamento urbano che, oltre a presentare notevoli profili di problematicità con la nostra Carta costituzionale, si sostanzia in dei provvedimenti altamente repressivi nei riguardi dei poveri e dei marginali. Alla necessaria abrogazione dovrebbe fare da contraltare l’avvio di un processo partecipato tra associazioni e comitati di quartiere per la scrittura di un nuovo regolamento, in cui non trovino più cittadinanza disposizioni che finiscano per sanzionare coloro che si trovano a vivere una situazione di disagio sociale".

Cos'è il Daspo urbano

Daspo è l'acronimo di "divieto di accedere alle manifestazioni sportive", perché in origine era una misura, nata nel 1989, per cacciare i violenti dagli stadi di calcio. Con il decreto legge dell'ex Ministro Marco Minniti, approvato nel febbraio 2017, Roma Capitale lo ha fatto suo inserendolo nel nuovo regolamento urbano della città, trasformandolo in "Daspo urbano". In base alla legge, quindi, è reato occupare spazi pubblici impedendo la fruizione o l'accesso alle infrastrutture (come le stazioni), fare commercio o parcheggio abusivo, essere in stato di ubriachezza o compiere atti contro la pubblica decenza. A Roma si sono  aggiunti altri divieti: sedersi sulle scalinate dei monumenti, svestirsi anche parzialmente in pubblico, calpestare le aiuole, lasciare i cani liberi, fare musica o cantare su mezzi pubblici e metropolitane. Chi viene sorpreso a violare il regolamento, è passibile di multa da 100 a 300 euro (raddoppiata in caso di recidiva) e allontanato per 48 ore (mini-Daspo). In caso la stessa persona venga sorpresa nuovamente a violare le disposizioni, l'allontanamento può arrivare a 1 anno su decisione del Questore e se violato si trasforma in arresto fino a 1 anno. 

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