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Venerdì, 22 Settembre 2023
Attualità Via di Castel Romano

Castel Romano: focolaio familiare nella baraccopoli, 12 positivi. Fra loro 4 bambini

Sottoposti a tampone la metà degli ospiti. L'area presidiata h24 dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale

Focolaio di Coronavirus nella baraccopoli di Castel Romano. Sono 12 le persone risultate positive al tampone per la SarsCov2, tutte appartenenti ad uno stesso nucleo familiare, fra loro 4 bambini. Il cluster familiare è stato individuato nell'ambito dello screening epidemiologico effettuato dal personale della Asl Roma 2 che monitora la situazione degli ospiti del campo rom dallo scorso 3 di febbraio. 

Tamponi a cui sono stati sottoposti alla data di oggi, 8 febbraio, 270 persone che dimorano del campo (dove risiedono circa 500 persone i cui esiti del test sono ancora in fase di lavorazione), con undici persone risultate positive ed il resto negative. "Una situazione sotto controllo",  fanno sapere dall'azienda sanitaria locale competente per territorio nell'area della baraccopoli della via Pontina, "con il nucleo familiare già posto in isolamento domiciliare" al fine di evitare il propagarsi del Covid19 agli altri ospiti della favela di Roma sud ovest. Informata anche la Comunità di Sant'Egidio, che si sta occupando della loro assistenza domiciliare. 

A rendere complicate le operazioni di tracciabilità la conformazione del campo, un'area dove circolano liberamente centinaia di persone. A controllarle diverse pattuglie della Polizia Locale, in presidio fisso nell'area d'ingresso del campo al fine di evitare l'entrata e l'uscita degli abitanti dalla favela per contenere l'eventuale diffusione del Coronavirus.  

Cluster familiare a Castel Romano

In relazione al cluster familiare è quindi arrivata la comunicazione dell'Unità di Crisi Covid19 della Regione Lazio che in una nota stampa specifica: "La Asl Roma 2 ha eseguito uno screening presso l’insediamento di Castel Romano. Sono state circa 300 le persone testate e di queste 12 sono risultate positive. I casi positivi fanno riferimento ad un unico nucleo familiare ed il caso indice potrebbe essere il capo famiglia. I casi sono stati isolati e la Asl Roma 2 sta eseguendo l’indagine epidemiologica”.

Il sequestro della baraccopoli di Castel Romano 

L'area della baraccopoli di Castel Romano era stata posta sotto sequestro il 16 luglio del 2020, quando la Polizia Locale diede esecuzione al sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Roma sia nell'area (denominata "F") del campo rom che nelle zone limitrofe dove nel corso degli anni si sono formate delle vere e proprie discariche abusive, associate al fenomeno dei cosiddetti roghi tossici ed allo sversamento di rifiuti con conseguente contaminazione delle falde acquifere a causa del percolato fuoriuscito dalle mini discariche. 

Sigilli che hanno riguardato un'aria importante, di circa 65mila metri quadrati, che si trova in parte all'interno della riserva naturale di Decima Malafede, apposti al termine di una lunga e complessa attività d'indagine con ipotesi di reato in violazione degli articoli 256 e 256 bis del Testo unico ambientale (combusione illecita di rifiuti). 

Autorità Giudiziaria che ha poi nominato la Sindaca Virginia Raggi custode giudiziario della baraccopoli, dove all'interno dei moduli abitativi risiedono circa 540 persone (di cui 280 minori), con la Prima Cittadina che avrebbe dovuto accelerare l'iter per lo sgombero dei moduli abitativi presenti nella favela che si trova sulla via Pontina. 

"Fallimento gestione campi rom" 

Duro il commento del dirigente romano della Lega Salvini Premier Fabrizio Santori che in una nota scrive: "La gravissima situazione emersa nel campo rom di Castel Romano, con una cinquantina di bambini positivi al covid, è la dimostrazione del fallimento a Cinque Stelle delle (non) politiche sulla gestione dei campi nomadi". 

"Incredibile che non siano stati attivati nel corso di questi mesi adeguati controlli e misure di sicurezza in situazioni dove, sappiamo benissimo, le condizioni igienico sanitarie e sociali sono spesso vergognose. Nel programma che stiamo presentando in queste ore in tutti i municipi la Lega ha chiaro il punto della chiusura dei campi rom abusivi e di tutte quelle realtà che proliferano nella città e nelle quali l'illegalità e la sopraffazione mettono spesso a repentaglio la vita di donne e bambini". 

"E' inaccettabile - conclude Santori - che nella Capitale le Istituzioni, guidate da falso buonismo, proseguano nel rimpallo di responsabilità consentendo il propagarsi della pandemia anche a danno dei soggetti più deboli. Questo per la Lega è inaccettabile e opereremo affinchè i diritti delle persone fragili vengano tutelati, così come gli operatori di sicurezza che vi operano, possano essere dotati di tutti i mezzi necessari per intervenire". 

Trasferimento del campo 

"Da anni  chiediamo – dichiara in una nota ricorda Benvenuti, Presidente del Movimento ecologista Ecoitaliasolidale - che venga trasferito il campo nomadi di Castel Romano adiacente a Pomezia , presente all’interno della Riserva di Decima Malafede ed installato, lo vogliamo ricordare, temporaneamente dal Comune di Roma -per soli tre mesi nell’agosto del 2006-  e che invece è rimasto a creare notevoli problemi di sicurezza nell’area".

"Sono in molti i residenti nei pressi del campo e nel comune di Pomezia che da tempo lamentano una situazione grave per lo smog, con frequenti roghi notturni con aria irrespirabile, la creazione di una vera e propria discarica di rifiuti e tematiche inerenti la sicurezza nella zona".

"Il campo di Castel Romano è totalmente incompatibile –prosegue Benvenuti - all’interno di una Riserva Naturale e deve essere immediatamente trasferito, per ragioni di sicurezza, per difendere un segmento di territorio che non può essere ostaggio di roghi e combustione di materiale tossico o di rifiuti e che deve costantemente essere controllato sino alla chiusura".

"Ora deve intervenire immediatamente la Sindaca Raggi, peraltro in qualità di custode giudiziario nominata nel luglio 2020, alla quale competono le azioni di bonifica ed ora anche di protezione sanitaria. Mettendo in sicurezza chi è interessato dal contagio a garanzia loro e di chi potrebbero essere contagiati all’esterno del campo, se come sembrerebbe,  non vi è  al momento una  completa tracciabilità dei residenti dell’insediamento". 

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