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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Quartiere Coppedè: al via il restauro della Fontana delle Rane

Sul monumento che decora piazza Mincio è in corso un importante intervento che fa seguito ai lavori di consolidamento delle fondamenta: 283mila euro l'investimento complessivo

Partito il restauro della Fontana delle Rane, quella al centro di piazza Mincio nel quartiere Coppedè. Il progetto, sotto la direzione tecnico-scientifica della Sovrintendenza Capitolina, è il primo di tale portata dal momento dell’inaugurazione del monumento, avvenuta nel 1927. 

Restauro da 280mila per la Fontana delle Rane

Un intervento dall’importo complessivo, tra attività di consolidamento e restauro, pari a 283.683,12 euro (Iva esclusa). 

Per poter avviare i lavori del restauro, è stata necessaria una fase preparatoria, avviata a marzo scorso, durante la quale sono stati svolti interventi di consolidamento del terreno di fondazione della fontana. 

Dopo i lavori di consolidamento, terminati ad aprile, è stata indispensabile una sospensione delle attività di cantiere per permettere la necessaria stabilizzazione delle resine consolidanti nel terreno di fondazione. 

L’avvio dei lavori di restauro sui bacini e sul gruppo scultoreo nei giorni scorsi: si concluderanno per l’inizio della primavera del prossimo anno. 

Coppedè: al via il restauro della Fontana delle Rane

Piazza Mincio, cuore del Coppedè

La Fontana delle Rane è posta al centro di piazza Mincio, ed è stata progettata dall'architetto Gino Coppedè, insieme agli edifici circostanti, tra il 1917 e il 1926, nell'ambito della costruzione del piccolo quartiere adiacente via Po, in seguito conosciuto come quartiere Coppedè. Cuore del quartiere è rappresentato da piazza Mincio, di cui la Fontana delle Rane, così denominata per le dodici rane che la ornano, rappresenta l'elemento principale di arredo monumentale della piazza. Essa rispecchia lo stesso stile eclettico che decora le facciate dei palazzi circostanti, rappresentando un singolare esempio di urbanistica e decoro.

Progettata nel 1920, viene realizzata quattro anni dopo (1924) con alcune interessanti varianti: al posto dell’aiuola verde circolare con ciglio lapideo viene posizionata la vasca chiamata comunemente “il laghetto”.

A completare il progetto c’erano due lampioni a candelabro che furono realizzati alternati a due panchine, tutti elementi rimossi successivamente. Inizialmente tutta la piazza era a sampietrini, oggi rimasti solo per alcune file intorno al marciapiede della fontana come ulteriore area di rispetto.

La storia della Fontana delle Rane

Alimentata dall'Acqua Marcia e realizzata in malta cementizia e travertino, la fontana ha una vasca con diametro di circa 10 metri, il corpo scultoreo si eleva di 2,70 metri con un diametro di 7,50 metri, mentre il bacino superiore ha un diametro di 3,50 metri; l’altezza complessiva dal piano stradale è di 4,50 metri.

All'interno di un basso bacino (il cosiddetto “laghetto”) con il bordo in travertino si erge il corpo della fontana realizzata in malta cementizia: un possente pilastro circolare centrale sorregge il catino superiore, ornato alla base da quattro mascheroni, posti a guisa di mensole, e da otto rane disposte simmetricamente sul bordo superiore, raffigurate nell'atto di spiccare un salto, ciascuna delle quali lancia uno zampillo d'acqua nel catino. Una cannella per lo zampillo saliente è posta al centro del catino.

Intorno al pilastro, separati da esso da un'alta vasca quadrangolare nascosta alla vista, sono disposti radialmente quattro gruppi scultorei in corrispondenza dei quattro accessi stradali alla piazza, composti da coppie di figure maschili sorreggenti una monumentale valva di conchiglia, sul cui umbone è collocata una rana, dalle cui narici sprizzano getti d'acqua; le figure, inginocchiate, raffigurate con una folta capigliatura mossa dal vento e con reti da pescatore strette fra le mani, dalla bocca soffiano acqua nelle vaschette semicircolari disposte ai loro piedi.

Negli spazi fra i gruppi scultorei si trovano quattro massi lapidei inchiavardati fra loro, sulla cui sommità poggiano una valva di conchiglia e un’ape, di berniniana memoria, colta nell'atto di suggere acqua; alla base dei massi si trovano coppie di vaschette semicircolari.

Intorno al bacino corre un marciapiede con ciglio in travertino, suddiviso in campi da fasce ortogonali in travertino; ogni campo è ornato da una losanga in travertino incassata in malta bituminosa e cemento.

Il gioco delle acque della Fontana delle Rane

A questa articolata macchina scultorea si contrappone il gioco delle acque: quella calma e stagnante del laghetto, gli spruzzi e i getti incrociati delle figure maschili e delle rane, le cascatelle delle valve di conchiglia, il velo del catino, l’esuberante getto superiore.
 
 

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