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Gian Marco Saolini, il romano che ha trollato l'Italia razzista (e non)

Un video (ironico) scambiato per vero da milioni di italiani. Mentre la nave Aquarius, con il suo carico di disperazione, raggiungeva la Spagna, gli italiani credevano all'assurdo racconto del nostromo Giovanni Titori

Mentre la nave Aquarius raggiungeva Valencia, in Italia, su Facebook in molti si indignavano per un video. "Mi chiamo Giovanni Titori. Sono un nostromo, ero imbarcato sulla nave Aquarius. Sono stato fatto secco, eliminato e licenziato perché volevo parlare, volevo dire la verità agli italiani". E qual è questa verità? "Sull'Aquarius non c'è crisi e disagio. La gente è felice. C'è una sala dove ci sono video game e giochi d'azzardo. Molti di loro passavano la serata giocando alla roulette". Una serie di assurdità tali da provocare una risata. Però, in un paese alla perenne caccia di mostri, da agitare per confermare paure e pseudo emergenze, la testimonianza è stata ritenuta reale.

In poco meno di 24 ore il video ha superato 2 milioni di visualizzazioni, raggiungendo 90.000 condivisioni. Mentre scriviamo, 60 ore dopo la pubblicazione, le visualizzazioni sono diventate quasi 4 milioni, 138.000 le condivisioni.

Il video è una burla, creato ad arte da Gian Marco Saolini, un giovane romano di Morena, webstar, troll, trasformista della rete, noto per altri filmati del genere in cui interpretava personaggi assurdi, anche in quei casi da tanti scambiati per veri. 

Nonostante l'evidente falso però in tanti hanno diffuso il video pensando fosse vero. Un fenomeno raccontato dai numeri (impressionanti), ma anche dai commenti, dove i tanti fan di Saolini sono stati affiancati dai sostenitori (molti di più) di Titori, assurto a mito e vittima di una presunta propaganda buonista pro Aquarius e i migranti da essa trasportati. "Come molti già sanno", spiega Saolini a RomaToday, "sono un trasformista e interpreto personaggi sempre diversi in base all’argomento che ho intenzione di toccare". Stavolta però, più di altre, la situazione è sfuggita di mano, tanto da sorprendere lo stesso autore: "Ormai è difficile che qualcosa mi meravigli perché sto sul campo e produco contenuti da 5 anni. Devo ammettere però che a questo giro data la palese assurdità del contenuto e il facile fact checking non mi aspettavo di fare 120.000 condivisioni in due giorni". 

Così invece è stato. Una viralità talmente alta da costringere politici e partiti politici a condividere la bufala e a segnalare il fatto stesso si trattasse di una fake news. Su tutte la Lega che sulla propria pagina per prima si è affrettata a smentire Giovanni Titori. Lo stesso Saolini è rimasto sorpreso: "Quello che sostengo da anni è che lo Stato e i Media non stanno lavorando bene su quel che riguarda l’approccio del Popolo ai Social Network. Gli Italiani sono lasciati in balia dei tempi e dell’evoluzione. Si è parlato di “più controlli”, censura delle fonti “non autorevoli”, pene più severe per chi diffonde fake news, una serie di provvedimenti mirati a soffocare l’analfabetismo popolare perdendo totalmente di vista il fulcro del problema. Gli Italiani hanno una grave mancanza di percezione della realtà, comprensione del testo, semiotica e conoscenza dell’ironia".

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Una vicenda che, una volta di più, ha dimostrato come le soluzioni sinora proposte contro le fake news siano tutte sbagliate e inappropriate. "Fino adesso", continua Saolini, "si è puntato tutto sul debunking, le misure cautelari, la propaganda a una corretta informazione: è arrivato il momento di entrare a gamba tesa con un’educazione civica di massa forzata e strategicamente studiata"

Ma chi è Gian Marco Saolini? E' lui stesso a rispondere. "E' il prigioniero della caverna di Platone che, riuscito a liberarsi delle catene, vuole provare a liberare quanti più prigionieri possibili, con l’uso della forza". 

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