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Dal Covid all'emergenza Ucraina, così il terzo settore ha operato in soccorso degli ultimi

A Roma e nel Lazio decine di associazioni hanno lavorato per assistere famiglie vulnerabili e migranti in tempo di pandemia e guerra

Hanno fatto rete tra loro e con le istituzioni per ridurre al minimo le conseguenze di pandemia e guerra sulle famiglie e sui profughi, formando gli operatori volontari e supportando i comuni, enti locali in prima linea nella gestione delle emergenze. Le associazioni appartenenti al mondo del terzo settore di Roma e del Lazio il 16 giugno hanno presentato i risultati di due anni di attività nell'ambito del progetto "Open Doors P.orte A.perta: PA.rliamo e PA.rtecipiamo", finanziato dal Fondo asilo e migrazione (Fami). 

Gli interventi sono stati realizzati da una rete di partner composta dall'Uncem (Unione delle Comunità e dei Comuni Montani), Esercito della Salvezza, Eures ricerche economiche e sociali, Federconsumatori Lazio, Forum del Terzo Settore del Lazio e Medicina Solidale, allo scopo di diffondere buone e utili pratiche e sostenere la popolazione immigrata dal punto di vista socio-sanitario.

Nello specifico, la rete del Forum Terzo Settore ha contribuito con un ciclo di webinar rivolto a 104 tra operatori e funzionari della pubblica amministrazione sugli aspetti della co-programmazione e co-progettazione in un periodo che dal 2020 a oggi ha visto susseguirsi prima la crisi economica come conseguenza diretta dell'emergenza sanitaria, poi l'ondata di rifugiati dall'Afghanistan con la presa del potere da parte dei Talebani e infine quella degli ucraini in fuga da un paese in guerra in seguito all'invasione russa del 24 febbraio. Cento le associazioni attivate, che hanno permesso di raggiungere più di 4.000 beneficiari. 

Da ricordare il protocollo d'intesa "Spesa Facile", siglato con la Regione Lazio e altre 80 associazioni ed enti, il protocollo con Roma Capitale finalizzato al servizio di consegna della spesa a domicilio, attività che non solo ha permesso di prestare assistenza alle famiglie in difficoltà a causa del Covid-19 ma anche di dare lavoro a 10 migranti impegnati nelle cooperative aderenti. Sempre tramite un accordo con la Pisana, il Forum è riuscito a distribuire 4 milioni di mascherine in tutto il Lazio, destinate alla popolazione migrante e senza dimora, anche appoggiandosi a una rete di oltre 100 associazioni ed enti religiosi.

Milleduecento le famiglie, in prevalenza migranti, supportate da 15 associazioni coinvolte dalla convenzione firmata con il dipartimento politiche sociali, mentre 50 sono state le associazioni che hanno operato nell'assistenza diretta ai profughi afgani e ucraini, per un totale di 2.500 persone accolte e 80 tonnellate di beni di prima necessità inviate in Ucraina già dalle prime settimana di conflitto. L'Esercito della Salvezza, realtà che opera in tutta Roma e ha una sede accogliente nel II municipio, ha supportato 526 famiglie a livello di approvvigionamenti alimentari, 350 hanno ricevuto indumenti nuovi soprattutto per bambine e bambini, 105 hanno ricevuto doni per Natale. 

Medicina Solidale, progetto senza scopo di lucro nato a Tor Bella Monaca quasi vent'anni fa, si è fatta carico di oltre 1.800 persone quasi tutte provenienti da nuclei familiari molto fragili, che per la prima volta hanno potuto usufruire di servizi sociali e sanitari e insieme a Roma Cares, fondazione benefica dell'As Roma, il Forum ha permesso la frequenza dei centri estivi a circa 150 bambine e bambini e ad altri 100 l'accesso alla didattica a distanza dotandoli di tablet. 

Infine, Federconsumatori Lazio ed Eures hanno agito, ognuna con propri strumenti e per le competenze acquisite, hanno intrapresi azioni e soluzioni di monitoraggio, raccolta delle esigenze, intercettazione dei bisogni e formazione rivolgendosi alle famiglie in difficoltà economica - per esempio, nel caso di Federconsumatori, garantendo il sostegno stragiudiziale per le fasce deboli - e andando incontro, come fatto dall'istituto di ricerca, alle esigenze dei piccoli, medi e grandi comuni per comprendere e misurare un fenomeno complesso come la gestione dei nuclei fragili provenienti dall'estero.

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