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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Infanzia a rischio: nel Lazio il 9% dei minori è in condizioni di povertà relativa

La onlus diffonde i dati 2021. Riguardo alla dispersione scolastica, quasi il 12% non ha concluso il ciclo e il 22,4% non studia e non lavora

Diseguaglianze sociali, geografiche ed economiche. Il quadro che emerge dalla XII edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio, analisi della situazione in Italia da Sve the Children, non è dei più rassicuranti. Secondo i dati, infatti, nel Lazio il  9,2% delle bambine e dei bambini vive in una condizione di povertà relativa, meno di un bambino su cinque ha accesso agli asili nido.

Abbandono scolastico e nessuna formazione

Andando poi ad approfondire il tema scuola, gli "early school leavers" ovvero i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno concluso il ciclo d'istruzione, la percentuale nel Lazio è pari all'11,9%. Dato che sale quando si tratta di "neet", cioè coloro che nella fascia d'età dai 15 ai 29 anni non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione: sono il 22,4% della popolazione. In Europa gli "early school leavers" si fermano al 9,9%, i "neet" al 13,7%. 

"Povertà e assenza d'educazione terreno perfetto per mafie"

“Siamo di fronte ad un domani incerto - il commento della direttrice generale di Save the Children, Daniela Fatarella - . Da un lato c’è un futuro che rischia di essere compromesso dalla crisi economica, educativa, climatica. Dall’altro sembra esserci la miopia della politica che in questi ultimi decenni non ha investito a sufficienza sul bene più prezioso del nostro paese, l’infanzia. In Italia abbiamo un milione e trecentomila minori in povertà assoluta e la percentuale di NEET più alta d’Europa, con un esercito di giovani che non studia, non cerca lavoro e non si forma. Giovani che non sono messi nelle condizioni di contribuire attivamente allo sviluppo del Paese, senza dimenticare che povertà e assenza di educazione sono il terreno perfetto per attrarre risorse nelle mafie organizzate”.

Meno di 1 bambino su 5 usufruisce di nidi comunali

La povertà educativa (di cui abbiamo parlato anche in occasione della fine del progetto S.C.AT.T.I. a Roma Est), secondo la ricerca della onlus internazionale si sperimenta già dalla primissima infanzia: nella nostra regione meno di un bambino su 5 (il 18,8%) usufruisce di asili nido o di servizi integrativi per l'infanzia sovvenzionati dal Comune. Per quanto riguarda la spesa media per ogni bambino sotto i 3 anni, effettuata dai Comuni del Lazio, la cifra è di 1.882 euro: a Trento sono 2.481, in Calabria 149 euro. Per quanto riguarda il tempo pieno, la differenza tra province è rilevante: a Latina ne usufruiscono l'11,6% delle classi di scuola primaria, a Roma si arriva al 71,1%. L'unica provincia ad avvicinarsi di più al dato capitolino è Rieti, comunque ferma sotto al 40%. E le mense? In questo caso Rieti guida la classifica con l'82,2%, seguita da Roma con il 65,2. In fondo c'è Latina sotto al 20%. La media nazionale è oltre il 56%. 

La dad ha colpito gli studenti più poveri

La pandemia ha messo un ulteriore carico negativo sulla preparazione delle studentesse e degli studenti, aumentando i divari, come testimoniano anche i risultati dei test Invalsi degli ultimi anni. A Roma l'11,2% di chi frequenta l'ultimo anno delle superiori non ha raggiunto il livello sufficiente in tutte le prove (a Frosinone quasi il 15%), con la media nazionale al 10%. E le condizioni economiche delle famiglie hanno accentuato le differenze: i punteggi medi dei test in italiano e matematica hanno evidenziato risultati peggiori per chi proviene da nuclei di livello socio-economico basso o medio basso, con la didattica a distanza a giocare un ruolo decisivo, lasciando indietro coloro che non sono riusciti a stare al passo con il programma per mancanza di strumenti e di aiuto a casa.
 

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