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Venerdì, 19 Aprile 2024

VIDEO | Gli idranti fuori uso nella Roma che brucia

Mentre al centro città la situazione appare piuttosto buona, è in periferia che si trovano maggiori criticità con questo sistema antincendio assente o non funzionante

Complessivamente gli idranti a Roma sono 3050 sui 3823 di tutta la provincia. Di questi 430 non sono funzionanti, 260 solo Roma, anche se nella Capitale ce ne sono altri 120 che sono sotterranei. E mentre il centro di Roma è servito da una rete soddisfacente, man mano che ci si sposta verso la periferia la situazione cambia.

RomaToday è andata in due quartieri che sono stati protagonisti di alcuni incendi nelle ultime settimane, per capire la situazione anche dal punto di vista della rete idranti. E se a Trigoria Alta, che si trova sotto la gestione regionale di Roma Natura, non ha alcun accesso pubblico su strada all’approvvigionamento di acqua, a Colle degli Abeti (periferia del quadrante est di Roma) le colonnine degli idranti ci sono ma molte non funzionano. “Per questo abbiamo fatto un censimento - spiega Luciano Perali, segretario dell’associazione di protezione civile Terra nuova  -. In questo modo in caso di emergenza raggiungiamo quelle funzionanti a colpo sicuro, ma a volte si perde davvero molto tempo”.

“Abbiamo fatto una raccolta firme e presentato querela  - dice Fabio Piccinelli, presidente del comitato di quartiere Colle degli Abeti (Caat) -, ogni anno qui riscontriamo gli stessi problemi, il mancato sfalcio dell’erba e il sistema di idranti non funzionante, ed ogni anno dobbiamo assistere a dei violenti incendi che, com’è capitato in passato, entrano anche nei giardini delle abitazioni”.

Anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Alessandro Paola, ribadisce l’importanza di avere la rete idranti efficiente: "Quando non funzionano siamo proprio noi a segnalarne il disservizio e l'esigenza di ripristino, serve una manutenzione ordinaria che il comune dovrebbe curare con l'ente gestore degli acquedotti”. Quindi Acea.

Fonti idriche fondamentali e che, in alcune circostanze, segnano la buona uscita o meno di un intervento. Se, ad esempio, gli idranti sono presenti e funzionanti nel luogo in cui scoppia un incendio, i mezzi dei vigili del fuoco, o della protezione civile, non sarebbero costrette ad allontanarsi per approvvigionarsi dell’acqua, ma ne avrebbero a sufficienza fino al completo spegnimento del rogo. Con un enorme risparmio di tempo, fondamentale in caso di incendio.

(l'intervista al comandante Alessandro Paola è di Lorenzo Nicolini)

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