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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Eur / Piazzale Enrico Mattei

Lo smart working accelera l’evoluzione digitale, il caso di Eni: così il palazzo di vetro lavora da casa

Lo smartworking nato come strumento di supporto al welfare aziendale oggi in Eni coinvolge oltre l’80% dei dipendenti: “Si va verso modello di business sostenibile, ecco tutti i benefici”

L’emergenza sanitaria da Coronavirus ha cambiato volto all’Eur, il quartiere della città dove si concentrano la maggior parte delle sedi direzionali e legali delle grandi aziende pubbliche e private, di enti ed istituti. Da Poste Italiane all’Inps, passando per l’Italian Trade & Investment Agency (Agenzia ICE) ed Eni. Grattacieli svuotati dallo smartworking: intorno i grandi viali sgombri dalle auto e dalla sosta selvaggia, parcheggi insolitamente liberi, bar e tavole calde alle prese con una ripartenza lenta e difficoltosa

Eni, lo smartworking come supporto al welfare aziendale

Eppure per alcune realtà aziendali lo smartworking non è stata una scoperta dettata dai tempi. E’ il caso dell’Eni dove il lavoro agile imposto dal lockdown coinvolge 2900 dipendenti in tutta Roma: nel palazzo di vetro, quello che si affaccia imponente sul laghetto dell’Eur, sui circa mille lavoratori abituali la presenza media negli uffici oscilla tra il 10% ed il 15%, in funzione delle esigenze di presidio.

Ma lo smartworking in Eni è un percorso iniziato già nel 2017, ben prima dell’emergenza sanitaria. “Nelle prime fasi sperimentali lo smart working, utilizzato principalmente come strumento a supporto del welfare aziendale, è stato concesso, fino ad un massimo di due giorni a settimana, ai neo genitori, ai genitori con figli in condizioni di disabilità e ai dipendenti con particolari patologie. Sulla base dei risultati positivi di queste prime applicazioni - spiegano dalla società leader nel settore energetico - lo smart working è stato esteso, secondo logiche organizzative, dapprima a tre società controllate poi, sulla base di un’ulteriore conferma dei risultati positivi, a tutti i dipendenti che operano nelle sedi uffici di tutto il territorio nazionale”.

Il palazzo di vetro dell'Eur svuotato dall'emergenza Covid

Poi è arrivato il Coronavirus ad accelerare l’estensione del lavoro da remoto. “Il personale in presenza, ridotto al minimo indispensabile, è stato mantenuto per le attività industriali e per garantire un piccolo presidio sulle attività di ufficio (10 / 15% di presenza negli ultimi mesi); i ristoranti aziendali sono stati prontamente adeguati e sanificati come da disposizioni del DPCM per consentire ai dipendenti di accedervi in totale sicurezza”. 

Per chi è rimasto a casa Eni ha dovuto pensare al supporto tecnologico e a strumenti che potessero colmare le distanze: sono stati consegnati a tutto il personale Eni operante in Italia che non ne disponeva già circa 3.000 computer portatili, mentre le piattaforme informatiche finalizzate allo scambio di conoscenza e di informazione sono state potenziate. “Il portale intranet MyEni è stato lo strumento che ha permesso ai dipendenti di essere sempre informati in modo diretto, tempestivo e trasparente sulle disposizioni governative, sanitarie e aziendali. Molte le iniziative organizzate da Eni per colmare le distanze tra colleghi, come l’utilizzo di videoconference e di piattaforme di condivisione, la formazione distance su temi attuali per la gestione dello smart working e per il benessere dei dipendenti”. 

I benefici dello smartworking

Nessun calo della produttività registrato con lo smartworking a coinvolgere oltre l’80% del personale, anzi. “Eni aveva già riscontrato gli effetti benefici dello smartworking, tra questi: il rafforzamento del rapporto di fiducia azienda-lavoratore attraverso l'Introduzione di una modalità di svolgimento della prestazione lavorativa basata su flessibilità, autonomia, impegno e responsabilizzazione; o benefici per i lavoratori in termini di tempi e costi di mobilità e la mitigazione dell'incidenza di fattori esterni verso l'ambiente anche in linea con la strategia ambientale attuata da Eni”. 

Dunque l’utilizzo strutturale dello smartworking, che nel palazzo di vetro e nelle altre sedi cittadine e nazionali resterà fino al prossimo 15 ottobre, per Eni “è pienamente coerente con il processo di evoluzione digitale intrapreso in aziende e con un modo di lavorare agile, basato sulla fiducia, sulla tecnologia e sull’innovazione, valori - sottolineano da piazzale Enrico Mattei - strettamente collegati al processo di trasformazione dell’azienda verso un modello di business sempre più sostenibile, imprescindibile per la crescita della società”. 
 

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