rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità

Al Gemelli nata una bimba operata in utero per la spina bifida

La piccola è nata oltre la 36esima settimana di gestazione e sta bene, come la mamma. Il caso precedente risale al 2020

È nata a 36.4 settimane e sta bene Marta (nome di fantasia), la bambina operata in utero a sole 25 settimane di gestazione perché affetta da spina bifida. Il complesso intervento chirurgico è stato eseguito con successo dalla equipe multidisciplinare composta da ginecologi ostetrici, neonatologi, anestesisti e neurochirurghi della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

Che cos'è la sindroma di Chiari

La diagnosi ecografica era stata eseguita al quinto mese di gravidanza della mamma, e confermata mediante risonanza magnetica fetale: mielomeningocele lombosacrale di circa 2 cm con ventricolomegalia cerebrale e dislocamento verso il basso del cervelletto, la cosiddetta sindrome di Chiari.

Uno dei difetti più comuni del sistema nervoso centrale, che può causare gravi disabilità permanenti, come difficoltà motorie, paraplegia, idrocefalo, dislocazione verso il basso di cervelletto e tronco encefalico, disfunzione della vescica e dell’intestino, deformità ossee, possibili ritardi cognitivi e disfunzioni sessuali. I deficit neurologici sono causati dal danno anatomico e dall’esposizione prolungata delle strutture nervose al liquido amniotico, ed è per questo motivo che l'intervento in utero è fondamentale, contrastando il progressivo peggioramento durante la vita intrauterina.

“In genere questa grave forma di spina bifida viene operata nei primi giorni di vita – spiega il professor Marco De Santis, associato di ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica - ma trattarlo in utero previene dei danni ulteriori che nel corso della vita prenatale si possono avere sulle strutture nervose, soprattutto sul cervelletto. Fare l’intervento in utero è sicuramente un modo per ridurre alcune di queste disabilità. Studi randomizzati hanno dimostrato che operare prima della nascita garantisce risultati migliori che intervenire successivamente”.

L'intervento in open surgery

Il delicato intervento chirurgico sul feto è stato condotto in open surgery, e la gravidanza è proseguita senza complicazioni sia per la madre che per la bambina, nata a oltre 36 settimane di gestazione con taglio cesareo: si tratta del secondo caso di intervento in utero su un bimbo affetto da spina bifida al Policlinico Gemelli, il primo risale ad agosto 2020.

Adesso la piccola Marta è nelle mani esperte dell’UOSD di Spina bifida e Uropatie malformative del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, qualificato centro per il trattamento di questa patologia, diretta dalla professoressa Claudia Rendeli, ricercatrice in pediatria generale e specialistica all’Università Cattolica, campus di Roma, dove vengono seguiti nel tempo bimbi con difetto di chiusura del tubo neurale dalla diagnosi al trattamento pre e postnatale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Al Gemelli nata una bimba operata in utero per la spina bifida

RomaToday è in caricamento