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Dalle serate jazz ad un album indipendente: lanciata la sfida per produrre Koké live session

Il circolo Arci Koké ha lanciato il crowdfunding

Il sogno è di quelli un “po’ folli” ma ha già mosso i primi passi per diventare realtà. Si chiama Koké live session ed è un progetto di musica indipendente che punta a dare vita al suo primo album con una produzione collettiva e condivisa sostenuto da una campagna di crowdfunding (Qui il link). Tutto è nato tra le mura di Koké, il piccolo circolo Arci di via Rosa Govona 11, a Monteverde, animato da sette ragazzi e ragazze tra i 25 e i 31 anni che offre ormai da un paio di anni una proposta culturale fatta di incontri su temi di attualità, serate di poesia e di musica. “L’idea per un salto di qualità è nata proprio da una delle rassegne più apprezzate dal pubblico, Kokè in Jazz, curata da alcuni degli amici del circolo, due giovani artisti di grandissimo talento che stanno emergendo con forza nel panorama musicale italiano”, spiega Federico Annibale, tra gli animatori e fondatori di Koké.

Si tratta di Francesco Fratini, trombettista, che fa parte dell’Orchestra Umbria Jazz nonché dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, e Paolo Zou, giovane chitarrista che ha suonato per vari progetti e formazioni di rilievo. Koké live session è stato registrato il 30 gennaio 2020 nel corso di una di queste serate live. Per il progetto musicale sono stati inclusi anche un ospite abituale della rassegna, il batterista Davide Savarese, e i due rapper romani S.W.E.D e William Pascal (Do You Thang). “La sfida”, continua Annibale “è quella di creare un inedito progetto di ‘cultura condivisa’, capace di coinvolgere la comunità e mettere in risalto musicisti emergenti fondendo jazz, rock, hip hop di qualità in un insolito mix di generi”.

Una sfida che si misurerà anche sulla sostenibilità economica del progetto. “I costi di produzione sono irraggiungibili per una piccola realtà culturale e sociale”, commenta ancora Annibale. “Le etichette difficilmente investirebbero, alla cieca, su un progetto proveniente da una realtà che non ha mai fatto nulla in questo campo”. Così Koké live session si propone di “abbattere tutte le barriere che interrompono spesso la filiera tra un processo culturale e la realizzazione di un’opera artistica”.

Per finanziare l’album è stata lanciato un crowdfunding. “Stiamo mettendo alla prova la comunità stessa che anima il Kokè offrendo la possibilità di diventare ‘produttrice’ del sogno di un album. Questo processo di cultura condivisa rende i membri di questa comunità capaci di scegliere liberamente ciò che la loro creatività sprigiona senza limiti alla fantasia, superando le ragioni di mercato, politiche, o semplicemente di opportunità produttive”. L’aspirazione di Koké è quella di diventare un “soggetto attivo, che mette in circolo l’enorme creatività che la nostra città è capace di sprigionare e che purtroppo resta imbrigliata nelle difficoltà pratiche”.

Da un punto di vista musicale Kokè Live Session è un “organismo ibrido”, caratteristica dovuta in primo luogo al fatto che i musicisti provengono da percorsi formativi differenti. “Lo stile principale è sicuramente quello jazz ma le contaminazioni sono tante, il rock della chitarra di Paolo Zou, sostenuta dal ritmo incalzante della batteria di Davide Savarese”. E ancora l’hip-hop di S.W.E.D e William Pascal (Do You Thang).

Centrale per questo album è anche il suo spirito di 'jam session'  con una matrice prettamente improvvisativa. “Prima della registrazione dell’album il gruppo si è incontrato una sola volta”, racconta Annibale, “e in quell'occasione i musicisti hanno scelto le generali direzioni sonore, dando poi libero spazio al mood della performance stessa”. Anche Koké ci ha messo del suo: “Alcuni brani non avevano alcuna scrittura a monte e in questo senso la musica è diventata il frutto del contesto stesso in cui è stata realizzata con un’atmosfera non replicabile”.

Per quanti vogliono un assaggio le serate di Koké in jazz continuano. Prossimo appuntamento lunedì 24 febbraio alle ore 21.30 (Tutte le informazioni)

I musicisti

Davide Savarese (1993), batterista, originario di Vibonati, provincia di Salerno, è il batterista di molti progetti musicali: Dumbo Station, Laterath, Orchestra di Piazza Vittorio. È anche presente nello spettacolo musicale di Rocco Papaleo Coast to Coast (batteria e percussioni) e nell’orchestra del programma musicale Amici. Collabora con Davide Shorty, Dolcenera, Alberto Urso. Nell’ambito più squisitamente jazz ha suonato con artisti del calibro di Maurizio Giammarco, Dario Deidda, Gregory Hutchinson e Rosario Giuliani
Insomma un artista poliedrico che tocca generi differenti, che all’occorrenza canta e suona la tastiera: come è successo in Kokè Live Session. 

Alla tromba Francesco Fratini (1990):  si è formato jazzisticamente alla New School For Jazz and Contemporary Music di New York. Finiti gli studi è tornato  a Roma, città natale per iniziare una carriera jazz segnata da collaborazioni importanti, data la sua giovane età. Infatti, si troverà a collaborare con Enrico Rava, Roberto Gatto, Paolo Damiani.
Questo percorso musicale lo ha portato a suonare in Canada, India, Arabia Saudita, Finlandia, Stati Uniti, Israele, Algeria, e in molti altri contesti. Fa parte dell’Orchestra Umbria Jazz nonché dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti. Altra collaborazione internazionale ed importante è quella con l’artista Anat Cohen (Clarinettista candidata nel 2017 a due Grammy Awards). Porta avanti dal 2016 un quartetto a suo nome, composto da Domenico Sanna, Luca Fattorini e Matteo Bultrini, con i quali ha fatto uscire il primo album della formazione a fine 2019: The Best Of All Possible Worlds, per Jando Music.


Il chitarrista è Paolo Zou (1992). Negli anni ha suonato per vari progetti e formazioni, quali Inna Cantina, Dumbo Station, Freak Show, Zotrio, Ials Big Band di Gianni Oddi, Maurizio Giammarco quintet ed altri. Con i Dumbo Station ha avuto la possibilità di accompagnare artisti come Dario Deidda, Javier Girotto, Danno Collederfomento, Davide Shorty, Serena Brancale, Rancore, Rosario Giuliani, Roberto Gatto, Skyzoo (rapper di NY, con il quale registrano un album originale). Costanti sono le collaborazioni con il mondo dell’Hip-Hop, che gli hanno permesso un proficuo dialogo musicale con il suo mondo sonoro d’origine: il Jazz. Attualmente impegnato nell'uscita del suo primo album da solista di nome "Piscinas", in uscita a marzo 2020.

William Pascal (1994) è un rapper italiano membro della Do Your Thang Receords dal 2014. Dopo aver pubblicato in free download i mixtape Timeless Ep (2014) e Lapis Niger reloaded (2015), nel 2017 fa uscire il suo primo album ufficiale William Pascal, da cui estrae i singoli Chocolope, Tour les jours e Game Over. Dopo circa un anno ha pubblicato il singolo Rouge. L’energica presenza sul palco e la sorprendente abilità nel fare rap sia in italiano sia in francese, hanno destato una discreta attenzione soprattutto nella sua città (Roma). Negli anni vanta l’apertura di concerti a gruppi internazionali (Chali 2na, The Four Owls, Chinese Man, Jeru The Damaja) e non (Clementino, Rancore, Willie Peyote, Colle Der Fomento, Rkomi) oltre a numerosissime collaborazioni importanti, tra cui Danno, Esa AKA El Presidente, DJ Fastcut e Cranio Randagio.

S.W.E.D. (1990) è cantante blues e Hip-Hop, membro anche lui dell’etichetta Do Your Thang Records(DYT). All’interno del DYT scrive ed arrangia pezzi che variano dal jazz all’hip hop, grazie soprattutto alla reciproca stima e collaborazione con il producer Rubber Soul. Nel 2014 ha collaborato con William Pascal e DJ Alan Beez nel singolo Gloom, estratto dal nuovo disco Lapis Niger Reloaded di William Pascal. Nel 2016 ha lavorato ad un disco con Rubber Soul e Penny Wise dal titolo “Down The Rabbit Hole” partecipando al primo singolo estratto dall’omonimo album. Fra il 2017 ed il 2018 sono usciti i suoi primi due singoli: Baghera e Samantha (ultimi due singoli proposti dall’artista).

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