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Sabato, 20 Aprile 2024
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Epatite misteriosa a Roma: ricoverata bimba di 8 mesi. È il secondo caso nel Lazio

D'Amato: "È in corso un approfondimento dell'indagine epidemiologica"

Una bambina di 8 mesi è stata ricoverata all'ospedale Bambino Gesù di Roma, con un caso di sospetta epatite acuta ad eziologia sconosciuta. La piccola versa in buone condizioni di salute generali, riferiscono a RomaToday fonti sanitarie. È il secondo caso di epatite misteriosa nel Lazio, dopo quello emerso lo scorso 23 aprile. Al momento, sono quattro i casi noti in tutta Italia.

Ad oggi i piccoli colpiti da epatite acute sconosciute sono stati segnalati in Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Olanda, Romania, Spagna, in Svezia e in Israele. La maggior parte dei paesi riporta un numero di casi limitato. Fa eccezione il Regno Unito che, al 21 aprile 2022, aveva identificato oltre 100 bambini di età inferiore a 10 anni. 

Al di fuori dell'Europa, al 15 aprile, sono invece 9 casi di epatite acuta registrati. "Al momento - riporta l'Ecdc nell'ultimo bollettino aggiornato al 23 aprile - non c'è una chiara correlazione tra i casi riportati. Nessun chiaro fattore di rischio epidemiologico è emerso tra i casi, così come nessuna associazione con i viaggi".

"Nessun allarmismo"

A segnalare il secondo episodio infettivo nel Lazio, è stato il servizio regionale delle sorveglianze delle malattie infettive (Seresmi). "È in corso un approfondimento dell'indagine epidemiologica. Nessun allarmismo, ma rimane alto il livello di attenzione del Sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive. Si tratta del secondo caso autoctono nella nostra regione", ha spiegato l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

Al Bambin Gesù è ricoverato anche un bambino di Prato di 3 anni a cui è stata riscontrata una sofferenza epatica. Dalle analisi la problematica non è riconducibile a nessun ceppo di epatite conosciute (di tipo A,B,C,D,E). Non è escluso che possa trattarsi anche questo di un caso sospetto di epatite acuta pediatrica, ma i medici su questo punto non vogliono sbilanciarsi.

L'epatite e l'eventuale legame con il coronavirus

Secondo le evidenze scientifiche fornite dell'Istituto Superiore di Sanità, "non c'è nessun legame con il vaccino anti covid" e anche la possibile origine da adenovirus è "improbabile", con le varie ipotesi formulate ancora senza riscontri scientifici. 

A dirlo è l'Iss che sulle epatiti pediatriche acute registrate prima in Gran Bretagna e nei giorni successivi anche in altri Paesi europei, ha messo a punto un focus, pubblicato sul suo sito, proprio per fare chiarezza sulle cose finora note e sulle ipotesi al vaglio, compreso un possibile collegamento con il covid.

Le ipotesi sull'origine delle epatiti pediatriche

Al momento nessuna delle teorie formulate sull'origine ha "avuto un riscontro attraverso evidenze scientifiche", spiegano i medici. "Inoltre ogni anno in Italia, come negli altri paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta, e sono in corso analisi per stabilire se ci sia effettivamente un eccesso. Le ipotesi iniziali del team di indagine nel Regno Unito proponevano una eziologia infettiva o possibile esposizione a sostanze tossiche. Informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni. Le indagini tossicologiche sono in corso, ma una eziologia infettiva sembra essere più probabile in base al quadro epidemiologico e clinico", sottolinea l'Iss. Le indagini microbiologiche hanno "escluso virus dell'epatite A, B, C, D ed E in tutti i casi".  

Cosa fa l'Istituto Superiore di Sanità?

Sono diverse le strutture dell'Iss che si sono attivate per studiare i casi. La rete Seieva, ossia la sorveglianza speciale dell'epatite acuta attiva sin dal 1985, è già al lavoro. In campo anche la squadre della sorveglianza genomica Sars-Cov2 il cui lavoro permetterà di capire meglio "se l'infezione da coronavirus sia un evento incidentale dovuto anche alla alta circolazione del virus in Europa, o se debba essere considerata il fattore eziologico di queste forme di epatite". 

Infine è stata attivata la sorveglianza basata sul network italiano di epidemic intelligence, per monitorare una task force. Anche il sistema sanitario del Lazio, dal canto proprio, ha alzato le difese con un sistema dall'allerta che vede impegnato anche lo Spallanzani di Roma.

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