rotate-mobile
Attualità

Covid, i presidi di Roma lanciano l'allarme: "Sommersi da positivi, il rientro a scuola a gennaio sarà un problema"

Rusconi accusa la politica di "aver abbandonato la scuola non mantenendo le promesse fatte" e chiede uno screening serio prima del ritorno previsto nel Lazio il 7

Laboratori privati presi d'assalto, file di centinaia di metri fuori dalle farmacie: la corsa al tampone (antigenico rapido o molecolare) è una realtà che coinvolge migliaia di romani e avrà ripercussioni non solo sui cenoni di fine anno, ma anche sul ritorno a scuola previsto nel Lazio il 7 gennaio. L'allarme viene lanciato anche da Mario Rusconi, presidente dell'associazione nazionale presidi di Roma: "Dirigenti scolastici e segreterie sono subissati da mail di casi di infetti da Covid".

"La ripresa in classe sarà un problema"

Alunni, genitori, docenti o personale Ata non fa differenza, il virus sta costringendo all'isolamento le comunità scolastiche della Capitale e Rusconi si chiede se il ritorno in aula, in queste condizioni, sia possibile nei tempi e nelle modalità da calendario: "Ciò che stiamo registrando nelle scuole di Roma e del Lazio - sottolinea Rusconi all'agenzia Adnkronos - ma tutto ci fa pensare anche per il resto delle scuole italiane, è che la ripresa delle lezioni in classe dopo la pausa natalizia sia a dir poco preoccupante. Organizzare la ripresa diventa un problema quando manca il personale, mi riferisco a docenti o personale Ata". "Temiamo che la quarta ondata sia ancora all’inizio, così come riferiscono le fonti sanitarie accreditate - continua il veterano dei presidi - per cui la ripresa non sarà delle più serene. Agli studenti e alle loro famiglie dobbiamo dare certezze e serenità, in queste condizioni non possiamo farlo".

"Scuola abbandonata anche nella pandemia"

Il presidente dell'Anp di Roma punta il dito contro la politica: "Ci era stato assicurato che il tracciamento fatto dall'esercito non avrebbe causato difficoltà o interruzioni - sottolinea Rusconi - ma nulla di concreto è avvenuto. Le Asl, stracolme di lavoro, hanno continuato a dare risposta alle nostre richieste dopo 5/6 giorni, allungando la permanenza degli studenti a casa. In alcuni casi, con contagi avvenuti di seguito, ci sono ragazzi tornati in classe dopo 3/4 settimane. Un grave danno sul piano didattico, umano e personale". Per l'ex preside "la scuola italiana da troppi anni è stata abbandonata al proprio destino - l'accusa - evidentemente perché la politica non la ritiene importante o prioritaria. Nella fattispecie pandemica, ancora una volta la scuola rappresenta l’anello debole del sistema. Le precauzioni e i presidi all’interno delle scuole sono ferrei e funzionano, grazie al duro lavoro degli insegnanti, del personale Ata e dei dirigenti. Purtroppo all’esterno non è così. Continuano gli assembramenti per le strade, nei negozi, nelle diverse attività ricreative, tra la gente. I mezzi pubblici non sono aumentati e anche lì la calca è sotto i nostri occhi. Gli edifici scolastici sono rimasti gli stessi e le classi pollaio non sono scomparse. Conclusione - evidenzia Rusconi - grandi proclami dagli amministratori seguiti da scarsissimi fatti".

"Screening serio"

Secondo Rusconi, quindi, "da subito occorrerebbe creare uno screening serio per arrivare alla ripresa delle attività didattiche con una situazione chiara e soprattutto senza far ricadere sulla scuola decisioni che sono di pertinenza sanitaria. Un dirigente scolastico non è un medico, deve organizzare la scuola e il suo funzionamento, deve far rispettare le leggi e le norme. Al preside e ai docenti non può essere chiesto di compiere azioni/decisioni che sono di pertinenza specifica sanitaria"

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid, i presidi di Roma lanciano l'allarme: "Sommersi da positivi, il rientro a scuola a gennaio sarà un problema"

RomaToday è in caricamento