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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La battaglia contro il cancro di Alessandra Capone in un film-documentario: per 'I wanna live!' scatta il crowdfunding

Ilaria Jovine e Roberto Mariotti saranno gli autori. Il lavoro è nato ed è stato progettato insieme ad Alessandra

Il titolo del film-documentario è 'I wanna live!' e già da queste tre parole emerge il carattere e l'energia della protagonista: Alessandra Capone, una donna che aveva trasformato la sua personale battaglia contro il cancro in un momento di studio e riflessione sulla malattia valido per tutti. Lei purtroppo non c’è più, è morta nella notte tra il 13 e il 14 agosto scorso, ma la sua storia è destinata a essere raccontata ancora. Per portare a termine a ‘I wanna live!’ è stato infatti lanciato un crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 30 mila euro, che si chiuderà il 14 dicembre prossimo. A realizzarlo saranno i documentaristi Ilaria Jovine e Roberto Mariotti che fino a metà agosto hanno lavorato con la stessa Alessandra Capone a questo film-documentario. Jovine e Mariotti sono una coppia di filmmaker indipendenti che operano principalmente nell’ambito del cinema documentario e che nel 2011 hanno fondato l'associazione culturale ILJA’FILM, che produrrà anche questo lavoro.

“Un documentario su di me!? Dite davvero?”. “Ale, ormai sei diventata un' "influencer" del cancro!”. “Avete ragione! La Ferragni me spiccia casa!”. L’avventura, dicono i due documentaristi, è inziata più o meno così. “Seguivo Alessandra su Facebook e nel 2016, quando anche a me hanno diagnosticato un tumore, ho avuto l’istinto di condividere con lei quanto mi stava accadendo”, racconta a Romatoday Ilaria Jovine. “Alessandra voleva essere una persona consapevole di quanto le stava accadendo e condividevo con lei questo modo di vivere le malattia. Ci siamo prese una birra a Testaccio e ne è nata un’amicizia che si è protratta nel tempo. Quando nel 2019 ha lanciato la campagna di raccolta fondi per potersi pagare una terapia a Francoforte da documentarista ho pensato che era una storia che valeva la pena narrare. Gliel’ho proposto e lei è rimasta entusiasta. A luglio di quell’anno partimmo con lei per Francoforte. Le prime riprese le abbiamo fatte proprio all’interno della clinica”.

Video - La storia di Alessandra

La diffusione del Coronavirus blocca le riprese. “Alessandra vive la sua quarantena senza abbandonare l’attivismo che l’aveva portata fino a quel momento ad affrontare il difficile tema del rapporto tra pazienti e dottori e della necessità di un approccio più olistico alla malattia”, continua Jovine. “Ė in questo momento che le abbiamo proposto di sviluppare l’idea alla base del documentario: raccontare la sua storia ma approfondire anche le tematiche da lei affrontate. Abbiamo pensato a una lista di dottori e giornalisti più attenti alle tematiche da lei analizzate. Sarebbe stata lei ad avere dei ‘colloqui’ con loro. Si era detta molto d’accordo”. Purtroppo, però, le condizioni di salute di Alessandra Capone precipitano. “Sono riuscita a vedere Alessandra per un’ultima volta poche ore prima che morisse e le ho promesso che avrei portato a termine il documentario”. 

Il lavoro di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti sarà ora quello di procedere con le interviste (l’elenco dei professionisti scelti è riportato sulla pagina del crowdfunding) e poi con la produzione del film-documentario. Una produzione “che non può che essere indipendente”, dicono. “Il personale è politico”, scrivono nella presentazione del lavoro Jovine e Mariotti, riprendendo un celebre slogan femminista. E niente più di questa frase può incarnare la lotta di Alessandra Capone contro il suo tumore: “Una storia tanto intima e personale, quanto universale e collettiva”. Spiegano i due registi: “Una storia attraverso cui cercheremo di indagare le infinite sfumature e implicazioni nascoste dietro la convivenza con una malattia che è sempre più diffusa, che fa ancora tanta paura e che proprio per questo è ancora troppo poco raccontata”. 

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