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Rifiuti, altri cassonetti in fiamme. Gli albergatori: "Città sporca, i turisti chiedono spiegazioni"

Roghi in serie in vari quartieri. Si indaga anche su gesti di rabbia da parte di cittadini stanchi di vedere i rifiuti sparsi sui marciapiedi

Nella notte un altro rogo. Ancora un cassonetto Ama dato alle fiamme a Roma. Questa volta è avvenuto alle 4:30 del mattino di oggi 27 dicembre. Lo scenario è quello via Conte Verde. Le fiamme, oltre ad aver distrutto il contenitore della spazzatura, hanno danneggiato anche un'auto in sosta. Sul posto i Vigili del Fuoco e i Carabinieri di piazza Dante. 

Già perché, per gli inquirenti, è chiaro che questi roghi siano tutti dolosi. Così come quelli della giornata di Natale. L'ipotesi principale è che i romani si siano stancati di avere strade e marciapiedi pieni di rifiuti. Ma c'è anche il sospetto, da parte di chi indaga, che gli incendi possano aver avuto un'unica mano.

Tesi sposata in pieno da Daniele Diaco, portavoce all'Assemblea Capitolina e presidente Commissione IV Ambiente: "Si tratta di atti criminali commessi proprio mentre si sta svolgendo un enorme lavoro per garantire una città pulita e decorosa a fronte dell'incremento della produzione di rifiuti dovuta al periodo delle festività e al dimezzamento della capacità di trattamento degli impianti pubblici dopo il grave incendio che ha colpito il TMB Salario".

"I dati sono inquietanti. Nel periodo 2008-2016, a Roma sono stati incendiati circa 640 cassonetti, con una media di 80 all'anno. Tra il 2016 e il 2018 i cassonetti andati a fuoco sono stati 590, pari a 295 all’anno. - continua Diaco - I municipi più colpiti sono stati il VII e il X. In due anni, sono stati bruciati quasi lo stesso numero di cassonetti di quelli incendiati negli otto anni precedenti. Sempre negli ultimi due anni sono andate a fuoco anche due isole ecologiche e l'11 dicembre è stato distrutto da un grave incendio l’impianto pubblico di trattamento Ama di via Salaria".

Cassonetti in fiamme da Prati a Tor Sapienza

Cassonetti incendiati a Natale

Che ci sia un'unica regia o solo il malumore dei romani, dietro i roghi ai cassonetti, saranno le indagini a dirlo. Di municipio in municipio, è però certo, che i cittadini restano preoccupati. La situazione in cui versa Roma non passa inosservata neanche all'estero. Il corrispondente dall'Italia del New York Times Jason Horowitz in un reportage, pubblicato il giorno della vigilia di Natale sul quotidiano statunitense dal titolo 'Roma in rovina', ha scritto senza mezzi termini che "la città rischia di diventare una discarica". 

Una cartolina che danneggia la città come conferma, in una nota, l'Associazione dei Direttori di Albergo di Roma e Lazio esprime attraverso il suo Presidente Manuel Libertucci che esprime "profonda preoccupazione per il livello di allerta immondizia raggiunto".

"I turisti ospiti negli alberghi in città in questi giorni rientrano nelle strutture chiedendo spiegazioni, rammaricati per il livello di degrado raggiunto nelle strade invase dalla spazzatura. Questa emergenza non fa altro che aggiungere ulteriori ombre sulla pessima comunicazione che nel tempo sembra distinguere la nostra città a discapito della sua reputazione e con chiare ed evidenti ricadute sul traffico turistico. È ben chiaro a tutti gli addetti ai lavori da tempo che l'offerta ricettiva cittadina non è costituita semplicemente dalle strutture alberghiere ma da quella giusta alchimia tra i servizi offerti nella città, il suo decoro, la sicurezza ed ovviamente anche poi dalla qualità del servizio erogato in albergo stesso", tuona Libertucci.

L'Associazione dei Direttori di Albergo chiede "un intervento immediato e mirato da parte dell'amministrazione capitolina". A sbattere i pugni, in queste ore, anche il Codacons ricordando ai cittadini romani che "sul sito dell'Associazione è pubblicato il modulo attraverso il quale è possibile chiedere al Comune di Roma e all’Ama uno sconto dell'80% sulla tariffa rifiuti in presenza di disservizi nella raccolta della spazzatura, come previsto dalla normativa vigente".

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