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La multa all’azione degli artisti contro la zona rossa

“Coprifuoco” era un’esposizione abusiva nello spirito della disobbedienza civile: ora gli esecutori potrebbero pagare oltre 6mila euro di contravvenzione

Un tempo si sarebbe chiamata disobbedienza civile. E in effetti voleva essere un esperimento di ribellione artistica contro il lockdown, per riportare al vasto pubblico un piccolo sprazzo di arte e di cultura: protagonista, a partire dallo scorso 27 febbraio fino al 5 marzo, il collettivo “Il Bianco Carapace dell’Ipogeo Eterno” – nome lungo scelto apposta, ci dicono – che ha allestito sotto ponte Sisto, presso quel che a Roma si chiama la Piazza Tevere, una mostra d’arte. Sono stati appese agli argini del fiume sedici poster, sedici opere di altrettanti giovani, tra artisti e curatori, italiani e internazionali.

“Dotata di concept e didascalie”, spiegano gli organizzatori, “l’esposizione si intitolava “COPRIFUOCO” e si proponeva come un’occasione di riflessione sull’isolamento creativo ed espressivo che colpisce, ormai da un anno, il settore artistico”.

Si trattava, come dicevamo, di un’azione politica perché gli organizzatori non solo avevano messo in conto di venir multati, ma avevano anche messo da parte i soldi, pronti a pagare, e gli artisti erano stati avvertiti; avevano affisso una spiegazione per i passanti, dove si dettagliava che gli operatori erano consapevoli di aver attaccato del materiale abusivamente e che al contempo si erano spesi in un’opera di pulizia del circondario per compensare la loro impronta ecologica; il tutto era stato documentato e corredato di modi per interloquire con il collettivo artistico.

Contattato da RomaToday, l’artista che materialmente ha affisso le opere – Giuseppe Gnozzi – ha spiegato che “da Roma sono state contattate persone dalla Spagna, da Guadalupe, dagli Stati Uniti per organizzare qualcosa per strada, in questo periodo di difficoltà per l’arte. Perché le gallerie sono aperte e i musei no?”, ha spiegato. A norma di legge, spiega Gnozzi, la multa “preventivata” era di 300 euro e il collettivo ne aveva raccolti 500 per essere pronti a sostenere ulteriori tasse e spese.

“Il 5 marzo la Polizia Locale di Roma Capitale ha provveduto al sequestro di due dei diciotto fogli presenti”, hanno spiegato gli organizzatori: “Poche ore dopo, lo stesso ragazzo incaricato dell’installazione ha rimosso il resto della mostra, ormai incompleta, eseguendo anche un’attenta pulizia della superficie muraria che la ospitava”.

Il problema è che la Polizia Locale avrebbe però iniziato a inviare verbali di contravvenzione a tutti gli artisti che avevano firmato le opere, e non all’attivista che materialmente le aveva attaccate: “Il che è assurdo e non c’è nessuna prova. E’ come se nel manifesto di un circo, attaccato abusivamente, venissero multati tutti i nomi in cartellone, compresi i giocolieri e i leoni”. Se le multe arrivassero a tutti gli artisti, il collettivo calcola che potrebbero ammontare a oltre 6500 euro: “Più realisticamente arriveremo a 4mila euro”, ci spiega Gnozzi. Per ora le contravvenzioni accertate sono di 2mila euro. 

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